Una situazione imbarazzante
di Ruggero Scarponi
Non ricordo bene come avvenne. So solo che a un certo momento della mia vita iniziai ad annoiarmi. Non riuscivo più a trovare interessi stimolanti. Le persone, il lavoro, gli svaghi, la mia stessa famiglia e persino mia moglie, avevano perso sapore. E’ probabile che mi stessi ammalando di una grave forma di depressione, senza rendermene conto, come spesso avviene in questi casi.
C’era poi il lavoro. L’importante incarico che rivestivo nel consorzio finanziario mi obbligava a presenziare vari consigli di amministrazione. Un tempo quest’occupazione mi piaceva e vi partecipavo con assiduità , sempre pronto a mettermi in evidenza per ricercare l’ammirazione dei colleghi. Ora invece, durante le riunioni, faticavo a mantenere l’attenzione e a reprimere qualche inopportuno sbadiglio. Ogni volta che venivo assalito dalla noia, mi consolavo pensando al fine-settimana e alla possibilità di trascorrere un po’ di tempo nell’unica occupazione che ancora mi suscitasse qualche emozione: la cura del mio “rettilario”, famoso in tutta Londra.
Possedevo, in effetti, la piĂą completa collezione privata di quelle simpatiche bestioline. Dai piccoli e terribili mamba neri ai giganteschi pitoni reali.
Un tempo, da giovane, avevo percorso interi continenti alla ricerca dei più superbi esemplari. Ne ero diventato un esperto nonostante mia moglie non vedesse di buon occhio questo mio hobby. Non trovava appropriato che un gentiluomo si crogiolasse con attrazioni da circo, come le definiva. E tuttavia non si era opposta, per amor mio, alla trasformazione di una delle nostre serre in “rettilario”.
Fu un colpo, un sabato mattina, quando scoprimmo vuota la teca del pitone reale.
Naturalmente ne informai subito le autorità . Per alcuni giorni la nostra casa fu invasa da agenti e guardie zoofile, alla ricerca spasmodica del fuggitivo. Dopo la casa, furono avviate battute in tutto il quartiere e poi nei vicini parchi naturalistici e infine nelle campagne. Senza nessun risultato. Sembrava impossibile che un serpente di dimensioni così ragguardevoli, potesse scomparire nel nulla. Si disse che i pitoni possono restare nascosti per più di un mese senza mangiare e quando lo desiderano possono nutrirsi di piccoli roditori che cacciano dovunque con facilità . Ma che prima o poi devono uscire allo scoperto. Eppure ci si dovette rassegnare, non fu possibile scovarlo da nessuna parte. Qualcuno avanzò l’ipotesi che potesse aver raggiunto habitat più congeniali, qualcun altro, specialmente alcuni giornalacci del pomeriggio, che fosse tutta una montatura per non so più quale intrigo con le assicurazioni ed altre fantastiche invenzioni.
Passò del tempo e come è naturale che sia, la cosa si sgonfiò e non ci si pensò più.
Ma tutto precipitò una sera d’inverno. E vi confesso che quanto avvenne fu l’esperienza più imbarazzante della mia vita.
Imbarazzante…Era una situazione estremamente imbarazzante, quella in cui venni a trovarmi. Non ero assolutamente preparato ad affrontare una cosa simile e non sapevo nemmeno come fare per chiedere aiuto, per questo pensai di trascrivere, fintanto che fosse stato possibile, sul mio Moleskine, che non abbandonavo mai, ogni cosa di quanto avveniva quella sera, come prova della mia sorprendente scomparsa. In breve. Come di solito, all’uscita dal lavoro, dopo un noiosissimo consiglio di amministrazione, scesi nel parcheggio della banca per ritirare la mia auto. Salgo, mi accomodo, avvio il motore e… La macchina sembra fare resistenza, si muove si, ma con difficoltà , lentamente. Pigio sul pedale dell’acceleratore, che però non riesco a spingere, come se fosse bloccato. Mi ostino. Spingo, spingo con forza e solo dopo un po’, avverto un leggero cedimento. Contemporaneamente però ecco una fitta al piede destro. Qualcosa mi ha punto, mi dico, ma che punto e punto, morso! Direi. Provo a guardare sotto il cruscotto dell’auto nel vano dell’acceleratore e resto letteralmente di stucco, senza parole. Un pitone. C’è il mio pitone là sotto, tutto acciambellato e chissà da quanto tempo. D’altronde durante le ricerche a nessuno era venuto in mente di controllare le auto chiuse in garage. Ma ora la cosa si è fatta imbarazzante: mi ha ingoiato il piede.
