#156 - 25 aprile 2016
AAAAA ATTENZIONE - Amici lettori, questo numero resterŕ  in rete fino alla mezzanotte di venerdi 05 aprile, quando lascerŕ  il posto al numero 349. BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, puň durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni piů importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchč (Mark Twain) "L'istruzione č l'arma piů potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) La salute non č un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchč i servizi sanitari siano accessibili a tutti (Papa Francesco) Il grado di civiltŕ  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensě nella capacitŕ  di assistere, accogliere, curare i piů deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltŕ  di una nazione e di un popolo (Alberto degli Entusiasti) Ogni mattina il mondo č un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminositŕ, vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Teatro

una produzione "La Fabbrica dell'Attore Teatro Vascello"

Teatro Vascello - Roma

Pilade

Pilade, l'obbediente, il silenzioso, il discreto, il timido Pilade, nato per essere amico, è la figura di un "diverso", dotato di una grazia cristallina. Ostinatamente e senza farsi distrarre dalle mille sirene del nuovo tempo, rincorre una luce come un santo. Oggi Pilade è irrimediabilmente solo e assediato da Atena, la dea che "non conosce il ventre materno né le perversioni che nascono dalla nostalgia" e trova unico rifugio possibile nella Poesia. Incontra la sorella di Oreste, Elettra, e conosce un desiderio indicibile, mai provato prima, disperato e incontenibile, come una macchia di petrolio su un cuore puro.

Pilade

Oreste, l'amico fidato, parla ora il linguaggio della nuova società, un linguaggio incomprensibile, vuoto, che ottunde la mente. La piazza di Argo si prepara a divenire città del futuro, illuminata dalla luce di Atena, la dea della ragione. Nel paese natale altri giovani cantano altre canzoni, incomprensibili per chi non è al passo con i tempi. Nel pensiero di Oreste il movimento della nuova vita è verso il progresso, il potere, la luce di un futuro accecante e promettente, mentre nella prospettiva di Pilade "la più grande attrazione di ognuno di noi è verso il passato, perché è l'unica cosa che noi conosciamo ed amiamo veramente: è il ventre di nostra madre la nostra meta". Oreste difenderà quindi a oltranza la ragione, il progresso e il dominio della città da parte della sola classe borghese, mentre Pilade tenterà di ricondurre Oreste ai valori legati al passato. Ma il sogno utopico di una conciliazione tra il vecchio mondo e quello nuovo, regolato da altre regole e altri valori, la speranza di trovare un punto d'incontro tra ragione e pulsioni irrazionali, tra noi e i nostri avi, fallisce miseramente: la democrazia dell'Aeropago emargina il diverso mentre Oreste diviene lentamente ed inesorabilmente un uomo di potere. Pilade si ostina, con la forza della dolcezza, dell'amore e della caparbietà, a restare fedele al vecchio mondo, a non tradire gli antichi ideali. E’ una storia di devozione, dedizione, ingenuità perduta, disperata dolcezza, fedeltà assoluta, ricerca ostinata della verità, assoluta lealtà, amore maschile. E per questo Pilade rimarrà per sempre solo.

PiladePilade

Siamo fermamente convinti che la profonda crisi del nostro mondo culturale sia determinata soprattutto da un’assenza di idee, di necessità, di onestà e rigore intellettuale, di vera competenza in aggiunta a reali problemi di ordine economico. In questi tempi di profonda crisi spirituale e culturale, di consensi predeterminati, di lobby di potere spietate, un gruppo di giovani artisti vuole percorrere una nuova via fondata su Necessità, Rispetto, Dedizione, Umiltà, Analisi e Ricerca serrata.

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Per il gruppo de “I sognatori”, - è Daniele Salvo, il regista - ho pensato ad un lavoro laboratoriale sul Pilade di Pier Paolo Pasolini, nel quarantennale della sua morte. E’ profondamente necessario per un interprete che affronti oggi un testo di Pasolini lavorare al raggiungimento di temperature emotive altissime, compromettere la voce e il corpo per raggiungere livelli emotivi davvero perturbanti. Attraverso questo lavoro sulla recitazione, il pensiero e il corpo di Pasolini possono giungere con forza sino ai nostri giorni ma attenzione, l’attualizzazione non è esteriorizzata nei costumi o nelle scene, ma celata nell’interpretazione e nel lavoro sulla recitazione: una recitazione colma di segreti, obliqua e antiretorica. Lo spettacolo che vedrete questa sera è dunque il risultato di questo lavoro laboratoriale, un tentativo di avvicinarsi umilmente al meraviglioso testo di Pier Paolo Pasolini.

        info:   promozione@teatrovascello.it        www.teatrovascello.it

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