ResponsabilitÃ
di Dante Fasciolo
Ci sono momenti nella vita in cui ognuno di noi
deve porsi delle domande e sforzarsi di dare una risposta.
Uno di questi momenti è segnato
dagli avvenimenti che hanno messo a ferro e fuoco
una delle capitali dell’Europa: Parigi.
Non è la prima volta che la Francia viene colpita,
né la prima volta che vengono colpite altre nazioni europee,
ma questo nuovo attacco terroristico
dovrebbe segnare un punto fermo nella lotta
che l’intero occidente sembra voler mettere in atto.
La realtà da affrontare è molto complessa,
abbisogna di profonda riflessione.
Allo smarrimento occorre rispondere con determinatezza
a cominciare non già dalle parole vendetta e guerra,
ma da quelle che producono verità , giustizia, dialogo.
Domandiamoci: è ancora tollerabile che negli anni 2000
vi sia nel mondo fame, analfabetismo, malattie, sfruttamento, miseria…?
E ancora: è possibile sopire le nostre coscienze
elargendo miserabili spiccioli alla soluzione
dell’eccessivo divario di vita tra occidente e terzo mondo?
Che dire poi degli armamenti il cui commercio
gonfia di profitti le casse delle nazioni produttrici,
mentre alimenta odio e conflitti tra popoli e nazioni!?
Possiamo davvero dichiararci estranei a tutto ciò?
Ed è sufficiente rimandare tutto alla responsabilità dei Governi?
Anche di fronte a tragedie come l’odierna c’è qualche sciacallo
che approfitta politicamente e si erge a giudice con stupidità ,
e alza l’indice della sconsiderata violenza verbale
inopportunamente sostenuta attraverso la stampa più becera
che usa micidiali parole sanguinarie.
Credo sia finalmente giunto il tempo per avviare
una risposta possibile nel segno del rispetto alle troppe vittime,
una risposta costante agli interrogativi che ci ostiniamo a nascondere,
incominciando dal basso, dalla cosiddetta società civile,
ove ragionevoli atti di coscienza possono fiorire.