#344 - 20 gennaio 2024
AAAAA ATTENZIONE questo numero resterà in rete fino alla mezzanotte del 3 maggio quando lascerà il posto al numero 351. - BUONA LETTURA - ORA ANTICA SAGGEZZA - Gli angeli lo chiamano piacere divino, i demoni sofferenza infernale, gli uomini amore. (H.Heine) - Pazzia d'amore? Pleonasmo! L'amore è già  in se una pazzia (H.Haine) - Nel bacio d'amore risiede il paradiso terrestre (Lord Byron) - Quando si comincia ad amare si inizia a vivere (M. de Scudery) - L'amore è la poesia dei sensi ( H. De Balzac) - Quando il potere dell'amore supererà  l'amore per il potere, sia avrà  la pace (J. Hendrix)
curiosità

In occasione del 20 gennaio: Giornata Italiana del Cinema

I Lumiere

di Roberto Bonsi

Un cognome epico che rimane imperituro quello dei fratelli Auguste e Jean Louis Lumiere, che furono per così dire degli "apripista" ed i geniali inventori della cinematografia, del proiettore cinematografico e della macchina da presa.

I due fratelli nacquero, vissero e morirono in terra di Francia, e grazie alla mirabile loro invenzione furono "celebrati" come i "Padri"di questo nuovo sistema visivo, posto in movimento, e con i loro soggetti e le sceneggiature.

I LumiereI Lumiere

Il debutto fu con il cinema muto e con il solo supporto di una musichetta suonata al pianoforte e dal suono perlopiù allegro, trascinante, e di fatto coinvolgente. Nel periodo che li vide piccole creature all'affaccio della vita, vi fu quel grande ed atteso avvenimento che ci riguarda da vicino, e che è noto con il nome di "Unità d'Italia".
Era il 1861. In Mitteleuropa, il Feldmaresciallo Otto Von Bismark divenne Cancelliere del Regno di Prussia, e sempre in Italia il 24 agosto 1862 venne coniata e messa in libera circolazione una moneta chiamata: Lira.
I fratelli Lumiere avevano "ancorato" il loro cognome già come un chiaro segno del destino, infatti nella bella lingua d'Oltralpe, lumiere significa: luce. Il loro padre che di nome faceva Antoine fu un pittore che poi passò alla fotografia ed anche si dilettava di canto, mentre la madre che si chiamava Jeanne Joséphine Costille in Lumiere, reggeva le sorti del focolare, stando quotidianamente anche attenta al desco quotidiano, e si prestava come lavandaia.
La famiglia al completo vedeva anche la presenza delle sorelle Jeanne, Juliette e France, nonché dell'altro fratello che rispondeva al nome di Edoard. Questa era così la famiglia al completo, ma ora è nostro interesse "focalizzare" la "grande" novità introdotta dalla bravura e dalla tecnica di Auguste e Jean Louis Lumiere.

I LumiereI Lumiere

Ma quando e come iniziò il vero e proprio "colpo di genio" maturato principalmente nella testa di Auguste?
Al "Salon Indien" del "Grand Cafe'" al numero 14 del centralissimo Boulevard des Capucines, in quel della mirabolante e bellissima Parigi, venne presentato un filmato realizzato con un nuovo strumento chiamato: kinesioscopio, ideato dall'americano Thomas Edison, ed il signor Lumiere padre fu "folgorato: da tutto ciò, ed a Lione dove andò ad abitare con i familiari, insieme ai due figli sin qui nominati, apri un'officina per poter realizzare un macchinario similare a quello costruito da Edison.
Come si svolgeva, per descriverla con poche parole, la proiezione dei films dei Lumiere?. Su di una parete bianca o chiara in genere o su di un telo del medesimo colore, venivano proiettate delle foto scattate in rapida successione dell'une con le altre, per così dare una perfetta illusione di movimento, questo davanti ad un pubblico dapprima scelto, composto da Autorità e da gente comune, un pubblico che già pagava per potersi deliziare della "grande" novità che così andava ad incontrare. Il tutto aveva luogo in un'apposita sala atta allo scopo, dove inizialmente non vi era alcuna possibilità di sedersi, e qui vi rammento, ponendolo ad esempio, che in quegli stessi anni, al Teatro "La Scala" di Milano, il pubblico eterogeneo che seguiva le opere liriche ed i balletti in questo prestigiogiossimo teatro, nel seguire quanto sopra esposto, doveva rimanere in piedi, e tutto questo dopo un po' di anni fu risolto, mettendo specie in platea, della lunghe panche di legno senza alcun schienale e divisorie.