L’animale, chissà come, si deve essere sistemato sul pavimento della macchina ed è finito con la testa sotto il pedale dell’acceleratore. Alle mie reiterate sollecitazioni ha reagito infastidito cercando di eliminare la fonte del disturbo. E così ha deciso di ingoiare il mio piede. Ora, lentamente e con molta freddezza sta risalendo lungo la gamba. Mi guarda con occhi feroci ma tristi. Io distolgo lo sguardo. Cosa posso dire a un serpente – Scusi può cortesemente restituirmi il piede? Una cosa veramente imbarazzante.
Sento l’alito umido e freddo accarezzarmi il polpaccio, mentre i denti del rettile mi procurano solo una leggera puntura sulle carni, quasi faccia attenzione, a non darmi dolore. Che fare? Avere un piede nella bocca di un serpente non è esperienza quotidiana. Insomma sono cose che possono succedere, certamente, ma non nel pieno della city di Londra, a migliaia di chilometri, dalla giungla. … Ma la cosa che mi procura un certo fastidio é il non sapere come comportarmi. Sono un dirigente tra i più alti in grado della banca. Il mio look è inappuntabile e direi celebre nelle direzioni generali del nostro istituto. Come sarei potuto uscire dall’auto, con un pitone al piede, a mezza gamba anche? Chiamare Rupert il guardiano del parcheggio neanche a pensarci. Cosa dire? – Caro Rupert, vedi, ho qui questa simpatica bestiolina. Disgraziatamente ho infilato per errore il piede nella sua bocca, saresti così gentile da aiutarmi a…- No, no, no, impossibile, morirei per l’imbarazzo. Ma anche presentarmi a casa da mia moglie, potrebbe essere un affare serio. Ve l’immaginate! – Ciao caro, ciao cara, - baci di circostanza, frasi di circostanza,- giornata dura caro? Non più del solito, mia cara…se non ti dispiace mi servo un drink e mi metto a leggere il giornale in poltrona in attesa del pranzo. Fai pure caro, rilassati. A proposito cara, stasera abbiamo un ospite. Un ospite caro? Non mi avevi detto nulla. In effetti, cara è che…- No, no, no! Capite bene che non funzionerebbe. Mia moglie si accorgerebbe subito del serpente e comincerebbe con un’infinità di domande estremamente imbarazzanti. Dunque il serpente sta risalendo lungo la gamba, ha ormai ingoiato quasi per intero il ginocchio. Mi domando cosa farà una volta giunto all’inguine. Mollerà la presa, mi morderà sui punti delicati? Che intenzioni può avere un animale selvaggio senza nessuna formale educazione….
Intanto mi chiedo come sia entrato, l’animale all’interno della mia auto. Forse qualcuno l’ha intenzionalmente introdotto con lo scopo di eliminarmi e senza lasciare traccia. Non ho nemici, mi sembra. Forse mia moglie? Difficile, odia i rettili. Chi allora?…Ecco potrebbe…- Ohh, ohhh, ohhh, piano, piano cara bestiolina, siamo arrivati a un punto delicato, eh! Non…non…stringere…e..ohh, ahhh, - un tocco davvero delicato, molto delicato, - aspetta, aspetta, forse, se caccio dentro anche l’altra gamba, forse…Forse! Ecco, così va meglio.- Ora sono nella bocca del serpente fino alla vita. Per la verità a parte il fetore dell’alito, mi sta usando dei riguardi. Mi sento risucchiare, con delicatezza, direi, direi piacevolmente! Non morde. Mi sento stretto da tutte le parti. Mi sento protetto. E’ una sensazione imbarazzante ma piacevole. Certo so bene quale sarà l’epilogo. E confesso che l’unica cosa che mi secca è non poter avvertire a casa che non rientrerò per la cena, il mio cellulare si trova nella tasca dei pantaloni ed è ormai irraggiungibile. Di sicuro mia moglie avrà da ridire sul fatto che avrò inutilmente impegnato il cuoco. Beh, stavolta dovranno farsene una ragione.
Oh, ecco il vecchio Mike, speriamo non si avvicini per salutarmi è talmente noioso. Ach, eccolo che viene… - Caro Mike! Vecchia volpe! Io? No, no, sto provando questo modello di pitone, una chicca, caro Mike, credimi, si? Bene, non dimenticare di portare i miei saluti a Milady. - Se ne va, imperturbabile. Meno male, me lo sono scrollato. Oh! Ecco ora sono nelle fauci fino al collo. Non posso più continuare a trascrivere quest’avventura sul Moleskine, lo lascio cadere qui sul sedile, spero che almeno qualcuno non sia tanto discreto da non aprirlo. Sapete è molto imbarazzante dover alzare le braccia per favorire l’inghiott…..Uhggguhhhhh