Continua sul nostro giornale la pubblicazione dei video
di attrici che interpretano i racconti tratti dal poema
Mi svelo ma in animo nuda
https://youtu.be/wVKEDNJZ1BU
Le storie del corpo che ogni donna può raccontare
di Antonio Bruni
Ogni persona custodisce nel profondo della memoria un vissuto del corpo, esemplare della propria identità. Quel pensiero è in lei presente, è raro che ne parli, può restare custodito o inconsapevole nell'animo ma può svelarsi, se ad ascoltare c'è un poeta. Nasce così "Mi svelo ma in animo nuda" il poema scritto in versi novenari.
Sono novanta storie vere di vita sessuale di donne normali, raccolte da Antonio Bruni con lunghe interviste personali e trascritte in versi, per renderle più delicate nella loro crudezza. I racconti sono immediati nella loro intimità, senza omissioni. Solo le donne sanno essere sincere con sé stesse.
L’opera, pensata per essere stampata in un libro, è stata invece pubblicata a voce in scena. Venticinque letture dal 2002 al 2017 in teatri, locali, televisioni, piazze. Sono cinquantadue le interpreti di Mi svelo… dal 2002 al 2017.
Oggi vi presentiamo Martine Brochard, nella lettura maratona del dicembre 2003 al Teatro de’ Servi di Roma di Roma per la regia di Idalberto Fei. Martine interpreta il racconto in versi “Ho desiderio?”
Una donna, bella e agiata, si interroga sulla propria carenza di desiderio sessuale.
https://youtu.be/wVKEDNJZ1BU
sesto coro - qualcosa segnato in profondo n. 52
HO DESIDERIO?
indotta con tatto a sentire non trovo risposta a chi chiede
Fu come improvvisa quell' ombra
la prima paura in persona
sentirmi toccata con mani
palpare che è quasi possesso
estraneo al mio aspetto salubre
aduso a funzioni sportive
le nuvole con lo sviluppo
normali come altre ragazze
i giri segreti di ormoni
non davano prurito alle membra
in pieno turgore di curve
ignote carezze affettuose
potevo permettere approccio?
durezza virile a difesa
di forme di grazia e di interno
celata financo a me stessa
dovevo serbare la rocca
dai subdoli ladri di amore
più raro affiorava il richiamo
dei sensi a esprimersi in gesti
non sforzo nel renderlo muto
alzavo le grate all' impulso
di dire mi piaci a un ragazzo
coprirmi nell' adolescenza
dai mille aggettivi un signore
maturo e con delicatezza
discreto bussò al mio castello
il garbo fu grande e concessi
l'entrata al giardino d’intorno
omaggio mi rese e rispetto
lustrando ogni petalo in me
finché rilassata in lusinga
le chiavi in fiducia affidai
di accesso alla mia giovinezza
la spinta soltanto di amore
rendeva possibile amplesso
rapporto accettato in letizia
ma sciapo in complesso il sentire
attenta a curarmi in aspetto
ornata e dipinta a misura
bellezza da foto e da sguardi
da corsa da canto e da scena
finì con lo sposo l'intesa
decisi al teatro donarmi
modesta carriera negli anni
attrice mi sogno ancor oggi
in scena che arrivo in ritardo
nei titoli amata da Brando
applausi come ospite in reggia
scordarmi la parte e successi
ma accetto in saggezza il mio stato
mi allungo e proietto lontano
poi guardo lo specchio e mi cerco
deprimo e smarrisco il momento
allora all' aperto pedalo
in bici allontano la crisi
il fisico in moto ritrovo
non posso in me dire altra storia
le ho tutte decise in ragione
mai colpi di testa o di cuore
qualcosa d‘inquieto non scatta
se non lo decido in cervello
se manca una spinta o un motivo
son priva di vento interiore
non tendo giammai abbandonarmi
in regola accetto il piacere
ma vive da solo ha meandri
l'orgasmo organismo complesso
che muta ogni giorno nel ciclo?
e palpita carne in umori
fluire e ritorni di linfa
circuiti finali alla vita?
desidero io ho desiderio?
indotta con tatto a provare
diletto di scambio nel sesso
non trovo risposta a chi chiede
"cos' è che ti piace e ti attira? "
non urto di istinti in lussuria
nemmeno vibrar di trasporti
ricerco tracciati emotivi
in vergini campi mentali
non figli ma figlia a me stessa
avverto in me scissa un'assenza
un'ala mia tacita e scura
ma come spontanea destarmi
tentare parola del corpo
unendolo in febbre a passione?
non sono a voltarmi in profondo
aprire la porta a quell' urlo
che l’anima avvolge e la striglia.