#356 - 1 ottobre 2024
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero resterà  in rete fino alla mezzanotte di mercoledi 30 aprile quando lascerà il posto al n° 363 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi un po' di SATIRA - Nasciamo nudi, umidicci ed affamati. Poi le cose peggiorano - Chi non s ridere non è una persona seria (P. Caruso) - l'amore è la risposta ma mentre aspettate la risposta, il sesso può suggerire delle ottime domande (W. Allen) - Ci sono persone che si sposano per un colpo di fulmine ed altre che rimangono single per un colpo di genio - Un giorno senza una risata è un giorno sprecato C. Chaplin) - "Il tempo aggiusta ogni cosa" Si sbrigasse non sono mica immortale! (F. Collettini) - Non muoverti, voglio dimenticarti proprio come sei (H. Youngman) - La differenza tra genialità  e stupidità è che la genialità  ha i suoi limiti (A. Einstein). -
Scuola - Educazione

Si fa un gran parlare del ruolo educativo della scuola

Quando i maestri...

...tiravano le orecchie

di Nicola Bruni

Quando i maestri...

Promosso a giugno agli esami di terza elementare con "otto" in tutte le materie, mi attendeva nella quarta classe della mia sezione, alla Manzoni di Roma, un maestro che aveva la fama di “cattivo”.
Un mio amichetto più grandicello, e birbaccione, me lo aveva descritto come un orco manesco, che tirava le orecchie e dava bacchettate agli scolari, oppure li castigava facendoli stare in ginocchio sui ceci, o in piedi dietro la lavagna, o fuori della porta, come si usava a quei tempi. Il pensiero che sarei capitato sotto le sue grinfie mi terrorizzava.
Ma il 1° ottobre del 1950, quando mi presentai a lui, come alunno della IV C, per iniziare l’anno scolastico, il maestro Emilio De Sanctis mi accolse in maniera così garbata - mi sorrise, mi accarezzò, mi rivolse parole rassicuranti - da lasciarmi meravigliato.

Quando i maestri...

D'altra parte, l'amichetto birbaccione (che, tra parentesi, si vantava di averne combinate in classe "di cotte e di crude"), quando gli riferii quella scena, ribatté: "Lui fa così pe' fasse vedé ch'è bbono, invece è cattivo". In realtà, quel maestro “cattivo” era soltanto burbero; e, a differenza di alcuni suoi colleghi, non insultava mai gli alunni e non usava esporre i “somari” alla berlina con il cappello dalle orecchie d’asino in testa.

Della sua severità ho due ricordi indelebili. Una volta che, in un tema, mi scappò di scrivere “misimo” anziché “mettemmo”, lui fece una tale “tragedia” che mi sarei sotterrato per la vergogna.
Un’altra volta, mi inflisse un giorno di sospensione perché, dopo il suono della campanella di uscita, avevo osato abbaiare (“bau bau”) di gioia. Io, però, non lo dissi ai miei genitori e l'indomani restai a casa fingendo di sentirmi male.
Comunque, di solito, il giudizio che quel "Signor Maestro" esprimeva sul mio profitto nei colloqui con mia madre era: “Non c’è malaccio”.

Quando i maestri...

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