#354 - 1 agosto 2024
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero resterà  in rete fino alla mezzanotte di mercoledi 30 aprile quando lascerà il posto al n° 363 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi un po' di SATIRA - Nasciamo nudi, umidicci ed affamati. Poi le cose peggiorano - Chi non s ridere non è una persona seria (P. Caruso) - l'amore è la risposta ma mentre aspettate la risposta, il sesso può suggerire delle ottime domande (W. Allen) - Ci sono persone che si sposano per un colpo di fulmine ed altre che rimangono single per un colpo di genio - Un giorno senza una risata è un giorno sprecato C. Chaplin) - "Il tempo aggiusta ogni cosa" Si sbrigasse non sono mica immortale! (F. Collettini) - Non muoverti, voglio dimenticarti proprio come sei (H. Youngman) - La differenza tra genialità  e stupidità è che la genialità  ha i suoi limiti (A. Einstein). -
Arte

Montesarchio - (Benevento)
Torre del Museo Archeologico

Lasciar parlare la speranza

Di

Mario Dal Bello

Lasciar parlare la speranzaLasciar parlare la speranza

È vero, tristemente vero. Il mondo in cui ci tocca vivere è affannato, anche disperato, privo di amore.
Un mondo pure violento, ingiusto. Sembrerebbe ovunque. E alle nuove generazioni è data ben poca speranza, ottenebrati come possono essere dalla schiavitù della paura o dell’egocentrismo. È una nuova apocalisse, ma senza rivelazioni?

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Eppure, paradossalmente, questa storia umana cieca e buia può trovare a causa della sua oscurità o meglio dentro ad essa stessa un firmamento nuovo, nuove stelle. Così è successo lungo i secoli.
Uno dei miracoli che si sono succeduti nel tempo è quello dell’arte, come ricerca della Bellezza. Essa trasmette il senso della vita, il desiderio innato dell’immortalità, la necessità di continuare a vivere, a cercare, scoprire, sperare. Perché vivere è bello, nonostante tutto e tutti, oltre e dentro il dolore, il male.

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L’arte lo insegna, perché essa è “visione”. E di visioni, non romantiche, non idealiste, ma reali e soprattutto vive, abbiamo un innato bisogno. Vivere è anche contemplare. Forse oggi più che mai.

Ecco perché una rassegna come quella di due artisti, Raffaele Sadutto e Francesco Astiaso Garcia, diventa una occasione da non perdere, un momento di immersione nella ricerca della bellezza-verità nei lavori dei due “creatori di immagini e di visioni”. Diversi, eppure uniti a formare un “duo sinfonico” che è un inno alla speranza.

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Le Farfalle di Sadutto, simbolo di rinascita per eccellenza, che vengono alla luce là dove pare tutto sia finito nel nulla, sono immagini fosforescenti che si irradiano come un visionario arcobaleno, un firmamento di nuove stelle, accese da una pennellata vibrante e commovente.

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Le Colombe pacificanti di Astiaso Garcia si librano in una purezza assoluta come altri cieli nell’universo, abbaglianti visioni di quella “luce etterna”, a dirla con Dante, che trascende le oscurità terrestri con un tocco delicatissimo, a volare sempre più in alto. Sono la luce immacolata.

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Nelle opere di questi “creatori” dialogano forza e delicatezza, accensione e purezza, a formare una visione unica la quale grida che la bellezza è vita, è speranza. Finché ci saranno uomini, come i due autori, che troveranno il coraggio di andare oltre la fatica per creare immagini tanto splendenti, la morte non avrà l’ultima parola. Le loro opere infatti parlano di resurrezione. Immergersi in esse fa bene, non è illusione, è vita vera checontinua. L’unica, forse, possibile.

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