I figli delle macerie
di Antonio Bruni
Il salto del muro
è il gioco più duro
attenti alla trottola
è forse una bomba
corriamo inciampiamo
noi figli nel buio
cerchiamo un tesoro
tra polvere e stracci
la vita è un’unghiata
non droni ma madri piumate
cicogne sollevano infanti
li portano al mondo dei santi
città bersagliata fantasma
ripara la fuga un’arcata
a coppia vagante e straniera
rifugio allo stremo una branda
la mamma distende il suo spasmo
e nasce tra rostri un bambino
si accende una coda di stella
richiama adorare il prodigio
quel luogo distrutto risplende
allegri piangenti silenti
accorrono i piccoli in frotte
in dono gli portano stenti
intonano al figlio divino
un canto che in cielo s’innalza
la luce che emani è salvezza