L'iniziativa del Diario di Conoscenda 2025 - Edizioni Conoscenza
viene presentato ogni mese - testi e grafiche - sul nostro giornale
Conoscenda 2025
Il mondo ha bisogno di più donne scienziate
Dall'introduzione a cura del gruppo di lavoro composto da: Ermanno Detti, Ilaria Iapadre, Martina Polimeni, Elisa Spadaro, Anna Maria Villari
Oggi nel mondo e in Italia la percentuale di donne laureate e occupate nell’area delle discipline scientifiche è ancora nettamente inferiore a quella degli uomini.
L’Italia risulta terzultima in Europa per parità di genere nella ricerca: nelle discipline STEM (science, technology, engineering and mathematics), solo una su tre è donna, più precisamente il 38%. Un divario che aumenta quando parliamo di lavoro e di carriera (le donne occupano solo il 22% di tutti i posti di lavoro tecnologici nelle aziende europee) e quando parliamo di retribuzione (le donne, mediamente a parità di carriera e competenze, sono pagate meno degli uomini).
Questo divario arriva da lontano. Il modello di società patriarcale del passato ha sempre tentato di impedire alle donne di avere una voce. Loro, invece, da sempre hanno provato a distinguersi, anche nel campo delle discipline scientifiche.
Molte di loro ce l’hanno fatta, molte di loro hanno dovuto rinunciare o hanno visto un uomo prendersi il merito, molte di loro in silenzio hanno continuato a studiare, lavorare, impegnarsi per il sogno che avevano. E il punto è proprio questo: pensare che ognuno di noi, donna o uomo che sia, possa realizzare il proprio sogno, senza pregiudizi, stereotipi ma soprattutto senza bisogno di dimostrare niente altro se non il proprio talento.
Per tutti questi e per mille altri motivi scegliamo di raccontare la loro storia...
In questa agenda troverete le storie di dodici donne: abbiamo scelto di dare voce a quelle conosciute, a quelle meno note, a quelle che sono rimaste nell’ombra, a tutte coloro che hanno lottato per le loro idee e che sono riuscite a fare la differenza....
Gennaio 2025
Ipazia - La prima scienziata, la prima martire del libero pensiero
Ipazia nasce nel 370 ad Alessandria. La sua vita è ricostruita dalle lettere dei suoi allievi, in particolare di Sinesio.
Paladina di un pensiero e di una ricerca liberi dai condizionamenti del potere politico e religioso, rifiuta sostegni alla sua scuola in cambio della conversione al cristianesimo. Matematica, filosofa neoplatonica, astronoma e tanto altro, è un esempio straordinario di unità e interdipendenza della cultura e della scienza oltre le discipline e di un pensiero aperto e libero. Un pensiero che fa così paura da condurla ad una morte atroce per mano di un manipolo di fanatici religiosi, fomentati dal vescovo patriarca di Alessandria Cirillo e dalla Chiesa cattolica, che non possono sopportare l’idea che una donna rifiuti i dogmi religiosi per proseguire i suoi studi, fare esperimenti scientifici, insegnare la filosofia al popolo.
Gli interessi di Ipazia spaziano tanto da lambire la scienza medica e la musica. Inventa l’astrolabio, l’idroscopio, l’aerometro.
Gli esecutori materiali dell’assassinio hanno l’ordine di cancellare ogni traccia della sua esistenza e dopo avere straziato e bruciato il suo corpo, distruggono la sua biblioteca e le carte che testimoniano le sue ricerche. Un patrimonio immenso che ferma la ricerca scientifica per secoli.
Ipazia muore nel 415 e con lei un’epoca. L’impero romano, ormai alla fine, si affida al potere di una Chiesa pervasiva, intollerante e violenta. I mandanti dell’orribile delitto, Cirillo, Giovanni Crisostomo, Ambrogio, Agostino, vengono stati fatti santi.
Un pensiero che non muore
Ha scritto di lei Margherita Hack:
«Ipazia rappresenta il simbolo dell’amore per la verità, per la ragione, per la scienza che aveva fatto grande la civiltà ellenica. Col suo sacrificio comincia quel periodo oscuro in cui il fondamentalismo religioso tenta di soffocare la ragione».
(Ipazia, vita e sogni di una scienziata del IV secolo di Adriano Petta e Antonio Colavito.
Prefazione di Margherita Hack. La Lepre Edizioni, 2009.)