#356 - 1 ottobre 2024
AAAATTENZIONE - Cari amici lettori, questo numero rimarrà  in rete fino alla mezzanotte del 31 OTTOBRE quando lascerà  il posto al n. 369. BUONA LETTURA A TUTTI . Ora per voi : AMICI DEGLI ANIMALI - Vivisezione: Nessuno scopo è così alto da giustificare metodi così indegni (A. Einstein) - Grandezza morale e progresso di una nazione si possono giudicare dal modo in cui tratta gli animali (Gandhi) - La compassione e l'empatia per il più piccolo degli animali è una delle più nobili virtù che un uomo possa avere (C. Darwin) - Fintanto che l'uomo continuerà a massacrare gli animali non conoscerà  ne salute, ne pace (Pitagora) - Tra tutti gli animali l'uomo è il più crudele. E' l'unico ad infliggere dolore per il piacere di farlo (M Twain) - A forza di sterminare animali si è capito che anche sopprimere uomini non richiedeva grande sforzo ( E.da Rotterdam) . -
Scuola - Educazione

Si fa un gran parlare del ruolo educativo della scuola

Quando i maestri...

...tiravano le orecchie

di Nicola Bruni

Quando i maestri...

Promosso a giugno agli esami di terza elementare con "otto" in tutte le materie, mi attendeva nella quarta classe della mia sezione, alla Manzoni di Roma, un maestro che aveva la fama di “cattivo”.
Un mio amichetto più grandicello, e birbaccione, me lo aveva descritto come un orco manesco, che tirava le orecchie e dava bacchettate agli scolari, oppure li castigava facendoli stare in ginocchio sui ceci, o in piedi dietro la lavagna, o fuori della porta, come si usava a quei tempi. Il pensiero che sarei capitato sotto le sue grinfie mi terrorizzava.
Ma il 1° ottobre del 1950, quando mi presentai a lui, come alunno della IV C, per iniziare l’anno scolastico, il maestro Emilio De Sanctis mi accolse in maniera così garbata - mi sorrise, mi accarezzò, mi rivolse parole rassicuranti - da lasciarmi meravigliato.

Quando i maestri...

D'altra parte, l'amichetto birbaccione (che, tra parentesi, si vantava di averne combinate in classe "di cotte e di crude"), quando gli riferii quella scena, ribatté: "Lui fa così pe' fasse vedé ch'è bbono, invece è cattivo". In realtà, quel maestro “cattivo” era soltanto burbero; e, a differenza di alcuni suoi colleghi, non insultava mai gli alunni e non usava esporre i “somari” alla berlina con il cappello dalle orecchie d’asino in testa.

Della sua severità ho due ricordi indelebili. Una volta che, in un tema, mi scappò di scrivere “misimo” anziché “mettemmo”, lui fece una tale “tragedia” che mi sarei sotterrato per la vergogna.
Un’altra volta, mi inflisse un giorno di sospensione perché, dopo il suono della campanella di uscita, avevo osato abbaiare (“bau bau”) di gioia. Io, però, non lo dissi ai miei genitori e l'indomani restai a casa fingendo di sentirmi male.
Comunque, di solito, il giudizio che quel "Signor Maestro" esprimeva sul mio profitto nei colloqui con mia madre era: “Non c’è malaccio”.

Quando i maestri...

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