#152 - 21 marzo 2016
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero rimarrŕ  in rete fino alla mezzanotte del giorno di sabato 31 maggio quando lascerŕ  il posto al numero 364 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, puň durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni piů importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchč" (Mark Twain) "L'istruzione č l'arma piů potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) «La salute non č un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchč i servizi sanitari siano accessibili a tutti». Papa Francesco «Il grado di civiltŕ  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensě nella capacitŕ  di assistere, accogliere, curare i piů deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltŕ  di una nazione e di un popolo». Alberto degli Entusiasti "Ogni mattina il mondo č un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminositŕ , vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Editoriale

Via Crucis

di Dante Fasciolo

C’è una mostra in giro per l’Italia,
è la mostra di Fernando Botero
ed è dedicata alla “Via Crucis” di Cristo.
Una iniziativa a cui è opportuno riferirsi ora
tempo di Pasqua e di Risurrezione.

L’artista non si smentisce,
mantiene la sua cifra pittorica con coerenza,
le sue figure di uomini e donne e bambini
si presentano con forme anatomiche abbondanti,
a volte esageratamente fuori misura.

Eppure è forse per questa difformità
che il pubblico lo ricorda, lo segue, lo apprezza.
Questa mostra sulla “Via Crucis” ha ovunque
riscosso un grande successo e ha promosso Botero
da artista giulivo ad artista drammatico.

Ciò che ci narra con le sue immagini coloratissime
è un dramma, il dramma dell’umanità intera;
e non può non invitarci ad una riflessione
che partendo dalle figure della sua normalitĂ  espressiva,
sappia attribuire ai pingui corpi un’altra dimensione.

Guardando queste immagini in controluce
un pensiero si insinua nella riflessione:
Si questa è l’umanità che più ci somiglia,
siamo immersi in un società pingue…
ce ne rendiamo conto…ma con indifferenza.

Siamo gonfi di cibo e benessere tra i piĂą
di questa disordinata geografia globalizzata;
ma il nostro aspetto più deformato non è fisico,
fa riferimento alla nostra vita quotidiana
tocca le corde del cuore, della mente, dello spirito.

Siamo gonfi di noi stessi e di egoismo,
progettiamo orizzonti esclusivi, e discriminiamo il vicino,
lasciamo correre indifferenti i crimini di ogni giorno,
che gonfiano le forme della coesistenza odierna, così come gonfiarono
con scelta scellerata le responsabilitĂ  di Cristo,
gonfio anche lui dei nostri peccati…
crediamo all’onnipotenza della nostra intelligenza,
e ogni giorno perdiamo il senso della vita reale.

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