#353 - 1 luglio 2024
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero rimarrà  in rete fino alla mezzanotte del giorno sabato 30 novembre quando lascerà  il posto al numero 358 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè" (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) «La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti». Papa Francesco «Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo». Alberto degli Entusiasti "Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità , vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Diario

L'iniziativa del Diario di Conoscenda 2024 - Edizioni Conoscenza

viene presentato ogni mese - testi e grafiche - sul nostro giornale

Scienza e tecnologia

Al servizio del bene collettivo

Scienza e tecnologia sono entrate prepotentemente nelle nostre vite, lo abbiamo sperimentato negli anni della pandemia.
Sono passati ormai molti anni dalla felice intuizione che fosse necessario “un nuovo contratto” tra scienza e società e che il progredire della prima dovesse andare di pari passo con la consapevolezza della seconda di partecipare (nelle dovute modalità) alle decisioni, nel contribuire alla scelta degli obiettivi, nel garantire una equa distribuzione dei benefici in relazione ai costi, non solo materiali, da sostenere.

Scienza e tecnologiaScienza e tecnologia

I percorsi avviati non hanno raggiunto gli obiettivi auspicati. Basti ricordare il fenomeno di “privatizzazione della conoscenza”: mentre le risorse pubbliche concorrono fortemente alla generazione di nuove opportunità e saperi, il loro utilizzo (sfruttamento) resta spesso detenuto da un ristretto numero di soggetti che si intitolano la gestione dei processi (e dei relativi guadagni). Emblematica la vicenda dei vaccini contro il Covid ma, forse in maniera meno visibile, anche quella relativa all’acquisizione e al trattamento dei dati.

Noi tutti siamo fornitori (gratuiti e quasi sempre inconsapevoli) di informazioni che contribuiscono a generare conoscenze che poi ci vengono “rivendute” sotto altre forme, influenzando le nostre decisioni e garantendo a chi compie queste operazioni un profitto che si moltiplica via via che la qualità e la quantità dei dati disponibili consentono operazioni sempre più invasive, progettate e commercializzabili. “L’intelligenza artificiale”, una tra tutte la ChatGPT, sta entrando prepotentemente nelle nostre vite e porterà cambiamenti radicali in tanti campi.

Emerge quindi la necessità di un’etica condivisa, in grado di accompagnare la necessaria apertura al nuovo con le garanzie di una piena consapevolezza dei rischi da affrontare e, se possibile, contenere.

I beni comuni al servizio dell’umanità

«I prodotti che nascono grazie al finanziamento pubblico dell’attività di ricerca e sviluppo dovrebbero essere disponibili a cifre ragionevoli, e non a prezzi di monopolio esorbitanti praticati in virtù dei diritti di brevetto concessi».
(Mariana Mazzuccato, Non sprechiamo questa crisi, Laterza, 2020)

«Bisognerebbe combinare il meglio dello sviluppo tecno-economico con le solidarietà tradizionali e con le protezioni sociali di cui le società hanno saputo avvolgersi».
(Edgar Morin, La fraternità, perché? Resistere alla crudeltà del mondo, AVE, 2020)

«Un mondo di deepfake, software che ci imitano e disuguaglianza crescente non è una conclusione inevitabile. È il risultato di precise scelte politiche. Attraverso la regolamentazione, possiamo mettere al bando i chatbot-vampiri di oggi e cominciare a costruire un mondo in cui le promesse più entusiasmanti dell’intelligenza artificiale siano qualcosa di più solido delle allucinazioni della Silicon valley.
Siamo noi che abbiamo addestrato le macchine, ma non abbiamo dato il consenso. Questi modelli si nutrono dell’ingegno, dell’ispirazione e delle rivelazioni collettive dell’umanità. Sono macchine per la raccolta e l’appropriazione, che divorano e privatizzano non solo le nostre vite, ma anche i nostri patrimoni intellettuali e artistici. Il loro obiettivo non è mai stato risolvere la crisi climatica, rendere i governi più responsabili o la vita più piacevole. È sempre stato approfittare dell’impoverimento di massa, che nel capitalismo è la conseguenza lampante e logica di sostituire le funzioni umane con dei robot».
(Naomi Klein, Le allucinazioni del capitalismo, The Guardian)

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