Ho incontrato ET
l mio incontro con E.T. l’extra terrestre. Era il sabato 5 giugno del 1982 e mi telefona a casa il critico cinematografico di Newsweek, Jack Kroll, chiedendomi se fossi libero l’indomani domenica mattina per fare un servizio molto delicato. Rispondo subito: certamente, e gli chiedo di cosa si tratta. Difficile spiegartelo per telefono, fai un salto qui in redazione e ti spiego bene tutto.
Quando arrivai nel suo ufficio
c’erano altre tre persone, due uomini che sembravano dei
“bouncers” (gorilla buttafuori) da discoteca e una donna
dall’aspetto di segretaria, che poi in effetti lo era.
Jack Kroll mi
spiega che la casa cinematografica Universal Pictures si rifiuta
di rilasciare la foto di E.T the Extra Terrestial prima di lunedì 7
giugno. Questa data è troppo tardi per la loro rivista, perché
Newsweek esce proprio il lunedì 7 e quindi abbiamo un grande
problema di tempo.
Kroll mi chiede se sono disposto ad andare
a fotografare E.T. direttamente dallo schermo. Mi spiega che
non mi debbo preoccupare se mi scoprono. Se ci saranno
questioni legali, Newsweek mi metterà a disposizione due dei
loro avvocati. Se invece mi dovessero confiscare la mia amata
Leica, Newsweek me ne compererà una nuova. Comunque,
Jack Kroll mi ribadisce che non ci sarà nessun pericolo.
Domani c’è uno screening per la stampa, noi andremo prima e prenderemo quattro posti al centro. Questi due “gorilla” si accomoderanno uno alla tua destra ed uno alla tua sinistra e io mi metto sulla poltroncina proprio di fronte a te. Lesley qui presente, la mia segretaria, si metterà nella poltroncina proprio dietro di te, classica tecnica “box” usata dalle guardie del corpo del presidente.
Allora tu devi essere pronto perché E.T. non appare sullo schermo per I primi dieci minuti, io ho già visto il film e quindi so quando apparirà. Ti darò il segnale quando abbasserò la testa in modo d’aiutarti a fotografare meglio. Tu fai due scatti, togli il rullino e lo passi subito a Lesley. Lei andrà via subito e di corsa direttamente alla tipografia, dove svilupperanno la pellicola e così non perdiamo tempo. Partita Lesley tu inserirai un altro rullino in caso se ne fosse accorto qualcuno e lo vuole sequestrare così tu gli dai questo nuovo vergine. Comunque, i “gorilla” ti staranno sempre accanto per proteggerti da qualsiasi cosa.
A parte il compenso normale ti daremo altri mille dollari, sempre che accetti questa proposta. L’indomani mattina mi preparai con la mia Leica, avevo montato un obiettivo 35mm. F4 ed impostato il tempo su un quindicesimo di secondo per poter captare l’immagine che gira a 24 fotogrammi per secondo. Tutto liscio come olio. Mentre sto per lasciare la sala mi si avvicina il photo editor del New York Times dicendo che si era accorto del tutto ed era stato autorizzato a pagarmi tre volte quello che mi avrebbe pagato Newsweek. Gli risposi che non c’era cifra che mi avrebbe fatto cambiare idea. Colgo anche l’occasione per ricordare ai lettori che il genio che ha concepito E.T. e cioè il Geppetto, è stato un italiano, Carlo Rambaldi.
Quando andai a trovarlo per un servizio fotografico mi disse
che non era stato facile riprodurre tutti i movimenti che fa il
nostro corpo umano. Credo mi disse 86 movimenti.Spielberg lo
voleva quasi Umano nei gesti.
Quando tornai a Los Angeles
per fotografare Rambaldi, nel 2001, nel suo studio posato
supino su una tavola c’era E.T. aveva uno squarcio enorme sul
petto, come se fosse in una sala operatoria. Lo guardai. Mi fece
tanta pena che non ebbi il coraggio di fotografarlo.