#137 - 12 ottobre 2015
AAAAA ATTENZIONE questo numero resterà in rete fino alla mezzanotte del 30 ottobre quando lascerà il posto al numero 357. - BUONA LETTURA - ORA ANTICA SAGGEZZA - Gli angeli lo chiamano piacere divino, i demoni sofferenza infernale, gli uomini amore. (H.Heine) - Pazzia d'amore? Pleonasmo! L'amore è già  in se una pazzia (H.Haine) - Nel bacio d'amore risiede il paradiso terrestre (Lord Byron) - Quando si comincia ad amare si inizia a vivere (M. de Scudery) - L'amore è la poesia dei sensi ( H. De Balzac) - Quando il potere dell'amore supererà  l'amore per il potere, sia avrà  la pace (J. Hendrix)
Editoriale

Un signor nessuno

di Dante Fasciolo

Ancora una volta i fatti del giorno ci invitano a pensare al nostro futuro.
Se il rumore della guerra che sale prepotente
col vento che soffia dal Mediterraneo
non ci obbligasse a ritenere che questo
è il problema che più ci condizionerà nei prossimi decenni,
le dimissioni di un sindaco passerebbero pressoché inosservate.

Ma le dimissioni riguardano le sorti di Roma
che non è proprio una qualsiasi sfortunata città.
Amministrare qui è da sempre difficile,
burocraticamente e politicamente,
e mai si viene a capo delle vere responsabilità.
Il buon senso, tuttavia, deve scuoterci dalla conclamata apatica
e spingerci a guardare avanti superando la tentazione
di un appiattimento sulle inconcludenze del vissuto.

Occorre dare alla città qualcosa in più che un sindaco,
occorre dare a Roma una guida, una personalità indiscutibile.
lo reclama la sua storia: perno centrale della civiltà d’occidente,
lo reclama la sua centralità nazionale di un paese
che gioca un ruolo determinante oggi più che mai
nello scacchiere europeo, ed internazionale
nel rapporto geopolitico con riferimento al medio-oriente.

Lo reclama infine la sua cultura,
la memoria di uomini che hanno lasciato un segno profondo
a livello mondiale nella letteratura, nell’arte, nella scienza.
Tutto questo non va dimenticato, ne sottovalutato.
Roma merita uomini degni di questo nome.

E ora provate a farvi questa domanda:
ma chi sono questi candidati proposti a fare il Sindaco di Roma?
quali meriti hanno? Che rispetto suscitano?

Parlano senza grammatica e promettono come tutti mirabilie;
Indicano problematiche senza un supporto di cultura;
hanno una sicumera degna di un analfabetismo civile e sociale.
Annunciano leggi miracolistiche improbabili,
e mettono sul piatto il peso delle tessere di partito,
e si fanno forti di appoggi di categorie organizzate
che cullano potere, interesse, profitto …e malaffare.

Guardateli bene in faccia questi aspiranti sindaci di Roma.
Scorgete tra loro qualche personalità di minima caratura?
No, è evidente.
Se vincerà uno di costoro, Roma potrà dire di avere
un Sindaco Signor Nessuno.

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