#128 - 11 maggio 2015
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Arte

Dal 19 aprile al 20 settembre, la mostra Mira! – Ortega a Matera ripercorre il periodo materano dell’artista spagnolo José Ortega, ospite della città dei Sassi nei primi anni 70, non solo attraverso le sue opere ma anche tramite l’analisi del suo metodo di lavoro, perfetta unione di estro artistico e sapienza artigiana.

Ortega a Matera

di Eva Mari

Ortega a MateraOrtega a MateraOrtega a Matera

Dal 19 aprile al 20 settembre, la mostra Mira! – Ortega a Matera ripercorre il periodo materano dell’artista spagnolo José Ortega, ospite della città dei Sassi nei primi anni 70, non solo attraverso le sue opere ma anche tramite l’analisi del suo metodo di lavoro, perfetta unione di estro artistico e sapienza artigiana.

Ortega a MateraOrtega a MateraOrtega a Matera

Mira! – Ortega a Matera è una mostra per scoprire l’universo artistico di Josè Ortega, per il quale lo scopo dell’arte era far conoscere agli altri quello che io ho capito.
Nato ad Arruba de los Montes nel 1921 e scomparso a Parigi nel 1990, Josè Ortega ha lottato sin da ragazzo contro la dittatura franchista, costretto prima al carcere e poi a fuggire dalla sua Spagna. Esule in Francia e, successivamente, in Italia, il pittore mancego arrivò a Matera nei primi anni 70.

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L’esposizione analizzerà in particolare gli anni in cui Ortega visse nella città dei Sassi, la scoperta e la lavorazione della cartapesta, materiale povero e multiforme della tradizione artigiana materana, e le fasi di composizione di Passarono e Morte e nascita degli innocenti, i due cicli che raccontano le dittature di ogni tempo e luogo.
In venti pannelli di cartapesta dipinta Ortega descrive i conflitti e il male che, in ogni Paese e in ogni epoca, schiacciano l’uomo, il cui riscatto avviene grazie alla passione e alla lotta, in una successione ininterrotta di cicli di morte e nascita. Il percorso espositivo partirà dagli strumenti di lavoro del maestro spagnolo, i pennelli, le terre con le quali preparava i colori, le basi di cartapesta, proseguirà con i quadri che anticipano la composizione dei venti pannelli dei due cicli e arriverà, infine, ai pannelli finiti.

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Chiudono la sezione nelle Sale dalla caccia del MUSMA le preziose terrecotte, realizzate sempre negli anni materani. Disegni, foto e materiale audio - video completeranno il racconto del mondo di un’artista che nella città dei Sassi ritrovò i colori, i valori e il calore della sua terra e che ha voluto, con l’aiuto del pennello, creare un linguaggio comprensibile a tutti.

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