Difesa d'ufficio
di Giuseppe Sanchioni
Vorrei spezzare una lancia, ma che dico una lancia, spezzare un badge, ma che dico un badge, spezzare un tornello in difesa di quei poveracci etichettati col termine estremamente offensivo di furbetti del cartellino.
Che poi sarebbero i tanto vituperati dipendenti di qualche Ente che arrivati in ufficio timbrano i cartellini dei colleghi rischiando una periartrite scapolo-omerale aggravata dalla sindrome del tunnel carpale per lo sforzo e la quantità .
Intanto non è stata rispettata la loro privacy.
Sono stati immortalati dalle telecamere e poi mandati in onda su tutte le televisioni e su Internet in deshabillé, alcuni addirittura in mutande, così come si trovavano, senza avvertirli, che altrimenti si sarebbe abbigliati in maniera più consona al momento.
Poi sono stati accusati di andarsene in giro durante l’orario di lavoro. Ma se uno è superdotato e il suo lavoro lo finisce in cinque minuti perché tenerlo forzatamente in ufficio? Meglio che esca e che abbia la possibilità di distrarsi e di accumulare nuove energie per l’indomani.
E se poi c’è poco lavoro in ufficio perché rimanere rinchiusi dentro a consumare luce, telefono e riscaldamento? Se si assentano è un risparmio e di questi tempi è tutto.
Potrebbero stare a casa e darsi malati ma per non far spendere soldi inutili in visite fiscali preferiscono andare a lavorare, timbrare e poi riuscire.
Tutto questo con un enorme sacrificio personale che però non viene apprezzato dall’opinione pubblica sempre pronta a gridare allo scandalo.
Invece di rimanere in un sottoscala fantozziano magari buio e umido, rischiando di infortunarsi con una pinzatrice o di contrarre una malattia professionale col condizionatore, preferiscono uscire a prendere una boccata d’aria e magari un po’ di sole perché ci tengono alla salute e non vogliono ammalarsi e gravare sul Servizio Sanitario Nazionale, che non sta bene neanche lui.
Non è colpa loro se sono stati assunti pensando alla pianta organica. Hanno partecipato ad un concorso e cercato la raccomandazione giusta, tutte attività usuranti: non basta? Vogliamo ancora infierire su di loro se poi gli sviluppi non ci sono stati, le persone sono state dimenticate, non sono riuscite a trovare il padrino politico giusto per fare carriera? Sono rimasti lo stesso al loro posto a presidiare la fortezza Bastiani e comunque hanno deciso di rendersi utili alla società muovendo l’economia facendo shopping, andando in palestra per tutelare la salute o facendo un secondo lavoro per dare lustro al Paese.
Smettiamola con questa ipocrisia che soffoca la libera iniziativa. La Repubblica è fondata sul lavoro, lo dice la Costituzione. Non c’è nessun riferimento al fatto di timbrare o meno un cartellino e di fare il lavoro in un posto particolare: basta lavorare, cioè produrre ricchezza non importa per chi.
Insomma, quando ce vo’, ce vo’.