Autolaghi
di Roberto Bonsi
Nell'operoso nord-ovest della nostra bella Italia, in terra di Lombardia, c'è un "nastro d'asfalto", comprese le sue tre diramazioni, che dalla "grande" Milano, quindi dal suo … ampio "cuore" e dal suo immediato popoloso "hinterland", si attraversa il florido territorio della Brianza, macroregione molto “green” della Lombardia stessa, terra che è sempre stata considerata, dati alla mano,insieme alla regione stessa, la ... "locomotiva" dell'Italia tutta.
Il "nastro d'asfalto" unisce Milano con la bella Como, città capoluogo di provincia, luogo ameno e massimo centro rivierasco del Lario, e questo è l'altro nome di cui si fregia il bacino lacustre in questione, che come si sa porta il nome per l'appunto di Lago di Como.
Le strade delle quali scriviamo, ovvero le tre diramazioni sopra citate, vede la prima, che unisce quindi Milano a Como, poi c'è la Gallarate, Vergiate, Sesto Calende, che porta anche all’Aeroporto intercontinentale della Malpensa (n.d.a.: il principale “hub”del nord-Italia), ed infine c'è il collegamento con la stessa città di Varese. Queste strade, in realtà sono delle autostrade, e sono sotto l'egida amministrativa della Società: "Autostrade per l'Italia", nata nell’anno 1962.
Da anni ed anni si dice in giro che l' autolaghi, così è chiamata per abbreviare, viene considerata la prima autostrada al mondo, ma a dir il vero, questo non corrisponde del tutto, in quanto prima dell'"Autolaghi" ne furono costruite altre all'estero, e più avanti vi spiegheremo il perché di questa sottigliezza appena espressa.
Al momento attuale la nazione europea che ha più ampi percorsi e nodi autostradali è la Spagna, mentre il nostro Paese al suo confronto ne possiede la metà circa. Negli U.S.A. e precisamente nello Stato di New York, nel lontanissimo 1906 fu costruita la “Long Island Motor Parkway”. Nel 1909 nei pressi di Berlino, capitale della Germania è nata l’AVUS, un’autostrada che venne poi aperta al traffico automobilistico ben dodici anni dopo.
L’ingegner Piero Puricelli, Conte di Lomnago fu il tecnico che ideò l’”Autolaghi”, ed il 21 settembre 1924 in quel di Lainate, poco fuori Milano, fu aperto il primo tronco, che poi ha unito la metropoli lombarda con la città di Varese.
Si dice comunque che la Milano-Laghi è a tutti gli effetti la prima in assoluto, in quanto le altre autostrade comprese quelle menzionate, furono dapprima dei tracciati per delle corse automobilistiche, e che poi col tempo divennero delle autostrade “tout-Court”, mentre quella italiana sopra citata fu subito aperta al traffico privato e con il pedaggio, per compensare così i notevoli costi di costruzione e di gestione.
La “Milano-Laghi” in alcuni tratti ha ben cinque corsie, sempre per lo scorrimento veloce del traffico, e la stessa è siglata con l’ alfanumerico A/8, e qui vi scriviamo del tratto tra Milano e Varese, mentre l’A8/26 è così per l’intera sua estensione, mentre la Gallarate, Vergiate, Sesto-Calende è l’A/26.
Il Sovrano dei tempi menzionati, cioè il re Vittorio Emanuele III° di Savoia-Carignano, inaugurò l’autostrada in questione, entrando in essa con il suo seguito automobilistico, cioè con la parata di cortigiani, nobili e politici. Il re era a bordo di una fiammante “Lancia-Trikappa”. Fino all’avvento della Repubblica i casellanti avevo gli obblighi della divisa e del saluto militare, quest’ultimo al passaggio e all’uscita nonché alla richiesta di informazioni da parte degli automuniti, ed anche alle barriere per il pedaggio che gli stessi, come del resto oggi, devono pagare.
Insomma, in un battibaleno, dalla bella e mai inoperosa Milano, si raggiunge il magnifico patrimonio dei bei laghi lombardi. Sul percorso verso questi bacini lacustri, Il Lago di Como, il Maggiore o Verbano, ed il lago di Varese, ci sono tante piccole e grandi meraviglie da scoprire e conviene andarci, ne vale davvero la pena, per l’interesse paesaggistico ed architettonico di quei luoghi.
Al momento della sua inaugurazione il giornale: “La Tribuna di Roma” ebbe a scrivere: -”Viaggio attraentissimo su un cemento liscio come un "parquet", senza callaie insidiose o ciclisti o simili da mandare all’altro mondo”-, ed è il caso di dire che tutto questo fu proprio scritto così, come dire …, papale, papale!. Furono costruiti 17 caselli ed anche ben 100 km di nuove strade di raccordo, e nei primi tempi l’autostrada apriva alle ore 6 mattinali e chiudeva alle ore 01 di notte.
Per questa opera così gigantesca per quegli anni, fu emanata una normativa ufficiale risalente al “Regio Decreto n.° 1740 dell’anno 1933”, ed alla vigilia del Natale dell’anno 1968 fu completato ed aperto al traffico automobilistico il tratto che da Como arrivava così come è oggi alla galleria del Monte Olimpino, percorso posto proprio sopra la città in questione ed il prospiciente lago, da cui si gode un panorama superlativo, un percorso che inizialmente era un allacciamento in un solo senso di marcia, quello che portava a Como. Qualche anno dopo fu inaugurato anche il tragitto autostradale che porta al confine italo-svizzero, quello meglio conosciuto come valico di Brogeda. Psss!. Al momento la velocità massima consentita per Legge lungo le autostrade italiane, comprese quelle che sin qui abbiamo elencato è di 130 Km. all’ora, poi vi sono alcune varianti a seconda dei cambiamenti climatici, ma anche se è ammessa la velocità e l’evitare i centri abitati (n.d.a.: scopo primario per cui sono nate le autostrade), bisogna assolutamente muoversi e viaggiare con tanta attenzione e soprattutto usare acume, onde evitare gli incidenti ed anche gli omicidi stradali. Si dice comunque che CHI VA PIANO VA LONTANO, oppure: A CHI VA FORTE L’ATTENDE LA MORTE ed in questo nostro caso, scriviamo: GUIDA, MUOVITI E AVANZA, MA CON IL SENNO DI POI …