Wojtyla a 20 anni dalla morte: 2 aprile 2005
Karol Wojtyla
Il Papa polacco che credeva nell’Europa Unita
Gianni Borsa e Marco Calvarese da Strasburgo -
Giovanni Paolo II ha dedicato un'infinità di discorsi, esortazioni e viaggi alla costruzione della "casa comune".
E negli anni turbolenti che precedono la caduta del Muro di Berlino rivolge uno storico discorso al Parlamento europeo a Strasburgo. La vocazione alla pace e alla democrazia dell'Europa, la difesa dei diritti fondata sulla dignità della persona, la necessaria apertura alla trascendenza. Con una moderna rivisitazione della laicità della politica.
Karol Wojtyla, di cui ricorrono i 20 anni dalla morte (2 aprile 2005), può essere certamente ricordato come il Pontefice che ha dedicato all’Europa un’infinità – forse il maggior numero – di discorsi, viaggi, esortazioni.
È il Papa delle due Assemblee speciali per l’Europa (1991 e 1999), dell’esortazione “Ecclesia in Europa” (2003), dell’enciclica “Slavorum Apostoli” (1985), della proclamazione di cinque dei sei patroni del continente (Cirillo e Metodio, Brigida di Svezia, Caterina da Siena, Teresa Benedetta della Croce, che si aggiungevano a Benedetto da Norcia dichiarato patrono d’Europa da Paolo VI). Come non ricordare, agli inizi del nuovo Millennio, le sue insistenze, i reiterati interventi, i moniti affinché si riconoscessero le “radici cristiane dell’Europa” nella stesura della Costituzione europea.
Ebbene, Wojtyla arriva a Strasburgo in una fase di turbolenza sociale e politica dell’est europeo: sono gli anni del libero sindacato polacco Solidarność di Lech Walesa, dell’Urss della “glasnost” e della “perestroika” di Michail Gorbaciov, di Vaclav Havel, tra gli ispiratori di Charta 77 e poi della Rivoluzione di velluto.
Riconciliare l’uomo con la Creazione, con i suoi simili, con se stesso. È il messaggio finale che Giovanni Paolo II consegna all’Europa quell’11 ottobre 1988 durante la sua visita – la prima di un Pontefice – al Parlamento europeo. Un viaggio emblematico quello a Strasburgo, durante il quale il Papa venuto dalla Polonia, allora parte del mondo comunista, tiene un discorso dai forti tratti etici, spirituali e politici, lasciando intravvedere la riunificazione del continente, l’Europa “che respira con i due polmoni”, dell’est e dell’ovest.