A margine di odierne polemiche
Franca Falcucci
promotrice della "scuola inclusiva" che ha integrato i disabili
.
di Nicola Bruni
Bisognerebbe erigere un monumento a Franca Falcucci (1926-2014), che fu ministra della Pubblica Istruzione dal 1982 al 1987 (prima donna a ricoprire questo incarico di governo), per essere stata la principale promotrice dell'integrazione scolastica dei disabili: una grande conquista di civiltà, che ora il contestato generale Vannacci, capolista della Lega di Salvini alle elezioni europee, vorrebbe cancellare.
Già insegnante di storia e filosofia nei licei, senatrice della Democrazia Cristiana per sei legislature
(dal 1968 al 1992), Falcucci nel 1974 fu incaricata di presiedere una commissione nazionale di
indagine sui "problemi degli alunni handicappati".
Nel rapporto conclusivo di quella commissione, da lei firmato un anno dopo, si proponeva il
superamento di qualsiasi forma di emarginazione dei "portatori di handicap" attraverso un nuovo
modo di concepire e attuare la scuola, al fine di accogliere veramente ogni bambino e ogni
adolescente e favorire lo sviluppo della sua personalità, con la precisazione che la frequenza di
scuole comuni da parte di alunni disabili non avrebbe dovuto implicare necessariamente il
raggiungimento di mete minime comuni.
Il "Documento Falcucci" fu la base per l'approvazione della legge n. 517 del 1977, proposta dal ministro democristiano della Pubblica Istruzione Franco Maria Malfatti, che aboliva le classi "differenziali" e "di aggiornamento" nella scuola dell'obbligo e disponeva l'inserimento dei bambini e ragazzi disabili o "disadattati" in classi normali composte da non più di 20 iscritti, con il supporto di insegnanti specializzati, di un servizio socio-psico-pedagogico e di "forme particolari di sostegno secondo le rispettive competenze dello Stato e degli enti locali preposti".
Dall'anno scolastico 1988/89 l'integrazione nelle classi normali degli alunni disabili è stata estesa
alle scuole superiori, con una circolare di un altro ministro democristiano della Pubblica Istruzione,
Giovanni Galloni, che dava attuazione ad una sentenza della Corte costituzionale.
In seguito, purtroppo, il limite di 20 iscritti nelle classi con alunni disabili è stato superato, per una
cinica politica di risparmi.