#359 - 1 gennaio 2025
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero rimarrà  in rete fino alla mezzanotte del giorno di sabato 31 maggio quando lascerà  il posto al numero 364 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè" (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) «La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti». Papa Francesco «Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo». Alberto degli Entusiasti "Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità , vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Danza

Al festival Abano Danza è andato in scena lo spettacolo di teatro danza di Luciano Padovani,
che racconta con estro poetico e intelligenza, il rapporto tra Aldo Moro e i suoi sequestratori

Stella

di Giuseppe Distefano

Stella

Il titolo, inequivocabile, è riferito al simbolo ideologico delle BR, la stella. Le Brigate Rosse degli anni di piombo, il sequestro di Aldo Moro, la sua prigionia e la sua uccisione, sono il concept dello spettacolo Stella del coreografo Luciano Padovani per la compagnia Naturalis Labor, un progetto maturato a lungo e giunto a compimento (al festival Abano Danza). Ad animare l’estro creativo dell’artista è l’urgenza di entrare nel vivo di tematiche che la storia ci ha consegnato, vissute o attraversate in quei frangenti (Padovani alla fine degli anni Settanta, era un giovane universitario a Padova), e riconsegnarle al nostro tempo turbolento, minacciato da estremismi; riportarle alla memoria di chi non conosce; alle generazioni che inseguono ideali o utopie rivoluzionarie per capire dove risiede il male.

Stella

In quella cronaca ed epoca drammatica, il cinema, soprattutto, e il teatro, hanno affondato a piene mani, trattando da angolazioni diverse i fatti e le vicende che condussero all’assassinio del Presidente della DC. Mettere in danza la storia, quella vera, è sempre operazione rischiosa, sia per la difficoltà di tradurre in movimento fatti e personaggi, che per l’elaborazione di una drammaturgia capace di evocarli. Ci riesce Padovani, con estro poetico e acuta intelligenza teatrale, limitandosi alla cronaca che sconvolse l’Italia, e trovand** – intensi ed espressivi nel calarsi nei ruoli -, sono la coppia tiene in ostaggio Moro nel covo, questi impersonato dallo stesso Padovani posizionato, con bella intuizione, sul fondo della scena, figura minuta e silenziosa ma fortemente presente, che per tutto il tempo della rappresentazione rimane in penombra, seduto di spalle su uno sgabello, salvo muoversi in due brevi momenti. Il secondo di questi è portatore di un gesto struggente, quasi di pietà verso i suoi aguzzini: si avvicina a loro nel sonno, li guarda amorevolmente, e stende la mano (una semplice postura plastica che sembra scaturire da un affresco pittorico), come a perdonarli per il gesto assassino che da lì a poco lo attende.

Stella

In Stella siamo nell’ambito di un teatro-danza poetico e rigoroso, la cui architettura coreografica segue un andamento cinematografico che ingloba oggetti funzionali e dinamici, carichi di simbologie che ricordano il periodo storico. Una radio a terra, dei libri, un tappeto branda, un tavolo con sopra una vecchia macchina da scrivere, una pistola, dei fogli battuti a macchina poi lanciati in aria, messaggeri delle lettere dei terroristi coi proclami ideologici.

Stella

Nella danza ora esultante, ora furiosa, ora indulgente della coppia, scorre – tra il tessuto sonoro della musica ambient di Ben Frost, e di musiche e canzoni pop dell’epoca – una gamma di azioni e di stati d’animo che segnano il loro travaglio di quei lunghi giorni: dall’esultanza del rapimento, alle paure, alle discussioni, all’amore, all’intransigenza, fino ai ripensamenti della donna che vorrebbe tornare indietro e fermare la mano del partner dalla drammatica decisione finale di eseguire la condanna a morte di Moro. La coreografia scivola tra intrecci e sospensioni, crolli e rotolamenti, tenerezze e respingimenti violenti, tessendo una fitta trama relazionale tra i due corpi dei bravissimi performer, latori di pensieri e sentimenti che pulsano fino al gesto finale.

Stella

AAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo giornale no-profit è realizzato da un gruppo di amici che volontariamente sentono la necessità di rendere noti i fatti, gli avvenimenti, le circostanze, i luoghi... riferiti alla natura e all'ambiente, alle arti, agli animali, alla solidarietà tra singoli e le comunità, a tutte le attualità... in specie quelle trascurate, sottovalutate o ignorate dalla grande stampa. Il giornale non contiene pubblicità e non riceve finanziamenti; nessuno dei collaboratori percepisce compensi per le prestazioni frutto di volontariato. Alcune fotografie e immagini presenti sono tratte da Internet e Face Book , e quindi valutate di pubblico dominio. Se i soggetti o gli autori fossero contrari alla loro pubblicazione, possono segnalarlo a dantefasciolo@gmail.com in modo da ottenerne l'immediata rimozione. Buona Lettura a tutti. grazie.