Ricordi: 70 anni fa
Scuola: Maturita'1954
di Amanzio Possenti
Oggi la Maturità trova un grosso spazio su giornali, Tv e social: sembra trattarsi di un momento -amplificato- di..vita o di morte, quando è soltanto un pur significativo spazio di accesso dalla fase degli studi a quella dell’Università o ancor meglio alla realtà della vita o del lavoro.
Quando fu il mio turno della Maturità - o Esame di Stato come si definiva allora, giugno-luglio 1954 - i giornali non ne parlavano se non con una notizietta, o meglio, per dirla nel gergo giornalistico, una breve. Ovvero poche righe con quattro dati.
Senza contare che alla mia Maturità - Liceo Classico al ’Carducci’ di Milano – operava una commissione d’esami totalmente esterna all’Istituto, non ricordo se ci fossero membri interni. Oltre al tema d’italiano, c’erano due prove scritte, traduzione dal latino e dal greco. Poi si andava a vedere se eri stato ammesso agli orali in base all’esito del tema d’italiano; si era ‘non ammesso’ alla completezza dell’Esame o per ‘fuori tema’ o insufficienza globale di scrittura in lingua. Per giunta non sapevi nulla del risultato dei due scritti ulteriori, dei quali si sarebbe parlato in sede di orale.
Le prove orali seguivano in due momenti diversi per data, orario ed estrazione della lettera d’alfabeto da cui avviare la serie degli studenti chiamati alla fase esaminatoria. il primo gruppo riguardava le materie umanistiche(italiano, latino ,greco, storia, geografia) e si svolsero per il sottoscritto nella prima decade di luglio, di mattina, il secondo gruppo, scientifico (matematica, fisica, scienze, chimica) in un pomeriggio della settimana successiva. Si poteva essere rimandati al riesame di settembre. Non c’erano nè centesimi nè sessantesimi di voto, soltanto i dati numerici di ogni materia, rosso per il voto negativo. .Non esisteva privacy. Tuttavia la Commissione era molto disponibile a valutare e ascoltare le studente spesso preoccupato... Il clima non era assolutamente da angoscia incombente, ci si confrontava fra il sapere e la dimostrazione della conoscenza, caratteristica per altro che accompagna da sempre la Maturità: ancor oggi, in una sensibilità ’creativa’.
Notizie queste che, raccontate oggi, sorprendono eppure a quei tempi era scelta normale. Si prospettava la Maturità come un esame-chiave, una esperienza culturale espressa anche dalla conoscenza delle singole materie nella globalità del triennio post-ginnasiale. Ed era facile non superare il traguardo, ripetendo l’anno.