La grandiosa novità dell'avvento del cinematografo, fece tanti proseliti, che con idee nuove si misero in quel nuovo mercato per ottenere prestigio, tanta gloria e sopratutto soldoni sonanti. Pensate che nel solo Regno Unito vi furono la bellezza di oltre 350 richieste formali onde poter brevettare questa che di fatto divenne una nuova forma d'arte, una nuova fonte di guadagno, un nuovo modo di socializzare, e quant'altro. La più conosciuta, e passata con la sola memoria dei posteri e dei mezzi di comunicazione di quel tempo, fu per l'appunto l'epopea ma anche la saga dei fratelli Lumiere, illustri ma anche audaci componenti di una famiglia operosa ma non sempre unita nei suoi intenti di vita tra congiunti.

I Lumiere

La "magica", brillante, e per allora, già moderna, se non avveniristica invenzione di Auguste Lumiere e del suo amato e collaborativo fratello Jean Louis, godeva del vantaggio di usare una specie di piccola cremagliera che faceva poi avanzare una pellicola con degli scatti automatici che avvenivano "ipso-facto" ogni 1/25 di secondo. L'inquadratura era unica e quindi di vi era alcun bisogno di effettuare il montaggio, e l'operatore aveva per fortuna anche la possibilità di una "messa a fuoco" per rendere ancor più avvincenti i primi cortometraggi realizzati in quegli anni.
Di solito, colui che poi con il trascorrere del tempo fu denominato con il termine di regista, era in quegli anni, una sorta di imbonitore che faceva muovere la macchina da presa, ma nel mentre spiegava sul momento la trama e il veloce avvicendarsi dei vari fotogrammi. Il 19 marzo dell'anno 1895, uscì il loro primo film, dal titolo: "La sortie des ouvriers de l'usine Lumiere" (l'uscuta degli operai dall'officina Lumiere), e da sempre, si fa per dire, è in atto un dibattito a volte anche acceso, se considerare o meno, la cinematografia di quel tempo, un vero e proprio film oppure un quasi palese frammento di documentario?. Sempre e solo ai posteri, l'ancor ardua sentenza!.

I Lumiere

Venezia, la città stupenda che il mondo intero ci invidia e che è in buona parte disattesa dalla clientelare politica nostrana, al riguardo degli ormai conosciuti fratelli Lumiere, gode di un vero primato. La sera del 9 luglio dell'anno 1896 all'interno del Teatro Minerva (già: Teatro San Moise', oggi abbattuto), ebbe luogo la prima proiezione in Italia di un loro cortometraggio girato per intero nella città lagunare. Durante i periodi bellici che interessarono anche l'Europa, i due fratelli si misero di buzzo buono per avviare anche alla produzione e la distribuzione di impianti medicali su larga scala. Jean Louis morì nel 1948, mentre il fratello Auguste lo segui sei anni dopo.
Una curiosità su quest'ultimo. In punto di morte ebbe modo di dire: -"Ed ora la pellicola è finita"-. Oggigiorno, e dopo molti periodi di grande "lucentezza" sul piano nazionale e mondiale del cinema, strumento di svago, di arte e di cultura a tutto tondo, a causa del web e della TV- "on demand", le sale cinematografiche si stanno spopolando, e scrivendo del nostro Paese, molte di loro chiudono per sempre, spesso per far spazio ad un supermercato od altro ancora. Così è anche per i teatri. Bisogna pur mangiare, ma è necessario anche nutrire la nostra mente, il nostro cuore e non sobillare atteggiamenti non consoni al mantenimento della cultura stessa. Evviva il cinema!!!. Un grazie ai fratelli Lumiere!

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