Una pratica iniqua
Dimissioni dal lavoro
di Amanzio Possenti
Sono numeri impressionanti e fortemente preoccupanti quelli indicati da un’indagine Cisl Lombardia sulle dimissioni volontarie dal lavoro e sulle connesse motivazioni esplicative.
Nel solo 2022 nella regione più ricca e top d’Italia si sono ritirati andando in pensione in anticipo e uscendo dal mondo lavorativo oltre 565 mila tra uomini e donne, e un po’tutte le province lombarde hanno sofferto di questa decisione, che ha tolto dalla vita attiva una così elevata quantità di manodopera, di vari livelli e professionalità.
Situazione presente anche nel resto d’Italia, a conferma di un dato generalizzato.
Mentre si confida che quegli ex lavoratori trovino spazio confacente nella nuova realtà di ... riposo, superando le motivazioni dello stress, che risulta essere uno dei ’perchè’ hanno rinunciato volentieri al ritmo del lavoro quotidiano dimettendosi dalla loro occupazione, resta da chiedersi quando e se questo stillicidio potrà fermarsi, consapevoli che il ritmo delle dimissioni è andato moltiplicandosi pesantemente nell’ultimo decennio.
Altri dati allarmano. Sei su dieci dimissionari - colti dallo stress ed anche dall’entità (non accettata) dello stipendio – cercavano ‘alternative’ ma il 40% è rimasto a mani vuote senza efficaci risultati, dunque non tutto è roseo per chi si dimette anzitempo.
Fermare o no e come questa cavalcata all’abbandono del lavoro finora svolto? Dove sta il vantaggio (non solo economico) e quanto agiscano frettolose scelte pur mirate? Dimettersi è una ‘speranza’ di vita: ma i rischi?