Immerso nel verde con vista mozzafiato
Capri
Certosa di San Giacomo
di Dante Fasciolo
La fondazione del complesso della Certosa di San Giacomo risale alla seconda metà del ‘300, come testimonia il pregevole affresco che sormonta il portale di accesso alla chiesa, databile al 1371 circa.
Oggi la Certosa presenta una stratificazione d’interventi che spesso si sono sovrapposti, trasformando anche il preesistente. Nonostante ciò, resta caratterizzata da un inconfondibile stile architettonico, lo stesso che si ritrova in larga parte dell’isola e della costiera amalfitana.
Nel 1373 la regina Giovanna I, già protettrice dei certosini di San Martino, invio' sull’isola i Padri che avrebbero dovuto abitare la Certosa. A seguito delle incursioni piratesche, la Certosa subì gravi danni e, a partire dal 1563, fu oggetto di rilevanti lavori di restauro.
Nel 1808 la Certosa verrà soppressa e i suoi beni confiscati. Nel 1815 fu destinata a caserma, poi divenne ospizio per invalidi e dopo il 1860 fino al 1898 fu sede della V Compagnia di disciplina, costituita da anarchici e militari di cattiva condotta.
L’ultimo atto, che molto influì sul futuro degrado del complesso, fu con l’Unità d’Italia, quando i beni e le rendite dei monaci certosini di Capri furono ceduti alla chiesa di Ischia. Un progetto organico di restauro si ebbe a partire dal 1927, con il Soprintendente Gino Chierici, che riportò alla luce, per quanto possibile, le originarie strutture trecentesche. Nel 1936 la Certosa venne destinata ai Canonici regolari Lateranensi, ospitando un istituto ginnasio ed una biblioteca, ma durante la seconda guerra mondiale la situazione andò progressivamente peggiorando, fino al definitivo abbandono della Certosa da parte dei Canonici.
Nel 1975 l'allora Soprintendente Raffaello Causa vi istituì il Museo dedicato al pittore tedesco Karl Wilhelm Diefenbach, morto sull'isola nel 1913.