In riva al lago di Lugano, immerso fra ulivi e cipresso
Valsolda - Lago di Lugano - Lombardia
Santuario Madonna della Caravina
Una antica devozione - arte e preghiera
di Dante Fasciolo
ll grazioso e devoto Santuario della Madonna della Caravina si trova sulla strada che collega Lugano e Porlezza, sulle rive del Ceresio.
Il Fogazzaro nel "Piccolo Mondo Antico" ha cantato in modo romantico, la bellezza poetica del posto dove sorge il Santuario, proprio al limitare della Valsolda, l’unica terra d’Italia che seppe per oltre un millennio, custodire inviolata la libertà e l’indipendenza. Fino al 15 Maggio 1783, quando fu dolorosamente annessa all’Austria, la Valsolda si resse sempre a libero Comune sotto l’alta sovranità dell’Arcivescovo di Milano che tuttora porta il titolo di Signore della Valsolda.
Nel punto dove, fra il verde chiaro degli ulivi e quello più cupo dei cipressi, biancheggia il Santuario e dove il monte sembra protendersi sul lago quasi a contemplarne la severa bellezza, esisteva fin dagli inizi del 1500 una rozza cappelletta campestre che aveva dipinta sullo sfondo la Madonna Addolorata con Gesù morto sulle ginocchia.
Nel 1530, un fuoriuscito valsoldese, sfuggito alla giustizia, aveva potuto salvarsi varcando il confine italo-svizzero. Arrivato alla cappelletta della Caravina, le autorità sanitarie della Valsolda lo sottoposero per misura precauzionale ad una rigorosa quarantena. Purtroppo il poveretto era infetto da peste bubbonica. Consunto dall’inedia e rifuggito da tutti, l’infelice passava le lunghe ore della giornata all’interno della cappelletta a domandare conforto a Colei che i Padri della Chiesa chiamano "Pubblico Ospedale dei poveri peccatori". Un giorno vide in sogno la Madonna della Caravina, prendere vita, avvicinarsi a lui e fargli quello che il Buon Samaritano fece al viandante di Gerico. Svegliatosi, s’accorse d’essere guarito. Il sogno era diventato realtà.Pochi anni dopo accadrà il miracolo che darà origine al Santuario odierno.
L’undici Maggio 1562, lunedì dopo l’Ascensione e primo giorno delle Rogazioni secondo il rito ambrosiano, verso mezzogiorno, terminata a Cima la processione di penitenza, i fedeli facevano ritorno alla spicciolata alle loro case.
Due donne, Pedrina di Cortivo e Beltramina Mazzucchi, alla Caravina, vollero entrare nella cappelletta per salutare la Madonna. Con loro grande meraviglia, arrivate La videro piangente da entrambi gli occhi.
In breve, si sparse la notizia: "La Madonna della Caravina piange!”
Altri miracoli confermarono, il giorno stesso, il pianto miracoloso della Vergine: una donna di Oria, malata ad una gamba da parecchi anni, guarì improvvisamente.
Tre giorni dopo, due sacerdoti ammalati, guarirono celebrando la S. Messa.
Questi ed altri miracoli arrivarono all’orecchio dell’Arcivescovo di Milano, che era allora Carlo Borromeo. Egli ordinò l’indagine canonica per stabilire l’autenticità dei miracoli. Il risultato fu che l’Autorità Ecclesiastica dichiarò miracoloso il quadro della Caravina ed ordinò la costruzione del Santuario.
Il nuovo Santuario fu visitato due volte dall'Arcivescovo rispettivamente nel 1570 e nel 1572, il quale fece trasportare l’affresco della Madonna sull’Altare Maggiore.
In occasione del primo centenario delle lacrime della Madonna, verso il 1662, sull’area del primo Santuario, fu costruito l’attuale, su disegno di Carlo Buzzi, architetto del Duomo e dell’Ospedale Maggiore di Milano.
Altre espressioni artistiche sono presenti: gli stucchi sono opere assai pregevoli di Giovanni Prandi di Porlezza; gli stupendi affreschi delle cappelle laterali sono opera dei due Campionesi, zio e nipote, Isidoro e Girolamo Bianchi dove hanno dipinto il loro autoritratto.
Nel 1737, poco prima del secondo centenario, fu eretto l’attuale Altare Maggiore.
In occasione del terzo centenario, nel 1862, la facciata fu arricchita con l’aggiunta del pronao a quattro colonne: opera del Valsoldese Carlo Vicini.