#339 - 4 novembre 2023
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero rimarrà  in rete fino alla mezzanotte del giorno sabato 30 novembre quando lascerà  il posto al numero 358 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè" (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) «La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti». Papa Francesco «Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo». Alberto degli Entusiasti "Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità , vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Storia

NOTE SULLA
MEMORIA DEI GIORNI

-Obama presidente degli USA: «Se ancora c'è qualcuno che dubita che l'America non sia un luogo nel quale nulla è impossibile, che ancora si chiede se il sogno dei nostri padri fondatori è tuttora vivo in questa nostra epoca, che ancora mette in dubbio il potere della nostra democrazia, questa notte ha avuto le risposte che cercava». Sono le prime parole di Barack Obama da quarantaquattresimo Presidente degli Stati Uniti, il primo afro-americano a diventare il principale inquilino della Casa Bianca.
Nato ad Honolulu (il 4 agosto 1961) da madre americana e padre kenyota e laureato in legge ad Harward, Obama incarna perfettamente il sogno americano e nella sua vittoria l’opinione pubblica internazionale individua un segnale importante di cambiamento, nella prospettiva di una società aperta alle istanze delle fasce sociali più deboli.
Un progetto ambizioso, una missione impossibile per molti, come lo era inizialmente la sua corsa alla presidenza iniziata il 10 febbraio 2007, con l'annuncio della propria candidatura alle primarie del Partito Democratico. Da quel momento, da sconosciuto senatore dell'Illinois, Obama diventa l'uomo del cambiamento, catalizzando l'attenzione dei media di tutto il mondo.
Vinta di misura la sfida con la favoritissima Hillary Clinton, si presenta al confronto decisivo con il repubblicano John McCain con la promessa di voltare decisamente pagina rispetto alla politica di George W. Bush. Il suo efficace slogan «Yes, We Can» fa breccia nello spirito amareggiato e disilluso di un'America duramente colpita dalla crisi economica e dalla disoccupazione. Il "ce la possiamo fare" si concretizza in quasi 70 milioni di voti (pari al 52%) contro i 60 milioni di McCain (45%), che gli permettono di strappare ai repubblicani roccaforti storiche come la Florida, la Carolina del Nord e la Virginia. Obiettivo principe della sua legislatura sarà l’approvazione della Riforma Sanitaria per ampliare la copertura assicurativa della popolazione americana, in favore soprattutto dei cittadini malati o affetti da patologie croniche.
Nell'ottobre 2009, «i suoi sforzi straordinari volti a rafforzare la diplomazia internazionale e la cooperazione tra i popoli» saranno premiati con il Nobel per la Pace.

-Alluvione di Firenze: Firenze, autunno del 1966. L'ondata di maltempo che investe da giorni l'intera penisola riserva alla Toscana, e in particolare alla provincia di Firenze, i suoi effetti più disastrosi. Con l'eccezione del giorno di Ognissanti, piove ininterrottamente da fine ottobre e la sera del 3 novembre il livello dell'Arno inizia a salire pericolosamente.
Durante la notte la situazione precipita e l'Arno rompe gli argini, invadendo prima le campagne attorno a Firenze e di qui arriva ai vari quartieri del centro storico. La città, colpita da un'ondata di piena (con punte di 4000-4500 metri cubi al secondo), si risveglia sotto cinque metri d'acqua e con le vie di comunicazione in tilt. Oltre alle vittime, 34 in tutto (17 nel capoluogo, altrettante in provincia), si contano ingenti danni materiali alle infrastrutture e agli edifici.
Un'emergenza nell'emergenza è la messa in salvo dell'inestimabile patrimonio artistico (libri, quadri, sculture, etc.), che diventa possibile grazie alla straordinaria catena di solidarietà, formata da giovani di tutto il mondo: passano alla storia come gli Angeli del fango (espressione utilizzata in occasione di altre alluvioni, come quella di Genova del 2014) e rappresentano una delle prime forme di mobilitazione spontanea giovanile del Novecento.
L'elenco delle alluvioni dell'Arno è abbastanza lungo, la prima di cui si ha notizia risale al 1333 ed è considerata la più catastrofica per Firenze: tra le numerose costruzioni distrutte, il celebre Ponte Vecchio, che venne ricostruito 12 anni più tardi.

