#145 - 18 gennaio 2016
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero rimarrà  in rete fino alla mezzanotte del giorno di sabato 31 maggio quando lascerà  il posto al numero 364 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè" (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) «La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti». Papa Francesco «Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo». Alberto degli Entusiasti "Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità , vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Editoriale

Barriere

di Dante Fasciolo

Si è calcolato che nel 2014 oltre 230 milioni di persone:
uomini, donne e bambini sono migrati
da un paese all’altro di questo nostro pianeta.
E le tristi statistiche ci dicono che 3700 di loro
hanno trovato la morte nel Mediterraneo.

Sono dati ufficiali ribaditi ieri
Giornata Mondiale dei Migranti e dei Rifugiati,
ed oggi, con grande sciagurata determinatezza
uno dei paesi d’Europa, cosiddetto civile, l’Austria,
ha chiuso le sue frontiere.

Politica medioevale…l’arroccamento nel castello…
Ma che senso ha oggi, di fronte ad un fenomeno
che ha radici, storia e consuetudine millenarie?
Che senso ha, ora, in un tempo iperconnesso
politicamente, socialmente, economicamente?

Oltre la politica e i loro sordi governi,
profughi e persone in fuga dalle loro patrie
interpellano i singoli e le collettività,
sfidando il tradizionale modo di vivere e, talvolta, sconvolgendo
l’orizzonte culturale e sociale con cui vengono a confronto.

“Sempre più spesso le vittime della violenza e della povertà,
abbandonando le loro terre d’origine,
subiscono l’oltraggio dei trafficanti di persone umane
nel viaggio verso il sogno di un futuro migliore.
E la loro marcia diventa oggetto di sospetti e di paure.

Per capire che nessuna barriera, muro o filo spinato,
mitra spianati sui volti di mamme e bambini,
minacce e violenze contro uomini disarmati e disperati
fermerà chi fugge da guerre e miserie, occorrerà molto tempo.
Ma ognuno di noi ha tempo sufficiente per riflettere e capire.

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