#362 - 11 aprile 2025
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero resterà  in rete fino alla mezzanotte di mercoledi 30 aprile quando lascerà il posto al n° 363 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi un po' di SATIRA - Nasciamo nudi, umidicci ed affamati. Poi le cose peggiorano - Chi non s ridere non è una persona seria (P. Caruso) - l'amore è la risposta ma mentre aspettate la risposta, il sesso può suggerire delle ottime domande (W. Allen) - Ci sono persone che si sposano per un colpo di fulmine ed altre che rimangono single per un colpo di genio - Un giorno senza una risata è un giorno sprecato C. Chaplin) - "Il tempo aggiusta ogni cosa" Si sbrigasse non sono mica immortale! (F. Collettini) - Non muoverti, voglio dimenticarti proprio come sei (H. Youngman) - La differenza tra genialità  e stupidità è che la genialità  ha i suoi limiti (A. Einstein). -
curiosità

"Il ricordo delle cose passate" (William Shakespeare)

Nostalgia

di Roberto Bonsi

Secondo le fonti ufficialmente stilate ed espresse da Wikipedia, cioè dalla più importante e conosciuta enciclopedia “online” dell' “universo” del Web, il termine: “Nostalgia” fa comprendere che la stessa, la quale non è un sentimento, bensì è un’emozione, è un qualcosa che può esser debole oppure forte, e che può persino arrivare ad attanagliare la nostra psiche e quasi in contemporanea il nostro corpo, questo presumibilmente nei casi più gravi e diremo estremi, dopodichè si può arrivare anche a perdere il controllo a causa della stessa.

La nostalgia può essere “canaglia”, come per i tempi andati, oppure “balorda”, come per i tempi attuali, ma qui cadiamo nel futile canzonettistico, e voi avete già ben capito il perchè!. “Sanremo docet”!!!. Tra il brindisino Albano Carrisi ed il genovese Federico Oliveri “alias” Olly, per età e soprattutto per esperienza artistica, si precipita in un già profondo abisso, e ben si sa che non è affatto vero che sono solo canzonette, nonostante la … “convinzione” musical-canora del “rocker” Edoardo Bennato.

Ecco che le canzoni possono sottendere al ricordo, il quale può essere di natura nostalgica o gioiosa, e ad ogni brano è legato e ci si collega ad un ricordo bello o brutto che sia, vicino o lontano che resti o che vada. Soffrire di nostalgia significa patire i presupposti di una malattia antropologica, ma bando ai paroloni. “Antro” si riferisce all’uomo singolo, ma anche all’umanità intera, ed esso è il consueto termine greco che unitamente alla lingua latina che morta non è, pone le basi del nostro vivere giornaliero ponendoci verso il puro e costante dialogo con la gente cosiddetta: comune, quella di tutti i giorni, a volte in casa e spesso fuori, e il resto della parola in questione vuol dire: "Studio", quindi coniugando il tutto si arriva a: “Studio dell’umanità”, cioè, ed in breve, una cosa non da poco.

Quando la nostalgia assume come scritto sopra un connotato patologico, allora si ricorre al termine di “nostomania (n.d.a.: La nostalgia nella sua forma più acuta e morbosa)”. La nostra parola configura un labile od anche netto rimpianto verso diversi fatti perlopiù positivi accaduti in un passato recente o lontano. Esiste una sostanziale differenziazione tra un’emozione di pieno contrasto quale può essere la nostalgia e verso la malinconia. La tristezza invece avvolge a sé questi due fattori emotivi così offuscati, così uniti, ma anche così differenti. Il fattore nostalgico riflette spesso fortemente il desiderio di un passato a volte solo idealizzato a causa del troppo tempo trascorso. malinconia (o melanconia), è la parola base di un “pour parler” che va spesso sottobraccio alla tristezza. Non buttiamoci però “giù di corda” o di morale che dir si voglia, e guardiamo in avanti in maniera sempre positiva, perché diversamente cari signori miei, ci si “scava la fossa da soli”. Non ridiamoci su, e cambiamo assolutamente il … registro del nostro discorrere, colmando pur sempre di “inchiostro” telematico il nostro “white paper”. A noi fa venire il “magone”, ovvero un “nodo alla gola", cioè un serio motivo di afflizione persistente, ripensare ai luoghi dove siamo stati, o di passaggio, o dove abbiamo vissuto per un pò. Ad esempio e per quel che ci riguarda, tra i tanti, eccoci oggidì con un volo di fantasia, a Parigi, a Londra, a Gqeberha (già Port Elizabeth) in Sudafrica sulle rive dell’Oceano Indiano, a Roma, a Napoli, a Cracovia, a Le Mont Saint Michel, ed ancor di più.

Andiamo ora nei “meandri” dell'antica Ellade, e qui come per incanto ritroviamo la figura di Plotino, il quale dai più venne non a torto considerato il chiaro filosofo della nostalgia, Egli fu un autorevole esponente della filosofia cristiana.
Nostalgia è un sostantivo femminile, che però nella realtà dei fatti e come fattore iniziatico non viene a sorgere negli ambiti filosofico e letterario, bensì in quello più strettamente medico-scientifico. Ma noi esseri umani, un tipo di animale che nasce, vive, muore su questa Madre Terra, sino a proseguire il cammino verso un luogo puro ed evanescente, che ne sappiamo noi poveri mortali, fatti di acqua, di ossa, di cenere e di atomi, della nostalgia?
Questa emozione e a volte leggera come una piuma, ma è anche spesso pesante come un mattone, ed ha dei sintomi veri e propri, ben correlati a sé, i quali possono essere oltremodo acuti ed addirittura in certi casi anche “cronicizzare”, ed elencandoli in un qualche modo, gli stessi possono essere il “distress” (cioè lo stress negativo) come sopra accennato, il fattore ansia, l’alienazione, l'inappetenza, un calo di energia e di concentrazione, perdita del sonno ed alcuni disturbi ad esso concatenati, la depressione, un senso di vuoto, i conati di vomito, una temporanea perdita dell’equilibrio che nulla ha a che fare con la labirintite od altro, crisi di pianto anche a dirotto, e per finire ecco anche un sostanziale aumento dell’aggressività della persona, tanto da potersi in breve definirsi un disturbo di natura neurologica, fine a divenire “border-line”), ed a tutto questo si associano le varie ed a volte insormontabili difficoltà nello svolgere ogni attività quotidiana, anche quelle di facile esecuzione. Insomma può essere un’emozione di natura disfunzionale, intrusiva ed a volte anche persistente.

