Sotto il cielo delle Hawaii
di Federica Fasciolo
Brian Gilcrest (Bradley Cooper) è stato un militare la cui carriera è finita male a causa di un fallimento in Afghanistan: ora lavora per Carson Welch (Bill Murray), miliardario non poco ambizioso, e ha il compito di negoziare un patto con i nativi hawaiani che già conosce. Tutto per il posizionamento di un satellite da Welch finanziato.
Col suo ritorno nelle Hawaii dopo anni, oltre ai nativi, Brian incontra però anche il suo passato più intimo e personale: la sua ex fidanzata Tracy (Rachel McAdams), ora sposata e con figli, pronta a fargli tornare in mente chi lui è stato in passato e chi potrebbe essere in futuro...
Ciliegina sulla torta, la pilota Allison Ng (Emma Stone), idealista, sensibile e simpatica, ma capace di rivelare verità anche scomode.
Sotto il cielo delle Hawaii, commedia leggera ma non troppo, dal cast stellare e dall'atmosfera forte e delicata allo stesso tempo - metafora perfetta della natura che ricopre qui un ruolo fondamentale - è un altro film di qualità in questo settembre già cinematograficamente ricco.
Sono molti gli aspetti che rendono questo film interessante: temi come quello della libertà, della forza della natura, dello scontro tra passato e presente, dell'amicizia e dell'amore, sono qui rimescolati in modo originale, con chicche divertenti capaci di far ridere e riflettere o di trasmettere emozioni anche complicate in modo diretto e, apparentemente, semplice.
Il marito di Tracy - che “parla senza parlare” creando scene tanto divertenti quanto significative - pur essendo un personaggio che entra meno in scena, rimane certamente impresso. Come lui, anche il miliardario, Welch, è meno presente, eppure entrambi vengono tratteggiati con cura in modo da farci avere un’idea, una sensazione, delle loro motivazioni più profonde. Le due donne, Tracy e Allison, sono tutte e due forti anche se molto diverse tra loro. E la complessità del protagonista, Brian, che viene alla luce senza essere "spiegata", dimostra la maestria nella scrittura dei personaggi di Cameron Crowe (che ha anche diretto il film), un regista e sceneggiatore già vincitore di due premi Oscar.
A essere interessante è anche il fatto che le Hawaii rappresentate non sono quelle da "alta stagione" in riva al mare. A esser portato in scena è il loro lato più spirituale, legato alle tradizioni dei popoli che le abitano e al loro stretto contatto col mondo naturale. E la parola "naturale" è adatta anche per descrivere il film nel suo complesso e nelle sue sfaccettature: la natura del mondo si incontra infatti con quella umana, con i suoi interessi e coi suoi limiti. Al centro di tutto l'onestà con se stessi, con gli altri e, soprattutto, il confronto tra passato e presente, in cui a vincere è chi ha il coraggio di crescere e andare avanti. Il tutto il modo, appunto, naturale. E commovente. Da vedere.