Fonti documentarie che attestino la fondazione di quest’abbazia sono inesistenti
Abbazia Santa Maria in Castagnola
di Dante Fasciolo
L'Abbazia Santa Maria in Castagnola è il monumento che, con la pertinenza abbaziale rappresenta un esempio qualificato e prestigioso del romanico gotico in Italia.
La concezione stilistica della facciata della chiesa abbaziale richiama il sistema costruttivo della Lombardia nelle forme del transetto, però c’è una innovata soluzione architettonica con la sopraelevazione della cuspide rispetto al tetto, una soluzione che non esiste in nessun altro esempio dell’architettura cistercense in Lombardia.
La pertinenza abbaziale si presenta con un chiostro che risale alla metà del 1700, attorno al quale successive edificazioni hanno fatto nascere un impianto edilizio notevolissimo per la interessante sovrapposizione degli stili.
Sono pressoché intatte la sala dei monaci e la sala dei conversi, ed essendo la pertinenza stata usata come magazzino per la Manifattura Tabacchi, le successive modifiche edilizie hanno dato vita a spazi che possono essere considerati in parte come luoghi di archeologia industriale.
Fonti documentarie che attestino la fondazione di quest’abbazia sono inesistenti e così le poche notizie riferibili alla sua origine sono ricavabili soltanto da studi condotti su documenti locali. La studiosa Albino Savini riporta la più antica di queste fonti, costituita da un codice cartaceo, Rerum notabilium monasterii S. Mariae de Castagnola, il quale attribuisce all’iniziativa della regina Teodolinda la fondazione di un monastero benedettino in una località posta nella bassa valle dell’Esino, a circa tre chilometri dal mare Adriatico, detta “di Castagnola” per la presenza di querce così chiamate; la data di fondazione, considerando l’attendibilità della fonte, sarebbe circa tra il 612-626, in quanto nel codice si fa riferimento al tempo di papa Gregorio I. Tale notizia è accennata anche da Bedini