#341 - 2 dicembre 2023
AAA ATTENZIONE - Questo numero rimarrà in rete fino alla mezzanotte del 31 gennaio, quando lascerà il posto al numero 360. Ora MOTTI per TUTTI : - Finchè ti morde un lupo, pazienza; quel che secca è quando ti morde una pecora ( J.Joyce) - Lo sport è l'unica cosa intelligente che possano fare gli imbecilli (M.Maccari) - L'amore ti fa fare cose pazze, io per esempio mi sono sposato (B.Sorrel) - Anche i giorni peggiori hanno il loro lato positivo: finiscono! (J.Mc Henry) - Un uomo intelligente a volte è costretto a ubriacarsi per passare il tempo tra gli idioti (E.Hemingway) - Il giornalista è colui che sa distinguere il vero dal falso e pubblica il falso (M. Twain) -
Editoriale

Capovolto

di Dante Fasciolo

Fin dalle elementari siamo abituati,
complice il Mappamondo comunque lo facessimo girare,
a constatare che la nostra esistenza
è senza dubbio vissuta sull’emisfero superiore del Pianeta.

Il cosiddetto Mondo Occidentale,
ritenuto più avanzato culturalmente ed economicamente
è tutto disteso perbenino sulla fascia nord della Terra
e dimentica che ogni giorno il nord diventa sud e viceversa.

Questo scherzetto è dogma universale
e universale è l’equilibrio del sole:
un po’ a te, un po’ a me alternando stagioni,
una giustizia che fortunatamente sfugge al controllo dell’uomo.

Dalla nostra parte abbiamo molto:
più cibo, più salute, più scuola, più lavoro, più denaro,
uno sviluppo guidato da un metodo cosiddetto democratico
che ci valorizza individualmente in libertà.

Dalla parte opposta, nel maggior parte dei casi
hanno fame, poca assistenza medica, analfabetismo,
disoccupazione e rara moneta di scarso valore,
seppure la propria terra sia ricca e generosa.

C’è una maledizione in tutto ciò? Forse un perverso disegno?
proviamo ad immaginare, solo immaginare,
a capovolgere la Terra e collocare la nostra esistenza
nella dimensione territoriale dell’altro emisfero.

Ci accorgeremo che a Natale si suda, ad agosto fa freddo,
in larga parte non c’è acqua al rubinetto, la scuola è lontana,
l’armadietto dei medicinali è vuoto come vuota è la parola lavoro…
i racconti narrati, sperduti nel tempo si fanno reali.

Dove sono le case? E le strade?
Le fabbriche e ciminiere fumanti? I rumori della tecnica?
Le mani operose che estirpano il male? Le parole che saziano?
e le Chiese armonie di preghiera?

Forse, in quella breve immaginazione troveremo risposta:
quanto inutili ed effimeri sono gli affanni quotidiani
alla ricerca di un indefinito “di più…di più”
e di quanta ipocrisia si nasconde nel tumultuoso vortice
che inghiotte promesse e impegni di comune sviluppo,
di giustizia, di libertà, di pace… di amore per la vita.

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