Trivelle
di Dante Fasciolo
Cari lettori, quando leggerete questo editoriale
si saprà già il risultato del referendum
sulle cosiddette trivelle.
Qualunque esso sia, le forti polemiche
che hanno accompagnato lo squinternato dibattito
continueranno a campeggiare sulla stampa
sui social, nei club ambientalisti, nei bar…
Chi riuscirà a capire il contendere sarà bravo,
da una parte e dall’altra degli schieramenti
tanti sono gli infingimenti,
le cose non dette e quelle nascoste,
i piccoli e i grandi segreti da conservare,
le ripicche, i tradimenti, i ricatti…
...un gioco al massacro.
Le trivelle di terra e di mare operano da decenni.
Domandiamoci: A che servono? Chi le ha autorizzate?
Sono state utili? Lo sono ancora?
Che incidenza producono sull’economia?
Sulla vita di ogni giorno dei cittadini?
Sono domande emerse clandestine e disarticolate
e le risposte sono state soltanto balbuzie.
C’è chi intende lo scontro come lotta per il progresso
e inneggia alle fonti rinnovabili,
altri come lotta politica contro il Governo
retrivo e sottomesso alle lobby petrolifere;
c’è chi si accorge solo ora degli scempi sul territorio,
degli effetti negativi sulla salute, sul danno al turismo…
ma trascura gli scempi di certo fin troppo facile eolico.
Poche voci si elevano contro la distruzione del paesaggio,
un bene italiano unico per attrazione turistica…
sicché verrebbe voglia di sapere quali sono le lobby
che finanziano i falsi ambientalisti sostenitori delle pale…
o quali interessi si nascondono nell’occupazione
di immense distese di terreno fertile
per impiantare con disinvoltura il fotovoltaico…
C’è una giusta lotta contro le lobby e i voraci petrolieri,
ma sarebbe utile anche sapere quanto del loro potere
c’è dietro le fonti rinnovabili, che sono il futuro,
ancorchè non sufficiente ad alimentare di energia il pianeta
almeno fino ai prossimi cent’anni.