#362 - 11 aprile 2025
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero rimarrà  in rete fino alla mezzanotte del giorno di sabato 31 maggio quando lascerà  il posto al numero 364 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè" (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) «La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti». Papa Francesco «Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo». Alberto degli Entusiasti "Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità , vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Anniversari

Wojtyla a 20 anni dalla morte: 2 aprile 2005

Karol Wojtyla

Il Papa polacco che credeva nell’Europa Unita

Gianni Borsa e Marco Calvarese da Strasburgo - Giovanni Paolo II ha dedicato un'infinità di discorsi, esortazioni e viaggi alla costruzione della "casa comune".
E negli anni turbolenti che precedono la caduta del Muro di Berlino rivolge uno storico discorso al Parlamento europeo a Strasburgo. La vocazione alla pace e alla democrazia dell'Europa, la difesa dei diritti fondata sulla dignità della persona, la necessaria apertura alla trascendenza. Con una moderna rivisitazione della laicità della politica.

Karol Wojtyla, di cui ricorrono i 20 anni dalla morte (2 aprile 2005), può essere certamente ricordato come il Pontefice che ha dedicato all’Europa un’infinità – forse il maggior numero – di discorsi, viaggi, esortazioni.
È il Papa delle due Assemblee speciali per l’Europa (1991 e 1999), dell’esortazione “Ecclesia in Europa” (2003), dell’enciclica “Slavorum Apostoli” (1985), della proclamazione di cinque dei sei patroni del continente (Cirillo e Metodio, Brigida di Svezia, Caterina da Siena, Teresa Benedetta della Croce, che si aggiungevano a Benedetto da Norcia dichiarato patrono d’Europa da Paolo VI). Come non ricordare, agli inizi del nuovo Millennio, le sue insistenze, i reiterati interventi, i moniti affinché si riconoscessero le “radici cristiane dell’Europa” nella stesura della Costituzione europea.

Ebbene, Wojtyla arriva a Strasburgo in una fase di turbolenza sociale e politica dell’est europeo: sono gli anni del libero sindacato polacco Solidarność di Lech Walesa, dell’Urss della “glasnost” e della “perestroika” di Michail Gorbaciov, di Vaclav Havel, tra gli ispiratori di Charta 77 e poi della Rivoluzione di velluto.

Riconciliare l’uomo con la Creazione, con i suoi simili, con se stesso. È il messaggio finale che Giovanni Paolo II consegna all’Europa quell’11 ottobre 1988 durante la sua visita – la prima di un Pontefice – al Parlamento europeo. Un viaggio emblematico quello a Strasburgo, durante il quale il Papa venuto dalla Polonia, allora parte del mondo comunista, tiene un discorso dai forti tratti etici, spirituali e politici, lasciando intravvedere la riunificazione del continente, l’Europa “che respira con i due polmoni”, dell’est e dell’ovest.

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