Circondata da una natura mozzafiato
Feltre - (Belluno)
Basilica dei Santi Vittore e Corona
di Dante Fasciolo
Se in molti restano affascinati per lo stile, le architetture e la storia del Castello di Alboino, in quel di Feltre, altrettanto è doveroso dirlo succede per la Basilica-Santuario dei Santi Vittore e Corona - capolavoro si architettura, scultura e pittura - situata a pochi chilometri da Feltre in località Anz, immersa in una vasta e rigogliosa area verde.
La costruzione del santuario ha origini antiche - come ci ricorda Flaminia Giurato in una sua recente nota - fu iniziata nel 1096 mentre la chiesa fu consacrata nel 1101 per accogliervi le reliquie dei santi patroni di Feltre.
A metà del Quattrocento al santuario si affiancò un monastero per ospitare vari ordini religiosi susseguitesi nel corso dei secoli. La lunga ed incantevole scalinata che porta all’ingresso della Basilica e la facciata ombreggiata da un vecchio platano formano un’atmosfera straordinaria: il Santuario è uno dei monumenti più belli presenti in tutta la provincia di Belluno e l’edificio religioso più importante dell’area feltrina. Costruito sulle basi di un’antica chiesa, è un gioiello dello stile romanico-bizantino che porta i segni di influenze armene ed orientali.
Tre sono le scalinate che introducono al Santuario: quella ristrutturata nell’Ottocento dall’architetto feltrino Giuseppe Segusini con ai lati le statue dei santi Vittore e Corona; quella antistante il portale e una terza, di dieci gradini, che si incontra appena si entra nell’atrio.
Il portale, in stile romanico, è formato di due parti, i battenti e la nicchia, ed anticipa formalmente le navate longitudinali riservate ai fedeli.
Il cuore del Santuario è il Martyrium, che accoglie al suo centro l’arca dei Santi Martiri Vittore e Corona che, in stile romanico anch’essa, anticamente era collocata sul pavimento, ma che, nel 1440, il Vescovo di Feltre fece sollevare da terra ponendola su un lastrone decorato da uno stupendo fregio di boccioli e foglie accartocciate sorretto da quattro colonne.
Dal punto di vista architettonico chi ammira il loggiato che circonda l’arca dei Martiri sa che si trova di fronte ad un autentico gioiello dai caratteristici otto capitelli di tipo cubico “scantonato” con decorazione a niello, riempiti nelle parti incavate da una pasta bituminosa.
Le colonne sono di finissimo marmo greco ed anticamente erano congiunte da plutei. Gli archi a tutto sesto contribuiscono a dare un senso di grazia e di leggerezza a tutto l’ambiente.
Gli interni sono completamente affrescati con opere di età ottoniana, di scuola giottesca e di allievi di Tommaso da Modena, databili nel periodo compreso tra la fine del XII e l’inizio del XVI secolo. I mirabili cicli di affreschi, compresi quelli delle lunette del chiostro che illustrano la storia di Feltre e del Santuario, ne fanno un capolavoro dell’arte medievale.
Sulla sinistra dell'altare è posto il sarcofago marmoreo dei martiri, sollevato da colonne e ornato da un fregio floreale. Il Sacrario, che aveva la funzione di custodire gli oli santi, è datato 1480 ed è caratterizzato dallo stile veneziano tardogotico o fiorito. Le immagini che vi sono scolpite rappresentano una piccola sintesi della storia della salvezza. Altre due opere di pregevole scultura sono le raffigurazioni di San Vittore, una a tutto tondo e l’altra, in bassorilievo, presso l’Arca dei Martiri.
E quando si torna all’esterno, altre emozioni tutte da vivere grazie alla collocazione del Santuario particolarmente suggestiva, posto sulle pendici del monte Miesna e a strapiombo di una roccia dirupata: proprio di fronte alle bellissime vette delle Dolomiti feltrine dove lo sguardo spazia in ogni dove.