-Marie Curie: Il suo contributo alla ricerca è inestimabile e i due Nobel (unica donna ad averlo vinto due volte e in due diversi campi), ricevuti nel 1903 e nel 1911, rispettivamente per la Fisica e per la Chimica, rappresentano il degno riconoscimento a un'intera vita spesa per la scienza.
Nata in Polonia, a Varsavia, dal momento che nella sua terra le donne non potevano frequentare gli studi, si trasferì a Parigi e lì condusse le proprie ricerche che la portarono ad analizzare le sostanze radioattive, fino alla sensazionale scoperta del radio e del polonio.
Fu la prima donna ad insegnare alla Sorbona (ottenne la cattedra in Fisica generale). Durante la Prima guerra mondiale si occupò, come radiologa, dei soldati feriti. Pagò a caro prezzo i lunghi studi sulle radiazioni, contraendo una grave forma di anemia aplastica che la condusse a morte nel luglio del 1934, a Passy (in Francia).

-Pirandello riceve il Nobel: «Per il suo coraggio e l'ingegnosa ripresentazione dell'arte drammatica e teatrale» con questa motivazione, nel 1934, venne assegnato a Luigi Pirandello il Nobel per la Letteratura. Dopo Giosuè Carducci e Grazia Deledda, fu il terzo italiano a ottenere il prestigioso riconoscimento.
Si coronò così una vita di filosofo, scrittore e drammaturgo spesa a scandagliare l'io più profondo e la vita in tutte le sue molteplici forme. Una riflessione che partì dalla sua Girgenti (nome dialettale di Agrigento) teatro privilegiato, insieme alla Sicilia intera, del male di vivere dei tanti personaggi raccontati nelle Novelle.
Accusato ingiustamente di essere troppo "intellettualistico", in realtà la critica lo ha sempre ricordato tra i più popolari della letteratura italiana, per la sua abilità di osservare la gente comune nel vano tentativo di ingabbiare in forme fisse il flusso continuo della vita, finendo per indossare una maschera di sopravvivenza.
Lo si evince nella ricca prosa come nei romanzi, da L'esclusa a Uno, nessuno e centomila, passando per il capolavoro immortale de Il fu Mattia Pascal. Le punte più alte di questo racconto della realtà, secondo il parere unanime degli studiosi, vengono toccate con il teatro che ha la sua espressione più sublime nel dramma Sei personaggi in cerca d’autore, vero manifesto della poetica pirandelliana.
Annoverato tra i più grandi drammaturghi del XX secolo, il suo teatro fece scuola nelle generazioni successive, trovando in Eduardo de Filippo (con il quale nacque un breve sodalizio maturato nella commedia L'abito nuovo) un erede tra i più meritevoli. In occasione del centenario della sua nascita, il Comune di Agrigento gli dedicò la piazza principale, dove tra gli altri affaccia il teatro che porta anch'esso il suo nome.

