#164 - 29 agosto 2016
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero rimarrą  in rete fino alla mezzanotte del giorno sabato 30 novembre quando lascerą  il posto al numero 358 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, puņ durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni pił importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchč" (Mark Twain) "L'istruzione č l'arma pił potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) «La salute non č un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchč i servizi sanitari siano accessibili a tutti». Papa Francesco «Il grado di civiltą  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensģ nella capacitą  di assistere, accogliere, curare i pił deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltą  di una nazione e di un popolo». Alberto degli Entusiasti "Ogni mattina il mondo č un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminositą , vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Pagine Preziose

Children. I bambini di Exodus

La serie di fotografie dedicata ai bambini migranti e rifugiati

SebastiĆ£o Salgado, LĆ©lia Wanick Salgado
italiano, spagnolo, portoghese - edizione Taschen

In questa serie, che si collega direttamente a Exodus, SebastiĆ£o Salgado presenta 90 ritratti di giovani esuli, migranti e rifugiati. Durante il suo ampio reportage, Salgado ĆØ rimasto colpito non solo dallā€™intrinseca innocenza di quei bambini, ma anche dalle loro impressionanti riserve di energia ed entusiasmo, persino nelle circostanze piĆ¹ deprimenti. Nei rifugi allestiti ai lati delle strade in Angola e in Burundi, cosƬ come nelle baraccopoli brasiliane e negli estesi accampamenti in Libano e in Iraq, i bambini rimanevano tali: erano pronti alla risata come al pianto, giocavano a calcio, sguazzavano nellā€™acqua sporca, facevano i monelli con gli amici, e in genere erano affascinati dallā€™idea di essere fotografati.

Come puĆ² un bambino sorridente essere simbolo di privazione e angoscia? Salgado notĆ² che, quando chiedeva ai bambini di mettersi in fila per essere ritratti a uno a uno, la loro allegria svaniva. Di fronte alla macchina fotografica, ciascuno di loro si faceva improvvisamente molto piĆ¹ serio. Non erano piĆ¹ parte di un gruppo scalmanato, ma singoli individui, come se di punto in bianco si rendessero conto del proprio stato. Osservando il loro sguardo, le mani che giocherellavano nervosamente e i vestiti logori che pendevano dai loro corpi terribilmente esili, Salgado capƬ che quegli scatti meritavano una serie a parte.

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