#140 - 16 novembre 2015
AAA ATTENZIONE - Questo numero rimarrà in rete fino alla mezzanotte del 19 aprile, quando lascerà il posto al numero 350. Ora MOTTI per TUTTI : - Finchè ti morde un lupo, pazienza; quel che secca è quando ti morde una pecora ( J.Joyce) - Lo sport è l'unica cosa intelligente che possano fare gli imbecilli (M.Maccari) - L'amore ti fa fare cose pazze, io per esempio mi sono sposato (B.Sorrel) - Anche i giorni peggiori hanno il loro lato positivo: finiscono! (J.Mc Henry) - Un uomo intelligente a volte è costretto a ubriacarsi per passare il tempo tra gli idioti (E.Hemingway) - Il giornalista è colui che sa distinguere il vero dal falso e pubblica il falso (M. Twain) -
Editoriale

Responsabilità

di Dante Fasciolo

Ci sono momenti nella vita in cui ognuno di noi
deve porsi delle domande e sforzarsi di dare una risposta.
Uno di questi momenti è segnato
dagli avvenimenti che hanno messo a ferro e fuoco
una delle capitali dell’Europa: Parigi.

Non è la prima volta che la Francia viene colpita,
né la prima volta che vengono colpite altre nazioni europee,
ma questo nuovo attacco terroristico
dovrebbe segnare un punto fermo nella lotta
che l’intero occidente sembra voler mettere in atto.

La realtà da affrontare è molto complessa,
abbisogna di profonda riflessione.
Allo smarrimento occorre rispondere con determinatezza
a cominciare non già dalle parole vendetta e guerra,
ma da quelle che producono verità, giustizia, dialogo.

Domandiamoci: è ancora tollerabile che negli anni 2000
vi sia nel mondo fame, analfabetismo, malattie, sfruttamento, miseria…?
E ancora: è possibile sopire le nostre coscienze
elargendo miserabili spiccioli alla soluzione
dell’eccessivo divario di vita tra occidente e terzo mondo?

Che dire poi degli armamenti il cui commercio
gonfia di profitti le casse delle nazioni produttrici,
mentre alimenta odio e conflitti tra popoli e nazioni!?
Possiamo davvero dichiararci estranei a tutto ciò?
Ed è sufficiente rimandare tutto alla responsabilità dei Governi?

Anche di fronte a tragedie come l’odierna c’è qualche sciacallo
che approfitta politicamente e si erge a giudice con stupidità,
e alza l’indice della sconsiderata violenza verbale
inopportunamente sostenuta attraverso la stampa più becera
che usa micidiali parole sanguinarie.

Credo sia finalmente giunto il tempo per avviare
una risposta possibile nel segno del rispetto alle troppe vittime,
una risposta costante agli interrogativi che ci ostiniamo a nascondere,
incominciando dal basso, dalla cosiddetta società civile,
ove ragionevoli atti di coscienza possono fiorire.

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