14° Congresso Forestale Mondiale
Durban - Sud Africa
Deforestazione
Le foreste diminuiscono. Questo è il grido d’allarme lanciato dal 14° Congresso Forestale Mondiale organizzato ogni sei anni dalla FAO e che si è tenuto dal 7 all'11 settembre per la prima volta sul suolo africano, a Durban.
Il mondo ha perso 129 milioni di ettari di foreste in 25 anni, l’equivalente della zona del Sud Africa. E l’Africa non è stata risparmiata.
Cinque paesi africani sono nella lista delle dieci nazioni dove la deforestazione è la più veloce al mondo. L’Africa occidentale ne è particolarmente colpita: Sierra Leone, Liberia, Guinea, Guinea-Bissau.
Lo sfruttamento del legname, l’agricoltura intensiva, in particolare per l’olio di palma, il prodotto più consumato nel mondo, hanno accelerato la deforestazione.
Un’altra area che preoccupa è quella del bacino del Congo (Camerun, Gabon, Centrafrica, Repubblica Democratica del Congo), che ospita il 90% della foresta tropicale del continente.
La deforestazione, legata allo sfruttamento del legname tropicale, è ancora debole ma in crescita, in particolare in Centrafrica dove di recente si è impiantato un gruppo francese. In RDCongo ugualmente, l’assenza di regole ha fatto esplodere il disboscamento illegale delle specie minacciate come il legno Wengé.
“Il Gabon sta per intraprendere lo sviluppo di grandi progetti agricoli che sono una minaccia non solo per la biodiversità, ma anche per le popolazioni indigene che soffrono oggi a cusa dell’invasione di progetti agricoli” - spiega Frédéric Amiel, specialista delle foreste per Greenpeace Francia - “Quindi, anche se il Gabon continua ad essere un paese con alta copertura forestale, questo è un paese dove lo sfruttamento di legname si continua a fare non in buone condizioni e dove i terreni agricoli si sviluppano più velocemente che nei paesi vicini. “
Infine, ultima area problematica: il Madagascar. L’anno scorso, il paese ha perso quasi 320.000 ettari, pari al 2% della sua foresta. Anche qui sono coinvolte l’agricoltura, lo sfruttamento delle miniere, ma soprattutto lo sfruttamento illegale di legni pregiati, come il palissandro, che causano una deforestazione intensiva.
Per gli organizzatori di questo 14° Congresso forestale mondiale, il controllo delle foreste è indispensabile perché le ripercussioni di una cattiva gestione sono molteplici: il cambiamento climatico, l’erosione, la distruzione dell’ecosistema e lo spostamento delle popolazioni.
(Fonte: RFI)