-Cade il Muro di Berlino: Cade il "muro della vergogna" al grido «Libertà, libertà!» di decine di migliaia di tedeschi dell'Est, accolti in un grande abbraccio dai fratelli dell'Ovest, tra fiumi di birra gratis offerta dai locali.
La notizia della caduta del Muro di Berlino rimbalza sui telegiornali di tutto il mondo, nei quali scorrono le prime immagini di festa che concludono una rivoluzione silenziosa iniziata mesi prima e che aveva portato alla caduta del leader comunista Erich Honecker, fedelissimo di Mosca. L’episodio del 9 novembre, in realtà, nasce per caso.
Incalzato dalle domande del giornalista dell'ANSA da Berlino Est, Riccardo Ehrman, il ministro della Propaganda della DDR, Günter Schabowski, ammette di aver ricevuto l'ordine di lasciar attraversare il confine ai cittadini dell'Est, previo regolare permesso, ma ignora la data esatta dell'esecutività dell'ordine.
Nel dubbio, si lascia scappare che la direttiva ha effetto immediato; non passa molto che la notizia venga rilanciata dalla TV, entrando nelle case di milioni di tedeschi.
È il segnale di "via libera" che dopo 28 anni spalanca un orizzonte diverso per i Berlinesi e per il mondo intero, che in quel muro ha sempre visto il simbolo della guerra fredda e della divisione tra due blocchi contrapposti. Ai soldati di guardia ai famigerati checkpoint, sparsi lungo la "cortina di ferro", non resta che lasciar passare il fiume di persone che vi si riversa, senza alcuna possibilità di identificazione.
L'evento sarà festeggiato, nel luglio dell'anno successivo, dal mega concerto di Roger Waters (ex bassista dei Pink Floyd) con l'esecuzione di The Wall dal vivo. L'abbattimento ufficiale inizierà il 13 giugno del 1990 ma già da prima migliaia di persone picconeranno in più punti il muro per portarsi a casa un souvenir.
Alla fine della costruzione rimarranno solo alcuni punti, lasciati come monumento di un'epoca storica e un memoriale per ricordare le 170 persone che furono uccise dai militari, durante il disperato tentativo di attraversare il confine innalzato dall'Unione Sovietica il 13 agosto del 1961. Il 9 novembre sarà dichiarato dal Parlamento Italiano "Giorno della Libertà", a simboleggiare la liberazione dei popoli dall'oppressione dei totalitarismi.

-Termina la Prima guerra mondiale: Fine delle ostilità entro sei ore; ritiro dai territori occupati entro due settimane; cessione di tutte le navi da guerra e di gran parte dell'armamentario; consegna di 5.000 locomotive e 150.000 vagoni ferroviari, a titolo di risarcimento per i danni prodotti.
Questi i principali punti dell'armistizio di Compiègne, sottoscritto dai rappresentanti dell'Impero germanico e della Triplice intesa, su un vagone ferroviario, fermo in un bosco alle porte di Compiègne (nel nord della Francia). Fu l'atto conclusivo della Prima guerra mondiale, scoppiata il 28 luglio del 1914 con la dichiarazione di guerra dell'Austria alla Serbia, un mese dopo l'assassinio dell'arciduca Francesco Ferdinando e di sua moglie Sofia Chotek, per mano del rivoluzionario bosniaco Gavrilo Princip.
Ricordata come la grande guerra per l'estensione territoriale degli eventi bellici, il conflitto provocò il più alto numero di vittime della storia: oltre 16 milioni tra civili e militari! Ad essi vanno aggiunti i crimini di guerra perpetrati contro ebrei, armeni e belgi.
Sotto il profilo geopolitico, si ebbe il crollo dei grandi imperi (tedesco, austro-ungarico, ottomano e russo) e la nascita di nuovi stati in Europa e Medio Oriente (tra cui la Cecoslovacchia e il Regno dei Serbi, Croati e Sloveni), con equilibri che in seguito si dimostrarono assai fragili. Questo scenario insieme alle pesanti sanzioni imposte alla Germania con l'armistizio di Compiègne, per molti storici, determinò le cause politiche all'origine della Seconda guerra mondiale.

