#362 - 11 aprile 2025
AAAATTENZIONE - Cari amici lettori, questo numero rimarrà  in rete fino alla mezzanotte del 31 OTTOBRE quando lascerà  il posto al n. 369. BUONA LETTURA A TUTTI . Ora per voi : AMICI DEGLI ANIMALI - Vivisezione: Nessuno scopo è così alto da giustificare metodi così indegni (A. Einstein) - Grandezza morale e progresso di una nazione si possono giudicare dal modo in cui tratta gli animali (Gandhi) - La compassione e l'empatia per il più piccolo degli animali è una delle più nobili virtù che un uomo possa avere (C. Darwin) - Fintanto che l'uomo continuerà a massacrare gli animali non conoscerà  ne salute, ne pace (Pitagora) - Tra tutti gli animali l'uomo è il più crudele. E' l'unico ad infliggere dolore per il piacere di farlo (M Twain) - A forza di sterminare animali si è capito che anche sopprimere uomini non richiedeva grande sforzo ( E.da Rotterdam) . -
Anniversari

Wojtyla a 20 anni dalla morte: 2 aprile 2005

Karol Wojtyla

Il Papa polacco che credeva nell’Europa Unita

Gianni Borsa e Marco Calvarese da Strasburgo - Giovanni Paolo II ha dedicato un'infinità di discorsi, esortazioni e viaggi alla costruzione della "casa comune".
E negli anni turbolenti che precedono la caduta del Muro di Berlino rivolge uno storico discorso al Parlamento europeo a Strasburgo. La vocazione alla pace e alla democrazia dell'Europa, la difesa dei diritti fondata sulla dignità della persona, la necessaria apertura alla trascendenza. Con una moderna rivisitazione della laicità della politica.

Karol Wojtyla, di cui ricorrono i 20 anni dalla morte (2 aprile 2005), può essere certamente ricordato come il Pontefice che ha dedicato all’Europa un’infinità – forse il maggior numero – di discorsi, viaggi, esortazioni.
È il Papa delle due Assemblee speciali per l’Europa (1991 e 1999), dell’esortazione “Ecclesia in Europa” (2003), dell’enciclica “Slavorum Apostoli” (1985), della proclamazione di cinque dei sei patroni del continente (Cirillo e Metodio, Brigida di Svezia, Caterina da Siena, Teresa Benedetta della Croce, che si aggiungevano a Benedetto da Norcia dichiarato patrono d’Europa da Paolo VI). Come non ricordare, agli inizi del nuovo Millennio, le sue insistenze, i reiterati interventi, i moniti affinché si riconoscessero le “radici cristiane dell’Europa” nella stesura della Costituzione europea.

Ebbene, Wojtyla arriva a Strasburgo in una fase di turbolenza sociale e politica dell’est europeo: sono gli anni del libero sindacato polacco Solidarność di Lech Walesa, dell’Urss della “glasnost” e della “perestroika” di Michail Gorbaciov, di Vaclav Havel, tra gli ispiratori di Charta 77 e poi della Rivoluzione di velluto.

Riconciliare l’uomo con la Creazione, con i suoi simili, con se stesso. È il messaggio finale che Giovanni Paolo II consegna all’Europa quell’11 ottobre 1988 durante la sua visita – la prima di un Pontefice – al Parlamento europeo. Un viaggio emblematico quello a Strasburgo, durante il quale il Papa venuto dalla Polonia, allora parte del mondo comunista, tiene un discorso dai forti tratti etici, spirituali e politici, lasciando intravvedere la riunificazione del continente, l’Europa “che respira con i due polmoni”, dell’est e dell’ovest.

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