#350 - 20 aprile 2024
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero rimarrà  in rete fino alla mezzanotte del giorno sabato 30 novembre quando lascerà  il posto al numero 358 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè" (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) «La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti». Papa Francesco «Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo». Alberto degli Entusiasti "Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità , vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Danza

Giornata Mondiale della Danza

La sagra della primavera di Roberta Ferrara per fermare il tempo

Saga di Primavera

di Giuseppe Distefano per exibart

Saga di Primavera

-La Sagra della Primavera. Il rituale del ritorno, di Roberta Ferrara. Ph. Stefano Sasso

Se c’è un classico nella storia universale della danza che più di ogni altro rappresenta un banco di prova cruciale per coreografi e coreografe di ogni generazione, questo è il capolavoro stravinskiano Le Sacre du Printemps messo in danza da Vaslav Nijinsky nel 1913. Tanto contestato al suo primo apparire al Théâtre des Champs-Elysées di Parigi, quanto riabilitato, riscritto, risemantizzato nel corso di tutto il Novecento e oltre, con le sue infinite e più ardite versioni.
Troppi riferimenti alti accompagnano l’immaginario a essa legata, a partire dalle intramontabili versioni – per chi ha avuto la fortuna di vederli in scena – di Maurice Bejart, e quella, potentissima, di Pina Bausch, capisaldi della storia della danza del Novecento. Due versioni rivoluzionarie, come lo furono al debutto la musica di Igor Stravinskj e la coreografia di Nijinsky per i Ballets Russes. L’incredibile freschezza e potenza espressiva della musica che ancora oggi suscita all’ascolto, spiega quel continuo stimolo creativo, da cento anni, a tradurla in partitura coreografica, pur vincolata, perlopiù, dal tema originario che ha come fulcro un propiziatorio e primitivo rituale primaverile in cui viene scelta una giovane ragazza come vittima sacrificale destinata poi a ballare fino alla morte. Lunghissimo è l’elenco di coreografi, illustri o meno, che si sono cimentati, ciascuno col proprio stile, in una personale interpretazione. Ed è inevitabile, per chi si avventura, che affiorino pur inconsapevoli riferimenti e citazioni. Benvenga comunque chi prova ad aggiungere una nuova lettura.

Saga di Primavera

-La Sagra della Primavera – Il rituale del ritorno, di Roberta Ferrara. Ph. Stefano Sasso

Ecco ora la versione di Roberta Ferrara – coreografa e direttrice artistica della compagnia barese Equilibrio Dinamico – dal titolo La Sagra della Primavera. Il rituale del ritorno, ridisegnata sui corpi dei danzatori di Eko Dance Project, Centro torinese diretto da Pompea Santoro qui nel ruolo di dramaturg (debutto al Teatro Astra di Torino per Palcoscenico Danza 2024). Quel sottotitolo indica una visione che sottende un diverso finale, una danza di vita che vuole vincere sulla morte: concept interessante che unisce un tempo cronologico simboleggiato da un orologio in scena, e uno psicologico nel voler ritardare la corsa del destino.
A segnare la coreografia è il consumarsi del rito primordiale verso una liberazione. Velocità e destrezze muovono tutto l’ensemble dei bravi, giovanissimi, danzatori di Eko. Uno di loro, sperduto, arriva dalla platea seguendo un fascio di luce. Appoggerà la testa e l’orecchio ad ascoltare la terra, alzando poi le gambe come a piantarsi su quella zolla sconosciuta. Si aggiungeranno altri usciti da più lati, anch’essi pervasi da un senso di smarrimento, popolando la scena che risuona di suoni cupi, metallici, minacciosi, di sonorità elettroniche (autore Benedetto Boccuzzi, il quale ha intestato la sua composizione Electronic Augmentations to Stravinsky’s Rite of Spring) che si aggiungono alla partitura stravinskiana. Questa verrà interrotta in più momenti dilatando il tempo per ritardare il sacrificio finale già presagito, e riprendere, dopo attimi di sbigottimento, il ritmo selvaggio.

Saga di Primavera

-La Sagra della Primavera – Il rituale del ritorno, di Roberta Ferrara. Ph. Stefano Sasso

Un timer impazzito posto in alto scandisce i minuti della musica originale che recupera la sua corsa dopo aver lasciato attimi di sospensione agli interpreti, al loro pensiero interiore, al loro scomporsi e ricomporsi in comunità sempre più consapevole e solidale. Sparsi in assoli irrequieti, abbracciati in file di spalle o frontali, con stacchi e reunion, alternando saltelli e passi claudicanti, pose a terra, carponi e trascinamenti, i danzatori ripetono sequenze – qua e là la sensazione di movimenti déjà vu –, con le braccia in avanti, unite come in preghiera, e in alto; corrono e indietreggiano verso chi, poi riassorbito, si stacca osservato dal gruppo; formano cerchi, attimi di roteazioni da dervisci e cenni di trance in odore di tarantismo; alzano una donna nella corsa, sollevano altri, ingaggiano brevi lotte, fino a ritrovarsi intrecciati tenendosi per mano e andare insieme verso il fondo, illuminato prima dal pulsare di fari puntati in controluce, poi da una luce azzurra.

Saga di Primavera

-La Sagra della Primavera – Il rituale del ritorno, di Roberta Ferrara. Ph. Stefano Sasso

Nessuna vittima da sacrificare in questa Sagra, dove l’immolazione diventa scelta condivisa di ideali, e la morte – sintetizza Roberta Ferrara – «Un metaforico volo verso un oltre celato, onirico». Lo spettacolo è atteso il 21 giugno ad Armonie d’Arte Festival, nel suggestivo Parco archeologico di Scolacium (Cz), e il 26 al Dap Festival di Pietrasanta.

Saga di Primavera

-La Sagra della Primavera – Il rituale del ritorno, di Roberta Ferrara. Ph. Stefano Sasso

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