-Viene istituito l’UNESCO: Favorire la collaborazione tra le nazioni in nome della tutela dei diritti e delle libertà fondamentali dell'uomo e sostenere la crescita educativa e culturale dei paesi devastati dalla guerra.
Con questa "mission" nacque a Londra l'UNESCO (acronimo di United Nations Educational Scientific and Cultural Organisation), come risultato di una conferenza organizzata dall'Istituto internazionale per la cooperazione intellettuale della Società delle Nazioni.
I 44 paesi che vi presero parte si trovarono concordi sull'esigenza di dar vita a un organismo, che esprimesse una vera cultura di pace e incarnasse un nuovo spirito di solidarietà intellettuale e morale tra gli uomini, senza distinzione di razza, sesso, lingua o religione. Principi inseriti nella Costituzione firmata da 37 nazioni (che ne segnò l'atto di nascita formale), il 16 novembre del 1945, ed entrata in vigore l'anno seguente, dopo la ratifica di 20 paesi. Come sede ufficiale fu scelta Parigi dove, dal 19 novembre dello stesso anno, si aprì la prima Conferenza Generale dell'UNESCO, alla quale presero parte rappresentanti di 30 governi con diritto di voto. In quella sede fu designato come primo direttore generale lo scrittore e biologo britannico Julian Huxley, che rimarcò l'indipendenza del nuovo soggetto dagli Stati membri, verso i quali si propone di esercitare, attraverso i suoi delegati, un'opera di sensibilizzazione sulle iniziative da intraprendere.
Nella seconda Conferenza di Città del Messico (1947) fu votata all'unanimità l'ammissione dell'Italia, arrivando a contare, alla fine del 1948, 44 membri. Oggi ne conta 195 (l'ultima è stata la Palestina, ammessa nel 2011 nonostante le proteste di Stati Uniti e Israele), di cui sono espressione le duemila unità che compongono lo staff diplomatico.
Verso la fine degli anni Cinquanta l'UNESCO sposò un'altra fondamentale missione: preservare siti storici e naturalistici preziosi per l'umanità. L'episodio chiave fu il progetto di una diga ad Assuan, in Egitto, che esponeva ai disastrosi effetti di un'inondazione gli splendidi templi di Abu Simbel. La campagna lanciata dall'UNESCO portò alla decisione di mettere al sicuro le antiche strutture, smontandole e rimontandole in un altro luogo.
A questa seguirono iniziative simili fino alla definitiva adozione nel 1972 della Convenzione sul Patrimonio dell'Umanità, che istituiva un elenco speciale di siti storici e naturalistici, segnalati per valori di "universalità", "unicità" e "insostituibilità", indicati nella Convenzione.
Dei 1.092 (dati luglio 2018) beni da tutelare, attualmente inclusi nell'elenco, l'Italia ne vanta il maggior numero con ben 54 siti (tra cui l'Insediamento Industriale di Crespi d'Adda, visibile nella foto).
Gli Stati Uniti d'America, il 12 ottobre 2017, annunciano l'uscita dall'organizzazione con decorrenza dal 2019 per continui pregiudizi anti-Israele nelle attività dell'UNESCO.

-Inaugurato il canale di Suez: C'è la firma di un italiano dietro il progetto di un'opera ingegneristica tra le più grandiose della storia e con maggiori conseguenze sul piano politico-commerciale. Lì dove avevano fallito i Faraoni, i Persiani e finanche Napoleone Bonaparte, riuscì il trentino Luigi Negrelli, pioniere dell'ingegneria ferroviaria e civile.
Il suo progetto fu approvato dalla Società di studi costituita nel 1846, allorché venne ripresa l'annosa questione del taglio dell'istmo di Suez (unica cerniera tra i continenti africano e asiatico, compresa nella parte più a nord-est dell'Egitto), che da sempre separava il Mediterraneo dal Mar Rosso, costringendo le navi europee dirette in Asia a circumnavigare l'Africa.
Affidati alla Compagnia universale del Canale di Suez e finanziati grazie all'abile opera diplomatica di Ferdinand de Lesseps, vice console di Francia ad Alessandria, i lavori partirono nel 1859, per concludersi dieci anni dopo. Inaugurata ufficialmente il 17 novembre del 1869 alla presenza dei più potenti sovrani del pianeta, su tutti l'imperatrice francese Eugenia, l'opera, lunga 163 km, venne salutata come uno strumento di progresso e a disposizione di tutti i popoli.
In tale ottica, nel 1888 maturò la convenzione di Costantinopoli, approvata per consentire il libero passaggio sia in tempo di pace che di guerra. Tuttavia, il canale finì per essere oggetto di contesa prima tra le potenze coloniali e poi tra le stesse e l'Egitto, con quest'ultimo che arrivò a nazionalizzarlo nel 1956. Un atto che scatenò la dura reazione delle Nazioni Unite, con la conseguente interdizione alla navigazione nel 1957, e in seguito un conflitto con Israele, destinato a chiudersi verso la fine degli anni Settanta.
Riaperto alla navigazione internazionale nel 1975 e interessato da lavori di ampliamento (conclusi nell'estate del 2015 e costati 14 miliardi di euro), attualmente il Canale di Suez misura 193 km e rappresenta una cruciale rotta commerciale per l'industria petrolifera e non solo.

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