#103 - 8 settembre 2014
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero rimarrà  in rete fino alla mezzanotte del giorno di sabato 31 maggio quando lascerà  il posto al numero 364 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè" (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) «La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti». Papa Francesco «Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo». Alberto degli Entusiasti "Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità , vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Editoriale

Arlecchino fa il suo giro

di Dante Fasciolo

Si sa che il vestito di arlecchino fu costruito
assemblando lembi di vario colore…
in tempo di miseria la creatività aiuta
un’invenzione di successo per alcuni,
indice di rassegnazione per altri;
una posizione mediana
accordò al personaggio la furbizia
e al contempo lo bollò di servilismo.

Ora spostiamoci in medio oriente: improvvisati sarti
retaggio di disastri politico-militari
hanno confezionato in fretta un vestito per quei territori:
pezze a colori per determinare una pace
che a lungo ha esercitato servilismo
mentre cuoceva odio sotto la cenere.

I tempi cambiano, le pezze perdono il loro colore originale,
confondono i confini, le cuciture si strappano ai bordi…
succede per il vestito di Arlecchino,
succede per l’ampio spicchio di mondo
ora non più controllabile.

Vecchi leoni-padroni hanno abbandonato le loro prede nella savana
ora smarrite, impaurite, incapaci a trovare sentieri di giustizia.
Le tribù tornate in guerra fra loro cercano nuova acqua
lontano dai vecchi aridi pozzi
avvelenati dall’odio, dalle furbizie, dagli sfruttamenti
macchine silenziose e subdole che sollecitano risentimenti,
fornisco polveri per i cannoni…e lasciano un po’ di petrolio
per bruciare i libri della vita…i simboli dei padri…millenni di storia.

Arlecchino fa il suo giro,
s’inchina ai forti, e ai miseri,
ai violenti e alle vittime, alle distruzioni, al dolore, ai lutti…
Arlecchino fa il suo giro
e il mondo lo segue.

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