Dalla ricca e variegata produzione di un dotto artista ecco una scelta particolare di opere:
silenziosa preghiera compiegata a storie di uomini di cuore:
coraggiosi ed impavidi testimoni di storia e di amore alla loro terra e al loro mare.
Colori vivaci e decisi rivelatori dello spirito e dell' animo marinaro.
Lino Pes
Il sonno delle barche
Di Paolo Sirena*
I trascorsi d'astrattista fanno da scenario alla lirica figurale di questa nuova stagione del Maestro olbiese.
Sonata di violino nell'autunno dell'anima, racconto di un tempo andato, nostalgia di un passato intimo, di passeggiate a piedi nudi sulla spiaggia a contemplare i propri pensieri. Barche di pescatori che non portano lontano, reti sdraiate al sole ad asciugare che riposano dalle fatiche del lavoro notturno. Legni e detriti giunti da chissà dove dormono sulla riva saturi d'avventure, raccontano di storie senza meta, storie di marinai.
Interroga il sonno delle cose il Pittore, come farebbe il Poeta con la sua penna migliore. Ritrae immutabile il ricordo, che nemmeno il lento logorio del tempo, né l'azione erosiva del mare, possono cancellare. La sua pittura dai tocchi impressionisti sfida le trasparenze del mare, la punta del pennello galleggia sulla tela, di onda in onda. Sembra di esserci, di esserci stati, di volerci andare.
Si odono grida di gabbiani, la sera. Luci vespertine mugugnano su di un'epoca passato, mestieri al tramonto, vite vissute da padri pescatori con figli camerieri.
Una Costa Smeralda insolita, così com'era prima dell'avvento del turismo.
Nessun rimpianto ideologico né alcuna critica sociale. Il progresso deve avanzare, e faccia pure il suo corso, sembra dire il pittore.
Intanto lui osserva con gli occhi dell'animo le luci del mare, piano piano, mentre si adagiano sulle cose. Mentre accendono di chiarore il vecchio e sgangherato pontile bianco, che sopravvive alla sua funzione pur nell'instabilità pre-caria. Mentre il mare gioca con i riverberi che bagnano di riflessi i lidi e le spiagge rubate ai pescatori.
Le opere di questo periodo non sono semplici marine che vogliono farsi apprezzare per l'indiscutibile abilità pittorica, sono piuttosto nature morte che inducono a riflettere sulla filosofia dell'esistere. Un cardo giallo dimenticato ad essiccare sul lenzuolo bianco contrasta con il verde agitato dei flutti sullo sfondo.
Si lo sfondo, così lontano, con i villaggi fatiscenti dei pescatori o col mare infaticabile che culla gli scafi, contrasta con i primi piani che accolgono, come detriti intrappolati nella sabbia, le nature morte.
Due piani paralleli che dialogano tra loro e creano il racconto. Il mondo sempiterno della natura morto, memento mori che rappresento un particolare per il tutto, si staglia nel primo piano come preludio di morte e ci induce a riflettere sulla lenta scomparsa del mondo ritratto nei secondi piani: il mare, i villaggi dei pescatori, i porticcioli e le barche stanche che ancora vi ormeggiano, ancorate chissà come ai traballanti pontili di legno.
Raramente compaiono gli uomini. I pescatori di un tempo "Dormono sulla collina..." nella Spoon River marina del nostro artista, con penne di luce scrivono sull'acqua i loro epitaffi silenziosi.
- Direttore del Museo "Sa Corona Arrubia"