#363 - 1 maggio 2025
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero rimarrà  in rete fino alla mezzanotte del giorno di sabato 31 maggio quando lascerà  il posto al numero 364 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè" (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) «La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti». Papa Francesco «Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo». Alberto degli Entusiasti "Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità , vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Racconto

Shaliran

Il Piccolo fiore sorridente - 47

di Ruggero Scarponi

La Cerimonia dell’anatema

Come era convenuto, trascorsa la festa di maduch mas, la festa delle preghiere primizie, cioè il giorno in cui i giovani Karmashem si recavano per la prima volta al tempio per recare l’offerta alla sacra prediletta, ci si apprestò alla cerimonia dell’anatema.
Il Gran Sacerdote convocò allora Yabele così gli parlò - Yabel, figlio mio, il Consiglio degli Anziani ci impone questo rito.
È vero che le scritture lo contemplano e quindi è lecito per uno sha-uraz amministrarlo.
Ma dal tempo del popolo della rivelazione, il popolo Rho, il popolo dei quattro fiumi universali, fondatore di questa nostra onorevole città, mai furono chiamati gli dei e soprattutto la sacra prediletta a testimoniare una simile invocazione. Domani Yabel salirai i gradini della torre Assur e pronuncerai le terribili parole della maledizione. Nessuno sa come saranno accolte dagli dei e come la terra e il cielo reagiranno. Sappi che l’invocazione è definitiva e può essere pronunciata una sola volta nella storia del mondo. È assai grave questo compito e su di te ricade la responsabilità. Scaglierai l’anatema contro tuo padre e il tuo popolo Yabel, ne sei consapevole? Quest’onere non può esserti risparmiato poiché tu sei lo sha-uraz e a te è dato di compiere il sacrificio e l’invocazione. Ho passato molti giorni a leggere le scritture per trovare un passo, un versetto, una riflessione che consentisse di eludere questa terribile citazione ma non sono riuscito ancorché assai oscure sono le quartine del primo libro del tempo della vita che così riferisce

O nobile e onorevole città di Shawrandall
Le tue possenti mura siano baluardo e rifugio
Alla sacra prediletta che in te
Stabilisce la sua dimora
Più del tuo seme
E del sangue dei tuoi figli
Ti sia caro il tetto
Che la sacra prediletta accoglie
Se la spada e il sacrilegio
La offendono allora che le sabbie
Del deserto si sollevino
E la parola del sacerdote sia sacra
Così parlerai al cielo e alla terra
Così gli elementi cari
alla sacra prediletta e al suo sposo
rivolgerai contro il sacrilego invasore
O Sacra Prediletta tra tutti gli dei Naor
La prescelta tra tutte le città Shawrandall
Invoca contro il suo nemico la tua collera
Colpiscilo severa e preserva la tua dimora.

Queste cinque quartine recitò l’anziano Gran Sacerdote a Yabel alla vigilia della cerimonia dell’anatema.
Così rispose Yabel - Padre e maestro, sono ben conscio della grande responsabilità che grava sulla mia persona come so bene che non è possibile ripetere due volte l’invocazione e le parole pronunciate debbono essere chiare e senza errori. So anche che lo sha-uraz non può fallire l’invocazione a pena della morte. Ma so anche che gli dei mi sostengono in questo momento grave e triste. Invocherò la collera della sacra prediletta contro mio padre e il mio popolo e non potrò mai più far ritorno alla mia antica casa. Ma sono gli dei stessi che mi hanno chiamato a questo ufficio ed io, docile, mi piego al loro volere. Domani, forse, metteremo fine alla guerra e questo lenisce un po’ della tristezza che io provo nel fondo del mio animo. Mi sento pronto, venerato maestro ma impartisci su di me la tua benedizione che il mio cuore sarà più forte e più fermo il mio spirito. -
Così rispose Yabel al Gran sacerdote. Il giorno seguente Yabel andò in processione dal tempio Karashan alla torre più alta di Shawrandall, la torre Assur. Lo precedevano i tamburini per annunziare al popolo il sacro passaggio, venivano poi i portatori dello stendardo dell’onorevole città di Shawrandall, gli amministratori civili e militari, i loro familiari, una scorta armata, l’intero Consiglio degli Anziani e il Gran Sacerdote che reggeva in mano l’effigie della Sacra prediletta. Ultimo veniva Yabel seguito dai sacerdoti del tempio Karashan.
Il corteo passò tra due ali di folla, una grande tensione si percepiva dal momento che tutti erano consapevoli che quel rito non era mai stato pronunciato e non lo sarebbe stato mai più fino alla fine dei tempi. Si procedette per la grande via Ko’her che recava allo Shamir nei pressi del quale era situata la torre Assur. Tutta la città era pavesata con bandiere e stendardi e i cittadini lanciavano sul corteo i profumati fiori di Ran. Sul finire del mattino dopo oltre un’ora si giunse alla torre. L’intero percorso era stato presidiato dai soldati per evitare qualsiasi inconveniente.

Di fronte alla torre tutte le autorità civili e militari si disposero a far da ala a Yabel che vestito l’abito cerimoniale si apprestava a salire i gradini della torre. Avrebbero seguito Yabel, in qualità di testimoni, il governatore militare, il governatore civile, il sacerdote aiutante e l’emissario del Consiglio degli Anziani. Quando il sole fosse giunto al culmine la formula sarebbe stata pronunciata. Così fu. Yabel recitò la formula con voce ferma leggendo il libro sostenuto dal suo aiutante e con le braccia sollevate al cielo.
Quando ebbe finito di celebrare il rito si affacciò e rivolto al popolo fece cenno che la formula era stata pronunciata.
L’emissario del Consiglio degli Anziani quale maestro del cerimoniale certificò con il gesto stabilito dal protocollo e cioè l’incrocio delle mani che tutto si era svolto secondo le prescrizioni e che l’anatema era stato scagliato contro Jalabar il suo esercito e il suo popolo. Prima del sorgere della nuova luna gli dei avrebbero manifestato la loro volontà. Fu così dunque che nel mese di Okhun all’indomani della festa di maduch mas l’onorevole città di Shawrandall alla presenza del popolo tutto e delle autorità civili e militari ricorse alla tremenda maledizione, come sarebbe stato scritto e tramandato per innumerevoli anni.

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