Il primo festival in Europa dedicato alla creatività - tredicesima edizione
col patrocinio della Fondazione Carispezia e del Comune di Sarzana,
e con il contributo di Carispezia Crédit Agricole (per l’edizione bambini e ragazzi).
Sarzana (La Spezia)
Indagare e capire l'attualità
Intervista al Direttore Artistico Benedetta Marietti
di Elena Marchini
Festival della Mente 2016. Uno spazio per indagare e capire l’attualità.
Uno spazio che aiuti a far comprendere il presente, conoscere il passato e immaginare il futuro.
Per il direttore artistico, la giornalista Benedetta Marietti, è questo lo spirito del Festival della Mente. Relatori, filosofi, scrittori, giornalisti, architetti, artisti, attori e musicisti racconteranno le loro idee e le loro storie al pubblico, e offriranno così la loro interpretazione di “spazio”.
Con Benedetta Marietti abbiamo fatto un viaggio nello spazio del Festival e delle sue proposte.
- Come sono stati scelti i relatori da proporre al pubblico del Festival della Mente edizione 2016?
"I relatori sono scelti per la qualità del loro pensiero e delle loro scoperte. Abbiamo cercato relatori che abbiano scoperto, inventato, costruito qualcosa di importante.
Molti sono relatori conosciuti ai più, ma la nostra sfida è stata quella di trovare e proporre psicologi, scienziati, filosofi, scrittori non conosciutissimi, cercare cioè delle eccellenze e portarle al grande pubblico.
Ovviamente i relatori del Festival della Mente non devono essere solamente delle eccellenze, ma devono essere capaci di comunicare quello che hanno scoperto, trovato, inventato, devono cioè saper parlare a un pubblico non specialistico, e avere una capacità divulgativa superiore alla norma".
- Il Festival si svilupperà attraverso diverse macro aree che hanno come filo conduttore lo spazio; quali temi saranno approfonditi nello “Spazio dell’attualità”?
"Si può partire dalla lectio magistralis di Salvatore Veca che ci parlerà dello spazio pubblico, di come questo debba essere sempre più uno spazio sociale e non istituzionale, in cui emergano le potenzialità, i bisogni ma anche i conflitti delle comunità.
Altro tema che affronteremo sarà l’immigrazione che verrà approfondita dal professore di demografia Gianpiero Della Zuanna che ha studiato i numeri dei flussi migratori e ci parlerà di un fenomeno (dal punto di vista scientifico e statistico) che è visto con diffidenza, paura e con sospetto proprio per la mancanza di conoscenza sull’argomento.
Si discuterà di casa come identità con lo scrittore **Jonathan Safran Foer* e il giornalista del Corriere della Sera, Ranieri Polese.
Altro tema caldo che affronteremo sarà la famiglia, la sociologa Chiara Saraceno** ci parlerà di famiglie mobili, mobili sia dal punto di vista geografico sia dal punto di vista relazionale. Due riflessioni importanti saranno fatte sulla scuola – come deve essere realmente la scuola per essere una buona scuola, un organismo vivo, un laboratorio di idee – , e sugli spazi virtuali e sugli algoritmi, di cui tutti ne parlano ma pochi hanno capito cosa sono e come funzionano".
- Quali spazi saranno esplorati invece nell’arte e nei viaggi?
"Nell’arte ci sarà lo spazio architettonico, approfondito dall’architetto Cino Zucchi insieme ad Aldo Colonnetti.
Anna Ottani Cavina racconterà le origini del dipingere en plein air, e come gli artisti stranieri nel Settecento abbiano forgiato il nostro immaginario sul paesaggio italiano.
Ci sarà l’arte dei muri, e poi Silvio Soldini che presenterà in anteprima il suo docufilm in cui ha ritratto due editori artigiani; mentre Marco Belpoliti ci racconterà qual è la nostra idea di casa.
Per quanto riguarda il viaggio, uno dei più grandi esperti di narrazione sui viaggi, Antonio Brilli, ci parlerà della proiezione immaginativa del viaggio che si fa prima di partire; il fotografo Ramak Fazel, lo scrittore Giorgio Vasta e il giornalista Michele Lupi ci narreranno del loro viaggio reale attraverso i deserti americani; mentre Chiara Valerio e Paolo Bartocci spiegheranno come la matematica e le mappe possono raccontare il mondo".
- Può dirci qualcosa sugli spettacoli proposti quest’anno?
"Avremo diverse anteprime. Nada e Fausto Mesolella presenteranno in anteprima al Festival della Mente il recital L’ultimo giorno d’estate, che sarà portato in tour nei teatri italiani questo inverno. Ci sarà l’anteprima italiana dello spettacolo del duo Igudesman & Joo; come sarà un’anteprima lo spettacolo di parole, musiche e immagini di Paolo Rumiz e Alessandro Scillitani".
- Quali relatori crede potranno sorprendere il pubblico?
"Potrebbe essere una sorpresa Marco Martinelli, fondatore della compagnia il Teatro delle Albe, vincitore di più edizioni del premio Ubu, che ha inventato il metodo della non-scuola per insegnare la recitazione agli adolescenti, metodo che ha portato in tutta Italia. Martinelli racconterà l’esperienza della non-scuola fatta a Scampia e al contempo, coinvolgendo una trentina di studenti del territorio, farà una sorta di prima lezione sul metodo non-scuola.
Altra sorpresa del Festival, sarà Matteo Nucci, a cui abbiamo affidato una trilogia, in cui parlerà dello spazio della parola, dello spazio dell’assenza e dello spazio del sogno nei poemi omerici (proponendo coppie di personaggi come Elena e Odisseo, Patroclo e Andromaca, Penelope e Achille) accompagnato dalla bravissima attrice di teatro Valentina Carnelutti".
- In conclusione, perché lo spazio?
"Lo spazio è una parola molto attuale che racchiude diversi significati, che simbolizza anche la multidisciplinarietà del Festival. Quello che vorrei è che il Festival della Mente fosse uno spazio per indagare, conoscere e capire la realtà di oggi e l’attualità".