Al Salone Internazionale del Libro
Dante a Torino
di Angelo Zito
Un ricordo.
Alloggiavo all’albergo Victoria in via Nino Costa, il grande poeta piemontese
che è doverosamente ricordato con una stele all’ingresso del parco del Valentino
con una sua poesia:
Quando ch’ai rivrà l’ora pi granda: l’ultima
e ch’am ciamaran lòn ch’i l’hai fait ed bel
mi rispondrai ch’i l’hai guardà le nivole
le nivole ca van… travers al ciel.
E quelle nuvole che vedevo dalla terrazza della stanza che occupavo mi
ispirarono per iniziare a scrivere la traduzione in versi romani dell’Inferno di
Dante, sí fu proprio allora in quei lontani anni degli ’80. Un passaggio di
testimone tra Torino e Roma.
La nostalgia della mia città e l’atmosfera torinese che smuove dal profondo le
sensazioni più intime e i ricordi favorí il cammino della mia penna. Così
cominciò il mio approccio a Dante che dopo un lungo impegno ho completato
solo recentemente.
Ma Torino volle occupare le mie emozioni in una maniera inaspettata, ogni
mattina andavo dall’albergo agli studi tv della Rai in via Verdi e un giorno
arrivando da via Lagrange ho trovato tutta la piazza della Biblioteca nazionale
universitaria occupata da una vegetazione folta, ad altezza d‘uomo, e dentro si
nascondevano simulacri di fanti della grande guerra, armati di moschetto.
Fantasiosa e commovente rievocazione, omaggio a quanti hanno dato la loro vita
per un ideale.
E oggi tutto l’INFERNO di DANTE, cantato ne la lingua de Roma, ritorna a Torino da dove ha mosso i primi passi, sarà presente al Salone int. del libro - LINGOTTO - dal 15 al 19 maggio allo stand di Tempesta editore Padiglione Oval T107