#343 - 6 gennaio 2024
AAAATTENZIONE - Cari amici lettori, questo numero rimarrà  in rete fino alla mezzanotte del 31 LUGLIO PER LASCIARE IL POSTO AL N° 354 GIOVEDI' 1° AGOSTO. BUONA LETTURA A TUTTI . Ora ecco per voi un po' di SATIRA: Il Paradiso lo preferisco per il clima, l'Inferno per la compagnia (M. Twain) - Quando le cose non funzionano in camera da letto, non funzionano neanche in soggiorno (W.H. Masters) - L'intelligente parla poco, l'ignorante parla a vanvera, il fesso parla sempre (A: De Curtis) - Il sesso senza amore è un'esperienza vuota, ma tra le esperienze vuote è la migliore (W. Allen) - Per alcune cose ci vuole tanta pazienza, per tutte le altre c'è la gastrite (L. Limbus) - Non avere un pensiero e saperlo esprimere: è questo che fa di un uomo, un giornalista (K. Kraus) - Le banche ti prestano denaro, se puoi dimostrare di non averne bisogno (B. Hope) -
Danza

Emiliana Campo e Nicola Stasi

per

Duo d’Eden

Al Teatro Ariosto di Reggio Emilia, Grosse fugue (vedere articolo precedente) è stata preceduta da Duo d’Eden, altro titolo di Maguy Marin del 1986, entrato nel repertorio della compagnia emiliana nel 2020.

Emiliana Campo e Nicola Stasi

È un folgorante duetto (un estratto del più ampio Eden) dentro la genesi dell’uomo, dell’origine e della fine. E dell’amore.
La simbiosi, il rigore esecutivo e l’ardua prova fisica di Emiliana Campo e Nicola Stasi, catturano la tensione dello sguardo immergendoci dentro un mondo primordiale evocato solo dalla danza muscolare dei loro corpi velati da un costume color carne che li rende nudi, col viso mascherato e una lunga chioma.
Sono Adamo ed Eva, colti nella nudità del paradiso terrestre; sono i sopravvissuti a un’apocalisse, unici esseri viventi su una terra desolata; sono gli amanti di sempre nel loro frastagliato rapporto di unione.

Emiliana Campo e Nicola Stasi

Sotto il rumore di una pioggia incessante, di tuoni e lampi, di cascate d’acqua, la coppia, tra lentezze e contorsioni, tesse un continuum di movimenti; la donna, serrata, avviluppata, si contorce con le gambe e le braccia all’uomo che la tiene, la prende sulle spalle, sopra la schiena, la sostiene, trattiene i suoi scatti, gli attacchi e le difese, la fa roteare, senza mai farla cadere se non, in alcuni momenti, facendole appena toccare terra coi piedi.
La plasticità dei due corpi che sembrano saldati e dei quali sentiamo il respiro e l’affanno, quel ritmo interno che sprigiona eros, solitudine, violenza, tenerezza, ci riconduce nei diciotto folgoranti minuti all’innocenza originale di un eden sognato e perduto.

Emiliana Campo e Nicola Stasi

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