#350 - 20 aprile 2024
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero rimarrà  in rete fino alla mezzanotte del giorno sabato 30 novembre quando lascerà  il posto al numero 358 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè" (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) «La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti». Papa Francesco «Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo». Alberto degli Entusiasti "Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità , vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Testimonianze

La modernità bussa alla porta negli anni '60

"Non fu un miracolo - L'Italia e il Meridionalismo
negli anni di Giulio Pastore e Gabriele Pescatore"

libro di Vincenzo Scotti e Sergio Zoppi

Questione meridionale

Quando al sud arrivò la "Provvidenza sociale"

Di Nicola Bruni

Questione meridionale

Ricordo le vacanze estive che da bambino, proveniente da Roma, trascorrevo in Calabria, a Dasà, paese di origine di mio padre, nei primi anni '50: non c'era l'acqua corrente nelle case, e bisognava rifornirsi alla fontana pubblica con anfore di argilla; non c'era la rete fognaria, e i bisogni si facevano in un vaso, che di notte qualcuno della famiglia doveva andare a svuotare nel torrente che costeggia il paese; per lavare i panni le donne si recavano ad un lavatoio pubblico dove scorreva un ruscello; le masserie di campagna non avevano la luce elettrica.

Le strade provinciali erano in terra battuta; quelle del paese, malamente lastricate.
Le automobili costituivano una rarità. I trasporti pubblici, quasi inesistenti: una sola corsa al giorno del “postale" per e da Vibo Valentia.
Una gran parte degli abitanti camminavano scalzi. Nei bassi di alcune abitazioni, all'interno del paese, si allevavano galline e persino maiali. Molti vivevano in miseria, e chi poteva emigrava.
L'analfabetismo era diffuso, specialmente tra le donne. A Dasà c'era solo una scuola elementare, e chi tra i maschietti voleva proseguire gli studi doveva fingersi aspirante prete per farsi accogliere gratuitamente come seminarista in un collegio religioso di città. Per le ragazzine, niente più.

Questione meridionale

Ricordo anche quando, nel 1958, per i contadini anziani arrivò, dal Governo di Roma, la pensione della "Provvidenza Sociale" (come tuttora alcuni ottuagenari del posto chiamano l'Inps), e fu festa per tante famiglie. Con quella Provvidenza cominciò ad arrivare anche la modernità.

Oggi, in quel paesino è tutta un'altra vita, sebbene ci siano ancora tanti problemi.
Solo chi ha fatto l'esperienza di quei tempi può capire quali progressi siano stati compiuti dal Sud d'Italia negli ultimi 60 anni.
Come si è avviato un così grande cambiamento, ce lo ricorda il libro di Vincenzo Scotti e Sergio Zoppi "Non fu un miracolo - L'Italia e il Meridionalismo negli anni di Giulio Pastore e Gabriele Pescatore" (ed. Eurilink).
Nel volume si argomenta, appunto, che non fu un miracolo il "Miracolo economico" degli anni '60, durante i quali l'Italia giunse a classificarsi come la quinta potenza economica mondiale, ma il frutto di una buona politica ampiamente compartecipata, dotata di un progetto organico di lungo respiro, concepita e attuata da una classe dirigente di altissimo livello.

Questione meridionale

Gli autori si soffermano in particolare sul ruolo importantissimo svolto dalla Cassa per il Mezzogiorno, ente di diritto pubblico istituito da De Gasperi nel 1950 con una rilevante dotazione finanziaria, che tra il 1950 e il 1970 ridusse del 10 per cento il divario tra Nord e Sud d'Italia, realizzando nelle regioni meridionali (inclusi Abruzzo, Molise e parte del Lazio), in Sicilia e in Sardegna soprattutto strade, ponti, ferrovie, porti, scuole, ospedali, bonifiche idrauliche, canali di irrigazione, argini, dighe, acquedotti, fognature, reti elettriche e telefoniche, e impiantandovi una serie di poli di sviluppo industriale, di pari passo con la riforma agraria, il piano Fanfani per l'edilizia popolare, la riforma tributaria Vanoni, la liberalizzazione degli scambi commerciali (Mercato Comune Europeo), l'introduzione della scuola media unica e obbligatoria, il diritto a pensione per i contadini, gli artigiani e i commercianti.

Il declino, a giudizio di Scotti, ebbe inizio negli anni '70, quando, con l'istituzione delle Regioni, la Questione meridionale fu accantonata dalla politica nazionale e le risorse destinate al Sud non furono più gestite con la stessa efficacia del decennio 1958-1968 in cui Giulio Pastore (l'operaio autodidatta che aveva fondato la Cisl) fu ministro per il Mezzogiorno e fece della "Cassa", presieduta da Gabriele Pescatore, un modello da imitare per la pubblica amministrazione.

Questione meridionale

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