L'iniziativa del Diario di Conoscenda 2023 - Edizioni Conoscenza
viene presentato ogni mese - testi e grafiche - sul nostro giornale
“Io contemplo gli uccelli che cantano ma la mia anima
è triste come il soldato in guerra.”
Amelia Rosselli
Amelia Rosselli è una delle poetesse più significative del Novecento. Nata a Parigi nel 1930 da madre irlandese e da Carlo Rosselli, antifascista fatto uccidere da Mussolini e Ciano insieme al fratello Nello, è vissuta tra Francia, Svizzera, Inghilterra, Stati Uniti e in Italia, soprattutto a Roma dove è morta nel 1996.
Musicista e studiosa di etnomusicologia, inventa le regole di un nuovo ordine metrico, preso a
prestito dalla durata della battuta nell’area della composizione con alla base un rigore matematico-
musicale. Dichiarandosi lei stessa insoddisfatta del verso libero e poeta della ricerca, crea un
nuovo sistema che risulta solo apparentemente chiuso, in quanto rispetta la libertà del flusso della
parole che scaturiscono dall’inconscio.
L’originalità di questa innovazione le permette di esprimersi
con versi lunghi, con ripetizioni e rielaborazioni di sillabe o con piccoli frammenti sonori.
Frequentò gli ambienti letterari romani, tramite gli amici Carlo Levi e Rocco Scotellaro. Iniziò a pubblicare i suoi testi attirando l’attenzione di Zanzotto, Raboni e Pasolini. Le sue numerose pubblicazioni sono raccolte in L’opera poetica, a cura di Stefano Giovannuzzi, introduzione di E. Tandello, Milano, “I Meridiani” Mondadori.
Sorgesse un fiore
Se dalle tue lunghe agonie e dai miei brevi respiri
sorgesse un fiore; allora io correrei a ringraziarti
rimboccherei la strada della bellezza. Ma tu non
respiri e mollemente non tiri il tuo arco della sapienza;
tu non respiri e non vuoi ritrovare l’arca di Noè: io
qua respiro e tu tremi e tu cadi forse, e io sicuramente
brillo e cado ai tuoi piedi fatti di cristallo.
Ma tu non vuoi morire, e io stendo ancora la mia mano
amichevole.
(Amelia Rosselli, Variazioni belliche, Garzanti, 1964)
«La poesia o è ispirata o non vale niente»
(Amelia Rosselli, in un’intervista del 1990)