AEA, 2015 - L’ambiente in Europa: Stato e prospettive
Relazione Agenzia europea dell'ambiente, Copenaghen
Le politiche ambientali europee
negli ultimi 40 anni hanno avuto un notevole successo
Dagli anni settanta è stata attuata un’ampia legislazione ambientale che ora rappresenta l'insieme di norme più completo e moderno al mondo. Il corpo di leggi ambientali dell’UE, conosciuto anche come acquis ambientale, ammonta a circa 500 direttive, regolamenti e decisioni.
Durante lo stesso periodo, il livello di protezione ambientale nella maggior parte dell’Europa è migliorato sensibilmente. Le emissioni di specifici inquinanti nell’aria, acqua e suolo sono state in generale ridotte significativamente.
Questi miglioramenti sono dovuti per lo più alla vasta legislazione ambientale istituita
in Europa e stanno portando una serie di benefici ambientali, economici e sociali
diretti, oltre ad altri più indiretti.
Le politiche ambientali hanno contribuito ad alcuni progressi nella direzione
di un’economia verde sostenibile, un’economia cioè nella quale le politiche e
le innovazioni permettono alla società di usare le risorse in modo efficiente,
migliorando così il benessere umano in maniera inclusiva, conservando allo
stesso tempo i sistemi naturali che ci sostengono.
Le politiche dell’UE hanno stimolato l’innovazione e gli investimenti in beni e servizi ambientali, creando
posti di lavoro e opportunità di esportazione (EU, 2013). Inoltre, l’integrazione di
obiettivi ambientali in politiche settoriali, come quelle che regolano l’agricoltura, i
trasporti o l’energia, ha fornito incentivi finanziari per la tutela dell’ambiente.
Le politiche e la legislazione dell’Unione europea riguardanti l’aria hanno
apportato benefici reali per la salute umana e per l’ambiente. Allo stesso tempo
hanno offerto opportunità economiche, per esempio nel settore delle tecnologie
pulite. Le stime presentate nella proposta della Commissione europea per un
pacchetto di politiche in materia di aria pulita, mostrano che importanti aziende
di ingegneria dell’UE hanno ricavato dal settore ambientale fino al 40% delle loro
entrate e questa tendenza è destinata ad aumentare (EC, 2013a).
Questo progresso generale della qualità ambientale è stato documentato da
quattro relazioni precedenti su L’ambiente in Europa: Stato e prospettive (SOER)
pubblicate nel 1995, 1999, 2005 e 2010. Tutte hanno concluso che, in linea di
massima, “la politica ambientale ha apportato miglioramenti sostanziali […]
rimangono però importanti sfide ambientali”.
Per gran parte dell’Europa e in molte aree ambientali, la situazione è migliorata
nell’immediato. Per molti di noi, la qualità dell’ambiente che ci circonda è
paragonabile a quella dell’era preindustriale. In diversi casi però le tendenze
ambientali locali continuano a destare preoccupazione, spesso a causa di
un’attuazione insufficiente delle politiche concordate.
Allo stesso tempo, l’esaurimento del capitale naturale continua a mettere a
rischio il buono stato ecologico e la resilienza dell’ecosistema (qui intesa come
la capacità dell’ambiente di adattarsi o di tollerare il disturbo senza collassare
ad un livello più basso dal punto di vista qualitativo).
La perdita di biodiversità, i cambiamenti climatici o il carico dell’inquinamento chimico creano altri rischi
e incertezze. In altre parole, la riduzione di alcune pressioni ambientali non ha
necessariamente avuto come risultato una prospettiva positiva per l’ambiente in
senso più ampio.
Recenti valutazioni delle principali tendenze e progressi degli ultimi 10 anni
confermano ripetutamente queste tendenze miste (EEA, 2012b). I capitoli 3,
4 e 5 di questa relazione offrono valutazioni tematiche aggiornate di tali sfide
ambientali, confermando nuovamente questa visione generale.
(continua)