"una cosa bella è una gioia per sempre" John Keats
Orciano - Pesaro
Museo della corda e del mattone
di Alessandro Gentili
Per molti anni ho trascorso le vacanze estive a Cattolica, a due passi da Pesaro, una zona che pensavo di conoscere assai bene (Gradara, San Marino, Urbino, le lunghe e bianche spiagge lastricate dal sole di agosto interamente ricoperte e tappezzate da ombrelloni, creme solari e bagnanti). E' con curiosità e un misto di non so quale nostalgia che non vado più da quelle parti. Ma l'ultima estate i miei piedi sono inciampati in....
Tra le mura antiche del centro storico di Orciano di Pesaro, accanto alla chiesa di Santa Maria Novella, piccolo gioiello del Rinascimento, e all’ariosa piazzetta Giò Pomodoro, il Museo della Corda e del Mattone, ricavato all’interno di un palazzo appartenuto alle suore Maestre Pie dell’ Addolorata di Rimini, ha aperto al pubblico le sue sale.
Il desiderio di conservare origini e tradizioni, ma soprattutto la volontà di insegnare tecniche artigianali del passato alle generazioni del presente, ha permesso l’istituzione di un museo dedicato alle due principali attività di artigianato locale di un tempo: il mestiere del cordaio e la produzione di mattoni e laterizi.
Lasciata la reception (vi si notino i tre oggetti-simbolo del museo: un carrello da fornace, un rotolo di corda, un attrezzo agricolo), si entra nella prima sala del museo dedicata al mattone: la documentazione storica e fotografica della Fornace di Orciano è affiancata da esemplari di prodotti finiti e da manufatti realizzati con tali prodotti (muro ad una, due o tre teste; muro a sacco; arco a tutto sesto; solaio di copertura con manto di coppi e tegole). La sua storia è raccontata da una ricca campionatura che attraversa i secoli, dal periodo romano all’età contemporanea. Il mattone è inscindibilmente legato al territorio: la fornace di Orciano fu in passato assai fiorente. Oggi non è più attiva, ma permane quale esempio di archeologia industriale.
La seconda sala del museo vuole presentare ed illustrare al visitatore un'attività tipica di Orciano: quella dei fabbricatori di corde, noti nel territorio per la loro abilità e ricercati anche dai marinai fanesi per il sartiame dei loro pescherecci. Dopo la presentazione delle materie prime per la produzione della corda, si passa agli strumenti di lavoro (forme, girelle, garbini) a cui fanno da complemento pannelli descrittivi e immagini fotografiche. Viene poi riproposto l'intero macchinario ("manzola" e rastrelli), con corde in lavorazione, cui fa da corredo una ricca campionatura di corde di vario genere ed uso. La presentazione di oggetti e attrezzi agricoli serve poi a ricondurre il tutto entro l'ambiente rurale a cui anche le varie attività artigianali locali si rapportavano.
Una sala a parte è dedicata allo scultore Giò Pomodoro, nativo del luogo, la cui opera Sole Deposto orna la piazzetta, dove sorgeva la sua casa natale, sulla quale si conclude la visita.
Quando ho chiamato gli amici cattolichini e ho parlato loro di questo museo, ho ricevuto solo un "Non lo conosco", "Neanche sapevo che esistesse." "E allora?".
Fragile memoria custodita in queste preziose nicchie di un paese straordinario e ormai perdutamente involgarito.