#346 - 17 febbraio 2024
AAAAA ATTENZIONE questo numero resterà in rete fino alla mezzanotte del 3 maggio quando lascerà il posto al numero 351. - BUONA LETTURA - ORA ANTICA SAGGEZZA - Gli angeli lo chiamano piacere divino, i demoni sofferenza infernale, gli uomini amore. (H.Heine) - Pazzia d'amore? Pleonasmo! L'amore è già  in se una pazzia (H.Haine) - Nel bacio d'amore risiede il paradiso terrestre (Lord Byron) - Quando si comincia ad amare si inizia a vivere (M. de Scudery) - L'amore è la poesia dei sensi ( H. De Balzac) - Quando il potere dell'amore supererà  l'amore per il potere, sia avrà  la pace (J. Hendrix)
Di borgo in borgo

In cordiale collaborazione con l'Associazione dei Borghi del Respiro
Premio per l'Ambiente 'Gianfranco Merli' del Movimento Azzurro 2021

Marano de' Marsi

Marano è abbarbicato ad un'altitudine di 925 metri m s.l.m. sul monte La Costantina, alle pendici orientali del monte Faito (1.455 m s.l.m.) del gruppo montuoso dei Carseolani; a est si trova il massiccio del Velino.

A valle il territorio maranese è attraversato dal corso del fiume Salto che origina dalla confluenza dell'Imele con il torrente Ràfia tra Scurcola Marsicana e Magliano e che più a nord, nel Lazio, alimenta l'omonimo lago.

Marano de' MarsiMarano de' Marsi

Ci sono varie supposizioni sull'etimologia del nome, prive però di evidenze di carattere scientifico: la derivazione dal termine "marra" o "marrana", una specie di zappa; oppure dalla contrazione degli aggettivi "mar(sic)ano" (abitante della Marsica) o "mar(i)ano" (per la devozione verso la Madonna); il nome sarebbe altresì originato a causa della presenza di una guarnigione di soldati provenienti da Marano di Napoli, oppure dalla desinenza in lingua latina "anus", che indica un possesso (terre di proprietà di "Marius") e che avrebbe derivato, per corruzione linguistica, il toponimo "Maranus". Ipotesi ugualmente giudicate inverosimili sono quelle che fanno riferimento al nome pressoché simile di un antico tipo di imbarcazione o a quello della nobile famiglia Mareri, signori della contea di Cicoli discendenti dai Berardi conti dei Marsi

In epoca preromana e romana il territorio maranese era collocato al confine dell'area equicola con quella appartenuta ai Marsi. Dopo la colonizzazione romana, nel periodo repubblicano, molto presumibilmente ricadde nell'ager publicus di Alba Fucens al confine con il municipium della Res publica Aequiculanorum, tra l'asse dell'originaria via Tiburtina Valeria e quello dell'antica via Equicolana; quest'ultima arteria collegava, attraverso i territori di Nersae e Thora, l'antica città di Reate ad Alba e al lago Fucino.

Marano de' MarsiMarano de' Marsi

Il primo nucleo medievale arroccato su di una collina rocciosa e scoscesa, probabilmente era un paese romito, specie nei periodi delle persecuzioni ai danni dei cristiani o un punto di vedetta ideale per controllare le numerose scorribande a valle degli eserciti stranieri.

Il nucleo urbano si sarebbe sviluppato in particolare nell'epoca dell'incastellamento. Tra l'XI e il XII secolo fu costruito il castello-recinto di Castrum Marani, incluso tra i possedimenti della famiglia De Ponte nella contea dei Marsi.
Il centro fortificato, posizionato in altura, era in collegamento visivo con i paesi dei piani Palentini, luogo dove nel 1268 si svolse la battaglia di Tagliacozzo tra Angioini e Svevi.

Dopo essere stato un possedimento degli Orsini in seno alla contea di Albe, il feudo maranese dai primi anni del Cinquecento fece parte, unitamente a quelli limitrofi di Sant'Anatolia e Cartòre, Spedino, Torano e Corvaro, del ducato di Tagliacozzo appartenuto alla nobile casata romana dei Colonna. Dell'universitas bassomedievale del 1581 di Castri Marani restano visibili le tre torri dell'antica fortificazione.
Fin dal periodo medievale e per lunghi secoli la transumanza verso i tratturi che conducono in Puglia (tratturo Celano-Foggia) e nella Campagna romana favorì gli spostamenti stagionali dei pastori del Cicolano, della val de' Varri e della Marsica occidentale per motivi economici. In questi territori l'epoca moderna e quella contemporanea furono caratterizzate anche dal brigantaggio pre e post unitario, anche se a Marano non si registrarono atti di violenza o episodi collegabili direttamente a tale fenomeno.

Marano de' MarsiMarano de' Marsi

La villa di Marano, in seguito all'abolizione del feudalesimo, fu inclusa inizialmente nel comune di Sante Marie, solo in seguito dal 1868, fu aggregata a quello di Magliano de' Marsi. Così come avvenne per Tagliacozzo e altri centri dei piani Palentini e della piana del Cavaliere, il paese abitato da circa 400 persone subì gravi danni dal terremoto di Rosciolo del 1904 e soprattutto dal terremoto della Marsica del 1915 che rase al suolo molti centri dell'area fucense-rovetana e la vicina città di Avezzano.
Nel secondo dopoguerra Marano subì, a causa delle mutate condizioni economiche, lo spopolamento e l'emigrazione, con la gran parte dei suoi abitanti che si trasferì a valle o in varie città dell'Abruzzo e del Lazio. Il territorio maranese segna il confine settentrionale della diocesi di Avezzano con quella di Rieti.

