Focus
di Federica Fasciolo
Nicky e Jess, l’uno esperto truffatore, l’altra abile ladra di portafogli, orologi e quant’altro, lavorano insieme fino a quando tra i due nasce una relazione. Truffe, sentimentalismo e fiducia portano avanti il film... O almeno ci provano, sarebbe meglio dire.
Saper spostare il centro dell’attenzione, il focus, è spesso il trucco dei maghi, ma anche di chi truffa gli altri per vivere: l’unico problema è che questi ultimi poi non sanno di chi fidarsi, e gli altri, com’è ovvio, non sanno se fidarsi di loro. Il gioco della fiducia tra Nicky e Jess, che ritorna numerose volte nel film, non ha però alla base una relazione forte tra i due: tutto rimane molto superficiale e ciò è un peccato non tanto perché da un film del genere ci si aspetti un grande approfondimento psicologico quanto perché la mancanza di tale forza impedisce un vero coinvolgimento del pubblico nella vicenda. Anche se dare la colpa di ciò solo a questo è decisamente poco.
Le scene interessanti e un minimo inaspettate (due specialmente) non sono infatti abbastanza per riuscire nell’impresa di tenere viva l’attenzione: il ritmo cala spesso e contemporaneamente la noia cresce.
Con le scene di truffa vera e propria si sarebbe potuto osare di più, soprattutto sarebbe stato meglio aumentarne il numero o per lo meno dar loro maggiore continuità.
La narrazione sembra spesso frammentaria e il salto di qualche anno tra la prima parte del film (più breve) e la seconda, per quanto ci dia delle informazioni utili, non aiuta a risolvere il problema.
In tutto ciò non sorprende che molti attori e attrici (tra cui Emma Stone, Ryan Gosling e Ben Affleck) abbiano rifiutato la proposta di recitare in questo film, come non sorprende che i due scelti in definitiva come protagonisti, Will Smith e Margot Robbie, non abbiano potuto esprimere al massimo le loro capacità: i due personaggi non sono per fortuna dei cliché, ma nella sceneggiatura mancano una brillantezza e un approfondimento che avrebbero donato maggior spessore a loro e dunque anche al film.
Nonostante questo qualche trovata c’è, si rimane sorpresi in almeno un paio di occasioni.
Se amate approfondimento psicologico e rifiutate il romanticismo che pare (quasi) immotivato, astenetevi. Se questi due fattori non sono per voi un problema e non vi dispiace il “thriller” sentimentale che cerca di strappare qualche sorriso, allora magari riuscirà (un minimo) a catturare la vostra attenzione.