#365 - 1 luglio 2025
AAAAA ATTENZIONE - Amici lettori, questo numero resterà  in rete fino alla mezzanotte di martedi 30 settembre quando lascerà  il posto al numero 368. BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti (Papa Francesco) Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo (Alberto degli Entusiasti) Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità, vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Attualità

Il dilemma

Tregua e pace

di Amanzio Possenti

Se è vero che tra tregua e pace c’è molta differenza - sostanzialmente le posizioni avverse rimangono tali, intatte - nondimeno la forza di una tregua, ancor più se seguita da una trattativa, emana un proprio carattere forte. Quanto meno si cerca di ragionare affinchè prevalgano i motivi del rinnovato rapporto anzichè quelli della costante divisione. Ed è proprio qui che si verifica la buona volontà oppure soltanto la convenienza.

La tregua imposta da Trump ai due storici contendenti Israele e Iran affronta dunque questa situazione, poiché se si trattasse di una sosta per riarmarsi e tornare appena possibile a configgere, sarebbe qualcosa di inaccettabile sia rispetto ai due Paesi in guerra (da 47anni da quando si installò al potere la classe degli ayatollah), sia rispetto alla comunità internazionale che si oppone all’armamento nucleare dell’Iran.
Da parte sua Israele, stretta nella decisione iraniana di ‘cancellare’ lo stato ebraico non può stare a guardare se vuole garantire la propria sicurezza e sopravvivenza messa ininterrottamente a repentaglio, a peggior ragione se il regime iraniano disponesse della atomica (continuando a far salire la percentuale di uranio arricchito): resta da controllare se il massiccio bombardamento americano ha totalmente distrutto, e di quanto, il potenziale nucleare degli ayhatollah.

Torna il discorso tregua-pace: se la prima è solo un espediente che rimanda nel tempo un problema cancellato oppure in parte, allora la tregua non eliminerà il tema. Chiaro che tutti noi confidiamo che la tregua sia il preludio positivo ad una futura e autentica pace. Per il bene di tutti.

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