Ci vuole una grande forma di positività mentale per resistere ai fattori nostalgici di ogni sorta, ed abbattersi del tutto davanti alla tristezza ed anche peggio. Dentro la scatola cranica, nel nostro cervello, c’è l'amigdala, ed ognuno di noi produce una diversificata quantità di ossitocina, ecco questo è il particolare ormone neurostimolatore che agisce per l’appunto sull’amigdala.
Per esporre in breve, l’ossitocina è di fatto l’ormone che fa capo alla nostalgia. Esiste una cura più o meno da “cavallo”, per controbattere un forte “asset” di natura nostalgica?. Certo che sì!. Soprattutto tanta fermezza e molta buona volontà. La noia è da combattere, bisogna provare a crearsi una rete di nuovi e validi amici, basta procrastinare, crearsi degli “hobbies” ad “hoc”, fare palestra e camminate ben programmate, tipo corsette, confidati con chi vuoi bene, fai meditazione,scrivi degli appunti ed anche di più, ascoltate la musica che più vi piace, allontanare le persone negative, eseguire dei semplici esercizi respiratori, bisogna mangiare sano, no “sushi” o altro, ma in particolare la nostra beneamata dieta mediterranea, che al momento sta purtroppo subendo un calo significativo, specie tra i giovani, e ci si augura una sostanziale rimonta a favore del nostro comune benessere. La vita è considerata una vera e propria cromaticità nel suo insieme, ma anche fatta di chiaroscuri, ed il bianco e il nero che colori non sono, rappresentano questi ultimi, che mescolati fan si che spunti fuori il grigio. Si racconta che il colore della nostalgia sia il viola, e non si fa fatica a comprenderne il perché. Esso è anche il colore “porta sfiga” del mondo dello spettacolo in genere. La nostalgia, che ribadiamo non è un sentimento ma è un’emozione, può essere come già abbiamo scritto, una specie di preziosa risorsa, e non ponendosi contro di essa, può anche far rammentare che cosa nel passato ci ha resi contenti, e di fatto che cosa è veramente importante per tutti noi.

Dai sapori spesso amarognoli della nostalgia ci si può aiutare in una singola autoanalisi a fare anche una piena luce sulle nostre necessità e sui più o meno marcati desideri del presente. -"Quando ti viene nostalgia non è mancanza. E’ presenza di persone, luoghi, emozioni che tornano a trovarti.”-. (Erri De Luca, scrittore). Il fattore nostalgico non c’è sempre stato, esso è stata introdotto, come scriviamo sopra, sul piano medico-scientifico, e questo per la primissima volta verso la fine del Seicento (Secolo XVII°), ed era una problematica di natura sanitaria che mostrava pur sui “generis” uno “struggimento”, sofferto in particolare da chi si sentiva a disagio per diversi motivi, e si sentiva prostrato di parecchio per la lontananza dalla propria casa, dalle proprie abitudini e dai suoi cari.I ricordi che emana la nostalgia sono belli e meno belli, ma guardiamo anche in avanti, in quanto ora è il presente ad essere nelle nostre mani, e per il futuro, si vedrà …!.

Un qualcosa da non dimenticare, almeno per la sua originalità e per ciò che conserva nel tempo, è un singolare “Micro-Museo della Nostalgia”, che si trova qui da noi in Italia e precisamente nella località di Cavenago - Brianza nell’apposita provincia lombarda che fa capo a Monza la città della “Corona Ferrea”. Li si trova e giace una diversissima collezione di oggettistica d’epoca, realizzati nel secolo scorso fino all’anno 1980; oggetti che provengono da ogni parte del mondo, piccoli elettrodomestici, giocattoli, elettronica ormai obsoleta, macchinari per l’ufficio, libri e riviste, alimentari, manifesti, insegne pubblicitarie, automobiline, abiti “vintage”, dischi, flippers da tavolo, primi computers, la macchina fotografica Kodak prima maniera, le carte geografiche plastificate, e tanto altro ancora.
Vi si entra solo ed esclusivamente per appuntamento.whatsapp: 347 2507298; e-mail: micromuseonostalgia@gmail.com
Si varca l’ingresso con una offerta libera, ma anche no. E’ raggiungibile con mezzi propri (Autostrada A4 [Serenissima: Torino Trieste]), con uscita a Cavenago-Cambiago, a 2 chilometri, l’arrivo), oppure con i mezzi pubblici: Fermata: di Gessate della Metropolitana di Milano (Linea 2, Verde), poi con una navetta, e dopo 6 chilometri vi è questa piccola ma significativa Struttura museale del tempo che fu.
Attorno a questo luogo e nelle sue immediate adiacenze vi sono molti luoghi di ristoro ed alberghi Buon ricordo e tanta nostalgia, ma facciamo anche dei passi in avanti!. Un pensiero positivo ed un sorriso sulle labbra e la nostalgia passa …

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