Quando l'uomo nega sé stesso
Estrema e ignobile violenza
di Amanzio Possenti
Ci avviciniamo al secondo anniversario della aggressione russa all’Ucraina, il 24 febbraio, ma al di là di orrori della guerra, di vittime, di bombardamenti, di lanci di missili e di droni, di distruzioni, di palazzi sventrati, di povertà che si diffonde fra la popolazione inerme o costretta alla fuga dalle rispettive residenze, non si legge altro.
Nessun impegno concreto e finalizzato per avviare trattative per una tregua delle armi che possa precedere la pace, nessuna diplomazia si rende attiva, tranne quella Vaticana, sollecitata ogni giorno dagli accorati appelli di Francesco che continua a sostenere il deciso no al proseguimento di un conflitto che, aggiunto a quello (altrettanto grave) fra Israele-Gaza-Hamas-Hetzbollah, tiene il mondo in ansia, mente sono sempre più numerose le vittime civili.
Finchè l’aggressore non si fermerà, e le forze russe non hanno intenzione alcuna di farlo, anzi il Cremlino sta sperimentando armi sofisticate, così che l’Ucraina è costretta a difendersi con grande e coraggiosa determinazione invocando l’aiuto militare degli Usa e dell’Europa (Italia compresa), quando potrà cessare il clima bellico? La Russia non molla, richiama alle armi decine di migliaia di suoi soldati e insiste a presentare l’aggressione come una ’operazione militare speciale’ parlando di ’denazificazione’.
La ‘spiegazione’ non solo appare come una chimera propagandistica (visto che l‘Ucraina è un Paese libero, sovrano e democratico) ma è soprattutto una evidente mistificazione . Lo si rileva tutti i giorni fra notizie di droni e attacchi aerei e (presunte) giustificazioni anti-Occidente, mentre l’Ucraina persevera nella fase di difesa della propria terra e chiede armi nuove per pareggiare i conti con un avversario dalla forza enorme e dal potenziale infinitamente maggiore.
Pertanto finchè la guerra avrà lo spazio attuale – l’aggressore che incalza, semina morte e devasta e l’aggredito che risponde alle temerarie incursioni di violenza sistematica – sarà possibile approdare ad una comune volontà di pace condivisa?
Una ’operazione militare’ che la Russia riteneva di poter concludere nel giro di pochi giorni è diventata uno dei ‘pezzi’ della terza guerra mondiale e chissà quando - ma soprattutto come, se non ci sarà la prevalenza del buon senso e del bisogno insopprimibile di pace - se ne vedrà la conclusione, pur se oggi quella guerra non trova più spazi grandi sulla stampa in ambito internazionale (anche negli Usa si profilano alcune volontà di non accordare armi all’infinito, mentre la Gran Bretagna fa la scelta di rinnovato aiuto militare).
A ricordarci l’assurdità e la estrema e ignobile violenza resta solo Francesco, che prega, invoca, ammonisce, coinvolge e spera. I cristiani non possono né devono dimenticare che la guerra, il ricorso alle armi, (dall’Ucraina ad Israele-Gaza e in altre aree) non è una soluzione, è l’avvio di tragedie senza fine. Purtroppo, come ha ricordato il patriarca di Gerusalemme cardinale PierBattista Pizzaballa all’inaugurazione dell’anno accademico all’Università Cattolica di Roma : ’La pace oggi è parola lontana e vuota,’ sottolineando come, tolto il Papa, manchi la voce dei leaders religiosi.
Occorre non piegarsi all’avventura tragica della guerra, perseguendo in ogni modo, sempre, la ricerca della pace.