Tra i monumenti e luoghi d'interesse e architetture religiose a Marano si segnalano l'Abbazia di Santa Maria Assunta,e la Chiesa dei Santi Giovanni e Paolo.
L'abbazia, costruita nel XV secolo sul sito del preesistente castello-recinto diroccato, è situata nelle adiacenze delle torri superstiti della fortificazione bassomedievale. Presenta due altari, quello maggiore è decorato con un quadro di santa Maria Assunta. L'altare quattrocentesco scomparso era dedicato a sant'Agata, quello laterale a sant'Antonio di Padova. La nicchia della Madonna delle Grazie ospita la statua della venerata Madonna del Latte. Non distante, vicino alla porta della Peria, si trova una piccola edicola dedicata a sant'Antonio abate. Accanto al portale è stato collocato un cippo funerario del I secolo, forse dedicato a un esponente di una gens romana. Due lapidi, collocate lateralmente sulla facciata tra il 1962 e il 1963, ricordano i caduti della prima e della seconda guerra mondiale e l'opera delle suore Vincenziane.

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La Chiesa dei Santi Giovanni e Paolo, edificata intorno all'XI secolo in epoca romanica era dedicata a san Giovanni Battista. La chiesa extra moenia, tra il XV e il XVIII secolo fu ingrandita e restaurata; presumibilmente nella metà del Settecento fu intitolata ai santi Giovanni e Paolo. Fu dotata tra il XIII e il XIV secolo di una croce processionale in legno rivestita da una lamina argentea di scuola sulmonese. Chiusa al culto, sorge su un colle che domina il paese. Internamente presenta un altare in stile barocco, un antico affresco della crocifissione, una pala d'altare settecentesca e due piccole statue lignee raffiguranti i santi protettori di Marano.
Qui, i Ruderi di San Nicola, chiesa rurale a navata unica, della quale restano pochi ruderi in località Piè di Marano, hanno restituito un portale lapideo risalente al XII secolo conservato dal 1985 nel museo d'arte sacra della Marsica presso il castello Piccolomini di Celano. Ancora, i ruderi della chiesetta di San Nunzio, piccolo edificio di culto a base rettangolare in località montuosa posta a sud-ovest di Marano a quota 970 m s.l.m.
È citato in alcuni documenti ecclesiastici della diocesi dei Marsi insieme alla chiesa principale di Santa Maria, alla chiesuola di San Nicola e ai piccoli edifici di culto dedicati a san Rocco, a san Biagio e a san Leucio (chiesa di "San Leucio in Moscosi" forse collocata sulla collina ad est di San Nicola a Piè di Marano).

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Tra le architetture civili, Marano annovera le Case Castellane nel centro del paese e casa Casa Celimontana. C'è Porta della Peria (XIV secolo). I Ruderi del casale Tavani. inoltre il Castello di Marano, fortificazione di epoca bassomedievale a pianta trapezoidale, citata nel Catalogo dei Baroni di epoca normanna. Le tre torri sono ciò che resta del castello marsicano. Una torre in particolare risulta inglobata nel complesso abbaziale di Santa Maria Assunta, al centro del nucleo abitato contemporaneo. All'accesso del castello è presente la parte del blocco di un fregio d'armi antico.

Non mancano riferimenti archeologici: tracce di un vicus, un santuario italico-romano e di un castello sono emerse nelle località di Poggio San Biagio (versante occidentale del monte Carce) e a Casale San Biagio (Piè di Marano-tenuta barone Masciarelli); in quest'ultimo luogo a 682 m s.l.m. era collocata la villa di epoca imperiale.
Nei pressi della località Piè di Marano sono emersi i frammenti fittili riconducibili all'età del ferro.
A San Nicola in Piè di Marano ci sono le tracce di un piccolo santuario italico-romano.
Nell'area di San Nunzio sono state rinvenute diverse tombe di epoca romana e resti tombali in terracotta e vasellame. Altri rinvenimenti si sono avuti nelle località di Tricaglio, Fonte di Tezio-Salere, Valle di Marano, infine a San Nunzio e lungo il sentiero che conduce al colle di Mezzo (1218 m s.l.m.) e ai territori montani di ***San Donato, Gallo e Scanzano.

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Come è noto, Marano è un borgo iscritto all'Associazione dei Borghi del Respiro, grazie alla suam posizione territoriale e l'aria particolarmente salubre, valori apprezzati da sempre più villeggianti presenti al sole d'estate e alla neve d'inverno. A ciò si aggiunge la considerazione della presenza delle aree naturali: Convalle Imele-Salto, Fonte Marano, Aia Guardapiano, Monti Faito, La Costantina e Saticone (monti Carseolani), Monte Velino... e che dire dell'affascinante e misterioso "Cammino dei briganti" sentiero a lunga percorrenza?

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