San Maurizio
Chiese dismesse e bellezze perdute
di Amanzio Possenti
Recuperare un’antichissima chiesa che dopo secoli di abbandono e di altri usi è in totale rovina, pur se ancora...in piedi, è impresa felice - utile dal punto di vista dell’ edificio ex-sacro ripristinabile - ancorchè destinato poi ad altri scopi, e da quello della storia che, recuperata, consente la riemmersione in un periodo remoto della propria civiltà.
Il caso riguarda la ex chiesa di San Maurizio, risalente al 725, alto Medioevo,sita nelle campagne di Treviglio (Bg): grazie ad un progetto privato, verrà ripristinata, con la salvaguardia dell’abside. Il suo recupero, tentato senza esito vent’anni anni fa, spalanca l’attenzione sulle molte ex chiese ed ex cappelle disseminate, e abbandonate, in Italia.
Non è possibile riportarle al valore storico-architettonico, e perché no, fideistico?, con appropriati interventi? Certo, i costi sono elevati, come per castelli e palazzi antichi. Ci vogliono, nel rispetto delle norme urbanistiche ed ambientali, buona volontà, determinazione e impegno finanziario. Siccome in Italia le bellezze architettoniche - sacre e no - sovrabbondano, perché Stato, Regioni, Province, Comuni, enti no profit, non promuovono un piano per la loro nuova sopravvivenza? Sì, esistono problemi connessi, non indifferenti – uso, destinazione, piani regolatori territoriali e turistici, contenziosi - ma salvare una ex chiesa non è una scelta culturale e di rivalutazione dello spirito così come ridare corpo ad edifici in rovina ma storicamente validi? Questione di sensibilità, non solo di soldi, ridonare la bellezza perduta.