I ricordi di uno dei grandi fotografi italiani
Perche' andai in America
Di
Santi Visalli
Il motivo principale perché mi trovo in America, dove vivo da più di 60 anni, è che da bambino, e cioè da prima della Seconda Guerra Mondiale, guardavo troppi film americani. E guardandoli mi sono innamorato di questo paese. Lo amavo anche sotto i bombardamenti a tappeto della Seconda Guerra Mondiale. Mi ricordo un giorno che guardando il cielo, si vedevano solo i famosi B 17 (Le fortezze Volanti) che attaccati ala ad ala oscuravano completamente il cielo. Mentre le bombe cadevano, io pensavo che “Paese” questa America che riesce a produrre tanta forza, sia pure distruttiva. Un giorno sicuramente ci andrò.
La domenica andavamo a mangiare dai miei nonni materni e dopo il pranzo mio nonno, don Santo Cardullo, il “Don” era solo un segno di rispetto e nient’altro. Lui ci dava 10 centesimi per andare al cinema. A quei tempi si vedevano due film e molta propaganda fascista. Le sale erano affollate di contadini, e tra un film e l’altro passavano gli impiegati a spruzzare il Flit. Proprio come abbiamo visto in Cinema Paradiso.
I miei Idoli erano, Tom Mix, The Lone Ranger e Charlie Chaplin. Poi arrivò Tarzan con Johnny Weissmuller. Quando Mussolini dichiarò la guerra e l’America ne entrò a farne parte, il Duce proibì l’importazione di film americani. Però alla fine della guerra incominciammo a rivedere i film americani e, per la prima volta, anche a colori. I miei preferiti erano John Wayne e la coppia Rock Hudson e Doris Day. Della quale naturalmente m’innamorai.
Circa trent’anni dopo ebbi la fortuna d’incontrarli quasi tutti professionalmente e fotografarli per diversi giornali.
Quando nel 1970 la rivista Oggi mi chiese di andare a Los Angeles a fotografare Doris Day, non esitai un attimo. Ero così eccitato che avrei voluto spingere quell’aereo ed accorciare le ore di volo. La cosa principale per me era sentire la sua vera voce in inglese, l’avevo sempre sentita doppiata in italiano. Arrivai a Los Angeles nel tardo pomeriggio. Dall’aeroporto mi recai direttamente negli Studi TV dove lei lavorava. Mi venne subito presentata e lei mi chiese di tornare l’indomani per pranzo per stabilire ciò che avrei voluto fotografare. A pranzo fra un bicchiere di vino e l’altro, io “CONFESSAI”. Le dissi che da giovane mi ero innamorato di lei, Doris si alzo e mi diete un tenero materno abbraccio, le brillavano gli occhi ed io a stento trattenni una lacrima. Mi disse che a quei tempi tutto il mondo l’amava. Poi mi sussurrò all’orecchio di recarmi l’indomani alle quindici nel suo camerino che aveva una sorpresa per me. Io da buon Siciliano incominciai a fantasticare.
Poi pochi minuti prima delle quindici bussai alla porta del suo camerino. Lei mi accolse col suo splendido sorriso. Aveva in mano un pettine ed una forbice. Quando spalancò la porta vidi seduta su una sedia da barbiere una donna molto più anziana di lei ma che le rassomigliava moltissimo.
Santi, mi disse, questa è mia madre Alma io ogni mese le taglio i capelli. Nessuna ha mai fatto questa foto. Io l’ho conservata inconsapevolmente per te.