#353 - 1 luglio 2024
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero rimarrà  in rete fino alla mezzanotte del giorno di sabato 31 maggio quando lascerà  il posto al numero 364 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè" (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) «La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti». Papa Francesco «Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo». Alberto degli Entusiasti "Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità , vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Fotografia

I ricordi di uno dei grandi fotografi italiani

Perche' andai in America

Di
Santi Visalli

Perche' andai in AmericaPerche' andai in America

Il motivo principale perché mi trovo in America, dove vivo da più di 60 anni, è che da bambino, e cioè da prima della Seconda Guerra Mondiale, guardavo troppi film americani. E guardandoli mi sono innamorato di questo paese. Lo amavo anche sotto i bombardamenti a tappeto della Seconda Guerra Mondiale. Mi ricordo un giorno che guardando il cielo, si vedevano solo i famosi B 17 (Le fortezze Volanti) che attaccati ala ad ala oscuravano completamente il cielo. Mentre le bombe cadevano, io pensavo che “Paese” questa America che riesce a produrre tanta forza, sia pure distruttiva. Un giorno sicuramente ci andrò.

Perche' andai in AmericaPerche' andai in America

La domenica andavamo a mangiare dai miei nonni materni e dopo il pranzo mio nonno, don Santo Cardullo, il “Don” era solo un segno di rispetto e nient’altro. Lui ci dava 10 centesimi per andare al cinema. A quei tempi si vedevano due film e molta propaganda fascista. Le sale erano affollate di contadini, e tra un film e l’altro passavano gli impiegati a spruzzare il Flit. Proprio come abbiamo visto in Cinema Paradiso.

I miei Idoli erano, Tom Mix, The Lone Ranger e Charlie Chaplin. Poi arrivò Tarzan con Johnny Weissmuller. Quando Mussolini dichiarò la guerra e l’America ne entrò a farne parte, il Duce proibì l’importazione di film americani. Però alla fine della guerra incominciammo a rivedere i film americani e, per la prima volta, anche a colori. I miei preferiti erano John Wayne e la coppia Rock Hudson e Doris Day. Della quale naturalmente m’innamorai.
Circa trent’anni dopo ebbi la fortuna d’incontrarli quasi tutti professionalmente e fotografarli per diversi giornali.

Perche' andai in AmericaPerche' andai in America

Quando nel 1970 la rivista Oggi mi chiese di andare a Los Angeles a fotografare Doris Day, non esitai un attimo. Ero così eccitato che avrei voluto spingere quell’aereo ed accorciare le ore di volo. La cosa principale per me era sentire la sua vera voce in inglese, l’avevo sempre sentita doppiata in italiano. Arrivai a Los Angeles nel tardo pomeriggio. Dall’aeroporto mi recai direttamente negli Studi TV dove lei lavorava. Mi venne subito presentata e lei mi chiese di tornare l’indomani per pranzo per stabilire ciò che avrei voluto fotografare. A pranzo fra un bicchiere di vino e l’altro, io “CONFESSAI”. Le dissi che da giovane mi ero innamorato di lei, Doris si alzo e mi diete un tenero materno abbraccio, le brillavano gli occhi ed io a stento trattenni una lacrima. Mi disse che a quei tempi tutto il mondo l’amava. Poi mi sussurrò all’orecchio di recarmi l’indomani alle quindici nel suo camerino che aveva una sorpresa per me. Io da buon Siciliano incominciai a fantasticare.

Perche' andai in America

Poi pochi minuti prima delle quindici bussai alla porta del suo camerino. Lei mi accolse col suo splendido sorriso. Aveva in mano un pettine ed una forbice. Quando spalancò la porta vidi seduta su una sedia da barbiere una donna molto più anziana di lei ma che le rassomigliava moltissimo.
Santi, mi disse, questa è mia madre Alma io ogni mese le taglio i capelli. Nessuna ha mai fatto questa foto. Io l’ho conservata inconsapevolmente per te.

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