#362 - 11 aprile 2025
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero resterà  in rete fino alla mezzanotte di mercoledi 30 aprile quando lascerà il posto al n° 363 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi un po' di SATIRA - Nasciamo nudi, umidicci ed affamati. Poi le cose peggiorano - Chi non s ridere non è una persona seria (P. Caruso) - l'amore è la risposta ma mentre aspettate la risposta, il sesso può suggerire delle ottime domande (W. Allen) - Ci sono persone che si sposano per un colpo di fulmine ed altre che rimangono single per un colpo di genio - Un giorno senza una risata è un giorno sprecato C. Chaplin) - "Il tempo aggiusta ogni cosa" Si sbrigasse non sono mica immortale! (F. Collettini) - Non muoverti, voglio dimenticarti proprio come sei (H. Youngman) - La differenza tra genialità  e stupidità è che la genialità  ha i suoi limiti (A. Einstein). -
Anniversari

Wojtyla a 20 anni dalla morte: 2 aprile 2005

Karol Wojtyla

Il Papa polacco che credeva nell’Europa Unita

Gianni Borsa e Marco Calvarese da Strasburgo - Giovanni Paolo II ha dedicato un'infinità di discorsi, esortazioni e viaggi alla costruzione della "casa comune".
E negli anni turbolenti che precedono la caduta del Muro di Berlino rivolge uno storico discorso al Parlamento europeo a Strasburgo. La vocazione alla pace e alla democrazia dell'Europa, la difesa dei diritti fondata sulla dignità della persona, la necessaria apertura alla trascendenza. Con una moderna rivisitazione della laicità della politica.

Karol Wojtyla, di cui ricorrono i 20 anni dalla morte (2 aprile 2005), può essere certamente ricordato come il Pontefice che ha dedicato all’Europa un’infinità – forse il maggior numero – di discorsi, viaggi, esortazioni.
È il Papa delle due Assemblee speciali per l’Europa (1991 e 1999), dell’esortazione “Ecclesia in Europa” (2003), dell’enciclica “Slavorum Apostoli” (1985), della proclamazione di cinque dei sei patroni del continente (Cirillo e Metodio, Brigida di Svezia, Caterina da Siena, Teresa Benedetta della Croce, che si aggiungevano a Benedetto da Norcia dichiarato patrono d’Europa da Paolo VI). Come non ricordare, agli inizi del nuovo Millennio, le sue insistenze, i reiterati interventi, i moniti affinché si riconoscessero le “radici cristiane dell’Europa” nella stesura della Costituzione europea.

Ebbene, Wojtyla arriva a Strasburgo in una fase di turbolenza sociale e politica dell’est europeo: sono gli anni del libero sindacato polacco Solidarność di Lech Walesa, dell’Urss della “glasnost” e della “perestroika” di Michail Gorbaciov, di Vaclav Havel, tra gli ispiratori di Charta 77 e poi della Rivoluzione di velluto.

Riconciliare l’uomo con la Creazione, con i suoi simili, con se stesso. È il messaggio finale che Giovanni Paolo II consegna all’Europa quell’11 ottobre 1988 durante la sua visita – la prima di un Pontefice – al Parlamento europeo. Un viaggio emblematico quello a Strasburgo, durante il quale il Papa venuto dalla Polonia, allora parte del mondo comunista, tiene un discorso dai forti tratti etici, spirituali e politici, lasciando intravvedere la riunificazione del continente, l’Europa “che respira con i due polmoni”, dell’est e dell’ovest.

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